Questi, anzi, ben delinea i rapporti stretti fra il contorniate
e la nostra medaglia ebe, mentre contiene un
significato commemorativo, — esclude costantemente
il concetto della moneta corrente, che invece sarebbesi
continuata dagli aurei di Augusto, fino al medaglione
dell’imperatore Teoderico,rinvenuto a Sinigallia (op. c.,
n
Però lo sforzo erudito del von Sallet e del Fabriczy
per dimostrare la tradizione commemorativa continuata
dall’antichità attraverso il medioevo, nulla può offrire
alla nòstra tesi (i). Basti pensare che il concetto di commemorare
è insito nei principi come nei popoli, e che
sempre cosi si fece per tutta la monetazione greca e
romana, medioevale e moderna. Quindi tanto la bratteata
di Leonardo di Sassonia, quanto i denari dei
duchi di Boemia e dei vescovi di Liegi nell’alto Medioevo,
nulla ci suggeriscono di più:- còme l’eccezione
del pezzo d’oro del re merovingio Dagobertò 1° (622-
638) e di Luigi il Piò (814-840), ola bratteata di Enrico 1°
(916-936) non hanno alcun addentellato con le medaglie
fuse del Pisanello o di Matteo di Pasti, quantunque
sia provato che quei pezzi incorniciati e arricchiti di
pietre preziose o di filigrana non erano in circolazione,
ma costituivano soltanto doni di omaggio alla Corte
Imperiale. Avvicinarli alle medaglie artistiche del Quattrocento
sarebbe compiere il più grave anacronismo, e
svisare lo spirito dei tempi diversi che crearono le due
serie.
Per la stessa ragione a me pare fuor di luogo l’insistere
troppo sull’importanza comparativa dei due pezzi
esistenti nel periodo i 34o - i4 i6 nella collezione arti-
(1) V A. v o n S a l l e t , op. c it., p. 174 e segg. Cf. op. cit. p . 5-6 .
Stica del fratello di Carlo V di Francia, recanti l’uno il
ritratto dell’Imperatore Costantino a cavallo, e l’altro
il busto di Eraclio, e rispettivamente sul rovescio la
fontana di vita e la traslazione della Santa Croce a
Costantinopoli.
Poiché non si può credere che qìiella collezione artistica
(per quanto continuasse le tradizioni d’arte dell’antichità),
avendo opere originali e imitazioni medioevali
dall’antico, abbia potuto influire sul sorgere e sul diffondersi
della medaglia fusa in Italia. Lo stesso Fabriczy è
costretto ad esclamare che lo stile è differente (cioè stamp
o f Flewish.-Burgun.dian A rt o f thè end o f thè Middle
Ages) e che tali medaglie, se non derivano dall’antico
ma dallo stile araldico ornamentale dei sigilli medioc-
vali, hanno però una differenza sostanziale : « thè are
not struck, as there invariablj Were, but cast and
afterwards chased » (op c i t , p. 8).
* *
Ma non vi è assolutamente bisogno di andar cercando
esempi isolati di opere precedenti' alle medaglie artistiche
del Rinascimento, che ne preparino la via! Un
complesso di fatti — non ancora sufficientemente rilevati
-— concorre a mostrare naturalissima e spontanea tale
innovazióne artistica italiana, che per punti di contatto
fortuiti fu creduta una rievocazione.
Escludiamo a conforto della nostra tesi — il confronto
con alcune medaglie che sono vere e proprie
riproduzioni di gran bronzi o medaglioni antichi,
come, p. es. quelle di Francesco Carrara illustrate dal
Fabriczy (1), lavori eseguiti con l’intenzione precisa di
ripetere per la forma, per lo stile, per l’essenza stessa,