non ancora determinato, caduta in potere dei Sanniti,
questi la signoreggiavano ancora nel 4^2i quando passo
ai Romani, i quali la trovarono trasformata in sannitica.
Durante, quindi, il regime sannitico di Metaponto dev’
essersi introdotto l’uso dell’ aes grave con alfabeto san-
nitico, fra l’anno | | | ed il 4 8 2 , ossia fra l’epoca della
venuta degli elefanti in Italia e quella della conquista di
Metaponto da parte dei Romani (1).
L’opinione del Garrucci sembra doversi accettare, sebbene,
come osserverò in seguito, il limite eli egli stabilisce
per la fabbricazione di quelle monete, possa estendersi
anche a dopo la conquista dei Romani.
Passiamo, intanto, alla descrizione degli esemplari
conosciuti dell’officina monetaria di Metaponto, la quale
descrizione appare sino ad oggi molto incerta e confusa :
I. Bifronte giovanile imberbe; a destra 1 iscriz.
MET in carattere sannitico.
R. Elefante volto a sin., sul cui dorso è una figura
distinta di uomo, in atteggiamento coricato, certamente
quella del conduttore. AU’esergo è la nota del triente.
Fig. 1.
L’esemplare descritto dal Garrucci (2) è quello kirche-
riano, del peso di gr. 28.65, che suppone l’asse della
( 1 ) G a r r u c c i . Ivi., p. i 35.
(2 ) Op. cit. Part. I, p - 36 e Tav. LXVI, n. 3.
seconda riduzione, cioè il quadrantario. Un altro esemplare
da me osservato nelle collezione Strozzi, recentemente
venduta, pesava precisamente un grammo di più.
È curióso come il eli. estensore del catalogo di quella
collezione (ved. p. 3o, n. 463) siasi indotto a dubitare
che la moneta possa appartenere agli Etruschi. In
questo secondo esemplare si scorge chiaramente, come
ho detto, la figura distesa sul dorso del quadrupede,
mentre il Garrucci, dietro fallaci apparenze, aveva ritenuto
trattarsi d ’una vittorietta. La leggenda dell’esemplare
strozziano è evidente, mentre nel Garrucci è travisata
in MET, a caratteri latini, rimanendo anche
incerta le forma della m, che non appartiene all’alfabeto
latino.
II. — Testa di Ercole coverta della pelle del leone,
volta a sin.; dietro, nota del sestante e davanti la medesima
iscrizione.
Fìg. 2.
R. Elefante gradiente a sin., col conduttore coricato
sul dorso (già confuso con la vittorietta). Dei tre esemplari
descritti dal Garrucci, quello trovato nella campagna
di Sepino è di gr. 18.70. L’iscrizione del dritto, molto
confusa, probabilmente è la stessa dell’ esemplare precedente^
in lettere sannitiche e non romane, come apparirebbe
dal disegno del Garrucci.