dupondi ed assi) i quali pure portano il nome di altri
triumviri monetari.
Ma altra dimostrazione, non venne mai addotta e nessuno
saprebbe tentarla se non a patto di entrare nel
campo delle più vaghe e rettoriche supposizioni estranee
ai criteri positivi della numismatica propriamente detta.
La scarsità e l’incertezza di quei dati storici che potrebbero
gettar luce sui magistrati il cui nome figura sulle
monete in questione, fece si che tutta l’erudizione degli
archeologi è di quei numismatici che sono avvezzi ad
accettare l’opinione altrui anziché formarsene una propria
studiando de visu le monete, si spuntasse là dove il
semplice esame della maniera o stile che dir si voglia
avrebbe risolto il problema.
Infatti l’opera magistrale del Babelon. così ricca di
dottrina, e diligente nelle ricerche per la spiegazione
storica delle monete consolari, per alcuni nomi di monetari
che emisero i PB in questione è forzatamente muta,
e per altri è costretta a riconoscere che le notizie sono
contradditorie causa le numerosissime omonimie cosi
frequenti a quell’epoca.
E che la classificazione cronologica delle monete in
questione come veniva accettata sinora fosse basata su
delie supposizioni contradditorie anziché su ragioni concrete
ci è dimostrato dall opera del Babelon la quale
attribuisce all’anno i 5 a Cr° le monete emesse dal triumvirato
Lamia, Silius, Annius, mentre assegna al 4 a Crq
quelle di Pulcher, Taurus, Regulus; ora chi vorrà
constatare de visu dovrà convincersi che tanto per lo
stile, che pei tipi esse mostrano di appartenere ad una
medesima emissione e ad un’ identica data come ho già
esposto più sopra.
Però non si potrebbe fare soverchia accusa al Babelon
per avere accettata questa vecchia classificazione quando
anche gli autori più recenti (Bahrfeldt, Gabrici, Grue-
ber, ecc,, ecc.) non fecero che ripeterla senza discussione.
A meglio comprendere le ragioni che contraddicono
l’attribuzione di queste moneté al regno di Augusto è
necessario non dimenticare che' ogni periodo, sia pure
brevissimo, di una qualsiasi monetazione, ha una sua
impronta affatto speciale che le distingue da un’ altro di
qualche anno prima ; e questa impronta caratteristica
aiuta a risolvere il problema.
Infatti la soluzione si affaccia improvvisa se noi confrontiamo
i PB in questione con quelli notissimi di Cali-
gola e di Claudio pure senza effige. Anche un profano è
costretto ad ammettere che essi sono di stile assoluta-
mente identico a questi ultimi mentre nulla affatto hanno
di comune coi sesterzi, dupondi, ed assi di Augusto, che
portano i. nomi dei triumviri, Gneo Piso, L. Surdinus,
Salvias Otho (Tav. I, n°s i, 2, 3), ecc., ecc., la cui
fattura è assolutamente grossolana e nei quali si vede
ancora 1 impronta arcaica della monetazione republicana
alla quale succedono.
Dove i sesterzi, dupondi ed assi di Augusto sono prodotti
da. una tecnica ancora deficente, e ci presentano
delle epigrafi colle lettere contorte, dissimetriche e talvolta
punteggiale alle estremità (Vedi Tav. I ,n os t, 2,3);
caratteristica delle monete greche e delle republicane
i PB da q uestione ci mostrano invece un’ arte raffinata,
specialmente nella forma delle lettere, che è la medesima
dello stile lapidario più perfetto, affatto identico a quello
dei PB di Caligola (Tav. I, n°s 18,19) edi Claudio(Tav. I,
n08 20,21,22, 23). Ed aneli?"dal iato tipologico si apre un
abisso ira i PB di cui si tratta ed i bronzi di Augusto.