
cxiv
e ftagnanti delle Ifole del mar Pacifico.
Alcuni Naturalifti la videro parimenti
nell'onde falfe della Giammaicaj
quando però non abbiano prefo la Laccia
Indiana in ifcambio di quefta fpecie.
Efla non è molto copioia tra gl'Ittioliti
di Veftena come la precedente;
ma fi poflbno facilmente dagl'imperiti
confondere le fpoglie dell'una con quelle
che fono proprie dell'altra.
Oceani Facißci. Quidam ex phyßologis
eain in Giammaica falßs flucìibus deprehendcrunt;
ß tarnen iflam cum Thriffa
minime confuderunt. Inter Ichthyolithos
Veronenfis Veßeme non ita ut -pnece,
dens abundat^ ab inexpertis tarnen unius
exuviie cum exuviis alterius haud difficult
er pqjfmit pcrmiß:eri.
XLIL
I L FARFALLONE
C H A E T O D O N P A P I L I O
T A V . XXVI. FIG. I.
Cli. feptemfasdatus; pinna dorsali analique iatiilìmis
fufco-macuiatis; caudali rotundata integra.
Ch. roftro obtuso, capite inermi, cauda rotundata;
oflìculis pinnarum dorfì, ani, et ventris anticis
feptiformibiislongiffimis. Gronov. Zoophil. pag. 70
N." 336.
Sea.Bat. PVilìongb. Iclith. pag. 2x7. Tab. O. f. ( figura
inefatta.
D . P. 17. V . 6. A. i C.
La meravigliofa confervazione di
quefto rarifllmo Ittiolito ci guida dopo
molti rigore li confronti a rifcontrare
in eiTo la fpoglia di un Mollidente
particolare analogo all'Acarauna di Wi l -
lougbey, e diverfo da tutti quelli, ai
quali fomiglia nella forma del corpo,
nel numero degli aculei dorfali, e nell'ampiezza
delle fue pinne.
Sembra che l'illuftre Linneo nella
decima edizione del fuo Siftema della
Natura abbia definito un tal pefce, ove
accenna una fpccie di Mollidente a due
remigi amplifllme, e quattro fpine dorfali
(i). Ma ricorrendo alle figure da
lui citate fi trova che mal corrifpondono
a quella del Farfallone, e convengono
in vece coll'altra della noilra
Tavola IV, che abbiamo precedentemente
illuftrata. Il Mollidente a cinque
archi neri di Seba (z), defcritto
dai fiftematici fra le varietà deli! arcato
(3), meglio confronterebbe col noftro
)nei caratteri della forma, fe non disconvenifl'e
altrettanto nel numero delle
fafcic, degli aculei dorfali, e dei rag-
0 ) Chaetodon spinis dorfalìbus 4 ; pinna dorfali,
analique longtilìina 1. c. gen J40. N.® 4.
(2) Muf. j. cab. lìg. y. a.
Mira perrari ijlius Ichthyolithi confervatio
pojì diligentes comparationes peculiaris
Chaetodontis patefacit fpolium
cum Acarauna Villougbey congruum,
atque a cjeteris diverfum, quibus forma
cOrporis, aculeorum dorfalium numero,
et pinnarum amplitudine ajjimilatur.
Videtur illuftris Linn<eus in decima
editione Syflematis Natura hunc ptß:em
deßniijfe , uhi quemdam Chaetodontem
duobus peramplis remigiis, et quatuor fpinis
dorfalìbus indigitat. Chaetodon quin,
que arcubus nigris Sebte a fyßematicis
inter varietates Arcuati defcriptus melius
ex formce characieribus cum noßro
congrueretj ni ¡eque fafdarum, aculeorum
dorfalium, et radiorum in pinnis
numero differret. Propius ad pifcem noßrum
Teyra et Vefpertilio Blochi accedunt,
in quibus eadem corporis ac mem.
brorum conformatio, idem numerus et
ardo fpinarum analium et dorfalium apparent.
At in ißis quoque ( ut videbimus
) eßentiales difcrepantùe cernuntur
( j ) Chaetodon fuscus arcubus f nigris. • Linn.
Muf. Friderici Adolpli. torn. I. pag. 61. tab. j j . fig. j*.
c x v
gi delle diverfe pinne. Più d'appreflb
fi accoftano alla rapprefentazione del
noftro pefce il Teira, e il Vefpertilione
di Bloch ( i), nei quali apparifce
la ftelTa configurazione di corpo e di
membra, e il medefimo numero ed ordine
di fpine anali, e dorfali. Ma in
quefti pure fi fcorgono, come vedremo,
delle differenze cllénziali principalmente
rapporto alla flruttura della bocca,
e alla minor quantità, e maggiore
elevatezza dei raggi delle due pinne alate,
efiindo elll inoltre o affatto privi
di fafcie nel loro corpo, o con tre.fole
difpofte in tutt'altra guifa.
Non fiamo neppure abbaftanza certi
che il noilro Ittiolito fia lo fcheletro
di quel pefce, che con caratteri analoghi
al Mollidente alato ( N. II. ) fu
da Gronovio defcritto nel luogo da
noi citato. E appena polTiamo addurre
con minore incertezza ch'elfo appartenga
al Sea-bat degl'Indiani fofpettato
da Bloch il Teyra degli Arabi, e
r Acarauna da Willougbey, che folo
ci diede nelle fue opere un'imperfetta
e rozza figura di quefto pefce.
Diftinguefi il Farfallone da tutte le
altre fpecie di Mollidenti alle 7 fafcie",
che cingono il di lui corpo romboidale,
l'una in vicinanza degli occhi, cinque
ai due lati del tronco, e l'ultima
preiFo alla coda. Oltre a ciò le fue
pinne maggiori fono punteggiate frequentemente
di macchie ofcure ed occelliformi
a fomiglianza delle ali dei Papilioni;
per cui, inerendo anche alla
forma efteriore, lo abbiamo contraddiftinto
col nome nuovo, e caratteriftico
di Farfallone.
La tefta del Farfallone è breve, ed
ottufa; gli occhi mediocri; e le mandibole
difuguali, fopravanzandofi dall'
inferiore la fuperiore a rovefcio di quanto
offervafi nei Mollidenti Vefpertilione,
e Teyra, ai quali efternamente fomiglia.
Il corpo di quefto pefce affai
più largo che lungo è quafi rotondo,
benché fegnato nella circonferenza da
quattro angoli ottufi che lo rendono
di figura romboidale: effb è tutto coperto
di minutiilìme fquame, che pel
loro diffeccamento fono invifibili ad
( j ) Iclith. VI. Planch. CXCIX. fig. i. 2.
pracipue quoad oris ßruSiuram, me non
quoad minorem quantitatem, majoremque
pinnarum alce forma prominentiam^ cum
infuper hi aut omnino fafciis careant, vel
tres tantum habeant aliter difpoßtas.
Nec fatis certi effe poffumus an nofler
Ichthyolithiis fit illius pifcis se e let on,
quem attributis ad Chaetodontem alatum
congruis ( N. IL ) citato a nobis loco
Gronovius descripßt. Vixque minori
cum dubietate pqßumus adferre ad Seabat
Indorum pertinere, quem eße Teyra
Arabum fufpicatur Blochus, et Acarauna
Villougbey, qui folus fuis in operibus
imperfeéìam, et rudem edidit hujusce
pifcis pióluram.
Ab univerßs Chcstodontium fpeciebus
Papilionem difcriminant feptem, quibus
rhomboidale corpus redimitur, cingulij
units prope oculos, quinque utrinque ad
thoracis later a, pone caudam poßremus.
Majores pitmce preeterea punctim crebris
maculis, pullis, et occlliformibus Papilionum
ad inßar umbrantur ; ex quo etiam
ob extrinsecmn corporis modum novum
et ßngulare Papilionis nomen indidimus.
Ejus caput breve, et obtufuwij non
magni oculi; mandibuhs incequales, cum
fuperiorem pnetergrediatur inferior ^ e
contra quod in Chietodonte Vefpertilione
ac Teyra confpicitur, quos extrinfecus
imitatur. Longitudinem excedit latitudo
corporis, quod ferme rotundum
ejli etjl quatuor obtujis angulis in circuitu
dijiinguatur, quibus ad rhombi figuram
accedit. Squamis intcgitur minutijfmis
undequaque, qua; ob exjìccationem
nudis oculis confpicua non funt. Pinnam
dorfalem fublimem quinque majo-
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