nell’apparenza con quelle simili allora circolanti. Infatti
l’incisore Hamerani per una di esse scolpì un rovescio
identico a quello degli scudi di Pio VI, e per 1 altra una
effigie della Religione imitata evidentemente dalla figura
in piedi incisa dal Mercandetti sullo scudo della Repubblica
Romana. Nell’attesa che vengano in luce i documenti
relativi alla coniazione di queste monete e delle
altre battute a Ronciglione nella stessa ¡epoca per ordine
del Comandante le truppe tedesche in Viterbo (i), non
sarà inutile ricordare gli editti emanati dal Governo del
Re in materia monetaria, perchè essi, pur avendo singolare
importanza, restarono ignoti al Cinagli che non. li
citò affatto (2), e formano un opportuno contributo alla
storia della moneta pontificia nel periodo economicamente
e politicamente così agitato che chiude il secolo
XVIII e apre il XIX.
Sono cinque gli Editti a stampa a me noti (3). Nel
primo delli 26 Novembre 1799, Don Diego Naselli De'
Principici’Aj'agona, Tenente Generale de Reali Eserciti,
Ispettore Generale delle Milizie della Sicilia, Gentiluomo
( i ) ^ C i n a g l i , o p . s j i i t . , p . 4 0 7 , n . 4 à 1 0 .
(s) Il C in a g l i , parlando delle riduzioni di valore e dell’abolizione delle
Madonnine (nota (4) p. 388), dei San Pietrini (nota (1) p. 392), e degli Alberetti
nota (7) p. 402), ricorda diversi bandi compresi quelli del Cavallar datati
da Ancona, ma non questi del Naselli.
(3) Esistono nella Biblioteca Papadopoli in un Volume Miscellaneo segnato
col N. 18905 :
1® Fogliò volante, mm. 520 X 365, con stemma e sottoscrizione tipografica
: In Roma presso i L a v a rm i 1799.
20 Fol. voi. mm. 56o X 410 con stemma, stampato a due colonne, stessa
sottoscrizione.
3° Fol. voi. mm. 5óo X 420, con stemma, a due colonne, sottoscrizione :
In Roma presso La^^arini Stampatore Camerale 1800.
4® Fol voi. mm. 396 X 280, senza stemma, stessa sottoscrizione.
5° Fol. voi. mm. 475 X 38o, con stemma, a due colonne, stessa sotto-
scrizione.
di Camera, e Maggiordomo di Settimana di S. M. Sici--
liana, e Cavaliere del Sacro Militare Ordine di Gerusalemme,
Comandante Generale Militare e Politico dello
Stato Romano, dopo aver detto che : « Il primo oggetto
» dell’Immortale Ferdinando IV, è stato di tutto di-
» struggere ciò, che un’abusiva Legislazione aveva illeg-
» gittimamente stabilito », e che in conseguenza « le
» così dette Leggi emanate dalla sedicente República
» Romana o dalla Francese, devono riputarsi nulle edi
» niun valore », soggiunge : « Non conviene però con-
» fondere le misure della Potestà Legislativa, con quelle
» della Publica Economia. E perciò le previdenze prese
» in tempo della sedicente República per le circostanze
» dell’Erario esausto circa l’abolizione della carta mone-
» tata, come appartengono soltanto al sistema di publica
» economia, così non sono comprese nel presente Editto.»
Continua poi : « Non sfugge alla mia vista il riflesso, che
» l’estinto infame Governo ha avuto nello Stato Romano
» una lunga durata, e che una buona fede, da questa
» nascente, non meno, che la moltiplicità degli atti, che
» in sì lungo tempo fu forza di fare, sembra suggerire
» qualche temperamento, o qualche limitazione nel-
» i ’a b r o g a z i o n e g e n e r a l e dellecosìdetteLeggiRepublicane.
» Ma non convenendo a me dipartirmi dalle traccie,
» che tenne, e che mi segnò l ’immortale Ferdinando I V ,
» mio Signore, mi convien piuttosto di attendere dalla
» di Lui saviezza, ed equità quelle moderazioni, che alla
» M. S. sembreranno opportune, e adattate alle circo-
» stanze di questo Stato Ed intanto sarà mia cnra di
»publicare colla maggior sollecitudine U n a T a r i f f a ,
» la quale regoli i pagamenti da farsi sulla soda base della
» giustizia e della equità etc. »
Da questo primo proclama redatto col linguaggio vio