aggiunge la circostanza che appunto nell’epoca Sua Anni-
baie, ritirandosi nel paese dei Brezzii, aveva tratto seco
tutta la popolazione metapontina, lasciando la città
vedova d’abitanti (i). Il che sta a significare che dopo la
distruzione compiuta dai Sanniti, dell’antica e potente
città non erano rimaste che scarse reliquie d’abitatori.
E nolo, d’altra parte, come i Sanniti non ebbero moneta
vera e propria per tutta l ’ampiezza del loro territorio
e che essi adottarono, tu tt’al più, i tipi della
Magna Grecia, rimpiazzati in seguilo da quelli della
Campania (2), se si eccettuino l’unico e raro bronzo
d ’Aquilonia, imitato del resto dai popoli circostanti della
Campania, e la monetina d’argento coi motto 2AYN1TAN,
ch’è moneta d’alleanza, coniata probabilmente a Taranto.
Avrebbero essi mai potuto emettere, in circostanze veramente
eccezionali, monete col titolo duna città conquistata
e distrutta ?
L’adozione del sistema librale fa pensare piuttosto
che queste rozze monete avessero potuto aver corso qual
che tempo dopo, non fra i Sanniti conquistatoli, ma fra
i Metapontini medesimi trasformati in Sanniti dopo la
conquista romana del 482 e dopo avere ereditati i costumi,
la lingua e le attitudini di quei popoli. Ciò peraltro
dovette accadere non molto oltre l’anno 485, epoca in cui
cominciò a coniarsi l’asse sestantario. Vero è che nel
primo periodo delle loro vittorie ¡Romani non imposero i
loro sistemi alle nuove popolazioni, tanto più se si considera
che, durante le ultime invasioni sannitiche, quasi
tutte le città della Magna Grecia risultavano un miscuglio
di genti aggruppate, appartenenti a stirpi e nazio-
(1) Liv. XXVll, Si
(2 ) M ommsen-B l a c a s . Hist. de la monti, r o m I , p . 1 6 8 e s e g .
nalità diverse e fra esse, come a Napoli, a Reggio, a
Turio, predominava l’elemento sannitico, che non era
tanto facile a sradicare.
I Romani, com’ è noto, non furono contrarii, più che
tanto, ad accordare ai popoli conquistati, con una specie
di apparente autonomia, anche l’uso di certe prerogative.
E fra queste va notata appunto quella della monetazione
che seguitò ad avere carattere nazionale ed indipendente
per molto tempo, fino a che, per effetto di lenta e graduale
trasformazione, non venne ad assimilarsi coi sistemi prevalenti
in Roma (r).
Sulmona, io gennaio 1910.
G io v a n n i P a n s a .
(1) Cfr. M ommsen- B l a c a s , cit., I l i , ig3.