R. Figura incerta d’animale; a fianco, leggenda
MET in lettere sannitic.he. Peso, gr. io 1/2.
Fig. 5.
Questo esemplare dell’oncia sannitica rientra pure nel
sistema dell’asse quadrantariò, come lutti gli altri pezzi
fusi' della serie sopra descritta, sebbene rappresenti il
peso quasi massimo di quella frazione.
L’incerto animale scolpito sul rovescio, avente la coda
biforcata, parrebbe rassomigliarsi all’ippocampo di alcune
monete degli Etruschi (i);e s i può spiegare con l ’influenza
che questi popoli esercitarono sui Sicelioti in genere ; più
specialmente, con le relazioni più recenti che corsero fra
gli Etruschi ed i Sanniti, poco precedenti alle caduta di
Volsinii (265 a. C.) ed alla venuta di Pirro.
Non va dimenticato che la testa rozza e barbuta che si
scorge sul dritto di questa moneta e cosi pure sugli
altri pezzi della serie fusa, è appunto la testa dell’È rcole
sannitico. E si ha ragione della presenza di questa
divinità, riflettendo come i Sanniti la consideravano
simbolo della forza e ad essa accordavano quella stessa
importanza che i Romani attribuivano a Marte.
Anche sulle monete dei Sanniti Peripoli-Pitanati si
scorge il tipo di Ercole d’Eraclea ; ed è noto come i Romani,
nella guerra del 3o5 a. C,, tolsero ai Sanniti il
(1 ) G a r r u c c i . O p .c it., Pah. I I , t a v . LXXI, 2 7 , 2 8 , 2 9 , 3o ; LXX1I1, 33.
S am b o n , 2 4 .
,
simulacro della loro maggiore divinità, ossia la statua
colossale di Ercole, che situarono nel Campidoglio (i).
La presenza dell'elefante su queste rozze monete san-
niticbe, tolta da alcuni come punto di partenza per
rimandare la fabbricazione di esse ad un periodo posteriore
alla venuta di Pirro, non offre, a mio credere, un
criterio sicuro in ordine all’epoca. A riguardo del quadrilaterobritannico
con la figura dell’elefante, qualcuno aveva
sostenuto come l ’elefante poteva esser noto ai greci-italioti
anche prima della venuta di Pirro (2).
Comunque vogliasi congetturare su questo punto, a me
sembra poco verosimile che i Sanniti avessero potuto,
nel momento della loro conquista, coniare monete a
Metaponto, città da essi non solo occupata, ma distrutta.
Strabone afferma che Metaponto era scomparsa appunto
per opera dei Sanniti (3). Ora non è lecito ritenere che
i conquistatori duna città, dopo averla distrutta, abbiano
potuto pensare subito dopo a stabilirvi un’officina
monetaria. Vero è che Plinio (4) attesta come Metaponto
esisteva ancora a’tempi suoi, in contradizione di quanto
Catone aveva precedentemente affermato, che cioè la città
era stata distrutta circa due secoli innanzi. Ma quanto
poco attendibile sia la testimonianza di Plinio in questo
caso, altri ha già efficacemente dimostrato (5). Va piuttosto
rilevato il fatto, che mentre Catone considera
Metaponto come distrutta due secoli innanzi a lui,
(1) Liv. IX, 44, 16.
(2) C h ie r ic i G. L ’A es signatum dei due versanti dell’Appennino Reggio
Em., 1875, p 18 e seg. n° 33. — Cfr. anche, sulla venuta degli elefanti,
A rm a n d i P., Histoìve milìtaire des éléphants d'epuìs le temps les plus recu-
lés jusqu’à Vintroduction des armes à feu. Paris, 1848.
(3) S t r a b . VI, p. 264 C : « ...fognuVd* (MiraMróyrwy) «TVirò ».
( 4 ) H . N . , I l i , 9 8 .
(5) PaisE. Stor. d. Slieti, e della Magna Grecia, Ivi,, p 546 e seg.