Doveva parere infatti invenzione fresca, geniale nella
rinascita della Italia alle lettere e alle arti. In realtà,
non fu. Tant’ è vero che seguì negli argomenti e nella
disposizione gli antichi schemi del diritto e del rovescio,
e nella tecnica si appoggiò alle arti esistenti. Lo stesso
Keary rileva giustamente, che le medaglie del primo
periodo furono più scultorie che pittoresche; quelle del
seguente il contrario, secondo l’indirizzo artistico prevalente.'
Infatti,'dopo la scuola di Nicolò Pisano, e il raro
pregio a cui erano giunti nelle sculture il Ghiberti e il
Donatello dalla metà del Trecento alla metà del Quattro-
cento, era naturale che la medaglistica, non ancor
matura e sicura di sè, senza metodi propri di coniazione,
di lega metallica, di stile particolare, ma
devota ancella della scultura e della pittura, dovesse
più dalla prima prendere nel suo periodo iniziale che
dalla seconda l’ispirazione e il carattere, quantunque il
bassorilievo della medaglia (dice il Vasari) fosse lavoro
tra la pittura e la scultura, e dovesse ripetere motivi
dell’una e dell’altra. Il Bolzentliai che con intuito profondo,
prima ancora del Keary, considerò nella sua
storia della moderna medaglistica il fenomeno artistico
della medaglia in Italia, attribuisce questo fatto complesso
al modellare dei pittori, piuttosto che degli
scultori (op. cit., p. 2-3).
I primi medaglisti prescinsero naturalmente da ogni
concetto dell’uso della medaglia nel cambio, come per la
moneta; la parte artistica di questa, su i medaglioni
romani che già avevano in sè i caratteri commemorativi,
indusse poi all’ imitazióne col mezzo del modello a cera
persa e con la fusione come si usava allora per gli oggetti
artistici in metallo.
E apparve così speciale questo concetto, così caratteristico
questo scopo, che il nome stesso dato alla medaglia
lo conferma.
La parola metallum usata al neutro /plurale metallo.
dava medaglia, come mirabilia àas^meraviglia, e dall’in-
dicare il materiale di cui era composta la piccola opera
d’arte passa a indicare l’opera stessa.
Erano precisamente pezzi di metallo fusi e lavorati,
tondi o quadrati, o rettangolari, che si presentavano non
più a migliaia di tondini come vile moneta divisionaria
nella compra e vendita e negli scambi, ma riserbati j-f-r
con aristocratica parsimonia—a quei monarchi o patrizi;
a quegli eroi o personaggi illustri, che si erano segnalati
o per condizione sociale, a per atti di valore, o per
scoperte scientifiche e artistiche.. Essi eternavano la loro
imagine non Säg come oggi — la data di un publico
avvenimento o una commemorazione collettiva. E il
carattere particolare delle monete e dei medaglioni era
appunto di recare in rilievo il ritratto, quasi sempre di
profilo, o di tre quarti da un lato, e talora da due lati.
Serie importantissima per la storia e per l’arte, che nel
secondo periodo della loro fioritura ha indotto gli
artisti perfino a imitare in pittura i ritratti delle medaglie,
tanto avevano raggiunto l’eccellenza della perfezione.
Era precisamente questo carattere che più riavvicinava
la medaglia del Rinascimento al medaglione
dell’Impero, e soprattutto ai contorniati dal V° secolo
dell’E. V. in poi. secondo il von Sallet e il Pick (i), e
dalla metà del V° secolo dopo C., secondo il Fa-
briczy (2).
(1) A. v o n S a l l is t . Münzen und Medaillen. Berlin, 1898, pp.. 72-100-
106, 193. — Cf. P ic k in P a u ly W is s o w a . Real Encyclöpädia, IV,