Questi inoltre giudicò per capigliatura abbondante
quella che invece non è che la pelle del leone. Infatti
altri dueesemplari, che pure ho osservati nella collezione
Strozzi (Cat., n. 464, 4^ ) , hanno evidentemente la
testa di Ercole nel dritto, accompagnata dalla nota del
sestante. Nel rov. si scorge il solito elefante, e all’esergo
la stessa nota del valore (peso, gr. 22.95).
III. — Testa barbata a dr.
R. Elefante a dr., coronato dalla Vittoria, secondo
il Garrucci. Anche qui probabilmente è scambiato il
conduttore con la Vittoria. Non si cita il peso (1).
IV. — Testa barbata a dr. ; dietro MET in lettere
sannitiche.
R. Quadrupede incerto a sin.; e sopra, nota di
sestante.
Il 1 •ovescio di questo quarto esemplare, per lo stile as-
(1) G a r r u c c i, Ivi., n. 5 .
sai rozzo, si presta a dubbia interpretazione. Quale sia
10 sconcio animale rappresentatovirè difficile indovinare.
11 Minervini (i), esaminandone attentamente le forme
nell’ esemplare napolitano, di cui abbiamo riprodotta
la figura, trovò che le conformazione della testa e l’unghia
perfettamente visibile, a suo credere, in tutti e quattro i
piedi, lo fanno-senza dubbio determinare per una cerva.
Credette pure di vedere sotto il capo abbassato le tracce
d’un putto, e corse col pensiero al mito di Telefo allattato
dalla cerva, che presso a poco, nella identica posizione,
si scorge in alcune monetediCapua.Potrebbe benissimo,
egli soggiunge, trattarsi d’un rozzo cònio dell’ antica
Capua, dovuto propriamente all’ arte sannitica, senz’
alcuno influsso darte greca. Ove mai, conclude, potesse
scorgervisi un elefante, come nelle monete dell’ istesso
tipo, converrebbe pensare ad Annibaie ed alle guerre
puniche, richiamando l’elefante delle medaglie di Capua,
Atella e Nueeria. Il Garrucci ravvisò nel quadrupede
indeterminato, come avea fatto nei tipi precedenti, un
elefante, per quanto rappresentato in più barbaro stile.
Non saprei che congetturare al riguardo, anche perchè
affidato ad un semplice disegno dell’ esemplare.
Parmi, tuttavia, ai due giudizi precedenti potersi
opporre una circostanza di non poco rilievo e di assoluta
evidenza,qualunque voglia essere l’esattezza del disegno.
Parlo, cioè, della testa dell’ animale in attitudine di
respiciente a sinistra, quasi in atto di leccarsi (gesto non
comune all’ elefante). Quell’ atteggiamento di cui non
può dubitarsi, risultandoci tanto dal disegno del Minervini
quanto da quello del Gàrrucci, mi fa sospettare che
siamo in presenze d’un bove, piuttosto che d’una cerva
o d’un elefante.
(1 ) S a g g io , czf., pag: 7 4 e seg.