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N. XXX.
L ' E R P I C O
C H A E T O D O N ASPER
TAV. XX. FIG. I.
Ch. squanus asperis; spinis dorsalibus 9., Cauda bifida.
Selii Muf. ¡. tab, 16. iig. n?
D. f, P. 14. V. 6. A. i C. 23.
I caratteri generali del Mollidente
fono abbaftanza marcati neli'efteriore
fisonomía dell'Ittiolito, del quale pre.
ientemente fi tratta; dimodoché ,non
fembra difpiitabile il genere a cui viene
da noi riferito. Ma fatta la più ri.
gorofa ispezione delle particolari note
di quello pefce, e confultate fopra di
elfo le opere dei Naturalifti, abbiamo
creduto di poterlo annunziare per una
fpecie nuova, che i fiftematici non hanno
finora defcritta, e che veriilmilmente
ritrovafi propofta da Seba nella Tavola
in principio citata. Il nome
di Erpico, fotto il quale lo produciamo,
deriva dall'efl'ere addentellata
a guifa di fiiFatto iftromento la fuperficie
del di lui corpo ricoperto tutto,
di ruvide fquame, motivo per cui fia.
mo anche palTati a individuarlo colla
denominazione latina di Msllidente af.
pro.
II corpo dell'Erpico è ovale, e fca.
brofo; ma dilTeccato e ridotto allo ñato
di fcheletro diminuifce necellàriamente
in larghezza, e degenera nella
figura elittica. Ecco il motivo della
piccola differenza che fi troverà fra le
dimenfioni del noftro archetipo e quelle
del MoUidente di Seba, al quale fi
paragona. Q_uefto pefce dei mari dell'
Indie ha due pinne pettorali fcttililTime
compofte di 14 raggi; una dorfale
con p aculei, e 24 raggi confecutivi
di/pofti a maniera di femicircolo; due
ventrali minime divife in 6 raggi, e
impiantate al torace; una anale fomigliante
nella forma all'oppofta dorfale,
ma di foli 16 raggi preceduti da due
forti aculei; ed una caudale bifida inteffuta
di 23 raggi.
Charaäeres generis Chactodontium fatis
in profpeäu Ichthyolithi, quem exhibemus
apparent; ita ut extra dubitationis
ale am poßtum genus, ad quod pertinere
debet, effe videatur. Attamen peculiarihus
ipfius notis attente infpeilis,
natuneque invefligatorum operibus examinatis,
vifum efl ad novam fpeciem
referre, quam fyflematum auSores nondum
defcripfere, quteque veroßmiliter a
Seba propqfita in Tabula XXFI fuperius
citata reperitur. Nomen, quod indidimus,
Irpicis a denticulata in ßmilitudinem
hujufce inflrumenti fuperßcie
corporis fcabris fquamis aperti derivatur
ob quam etiam latina voce Chaetodontem
afprum adpellavimus,
Irpicis corpus ovale eji, et fcabrum;
fed exjlccatum^i et ad fceleton redaSum,
latitudine imminuitur, et in elypjtm dégénérât.
En exigu£ differentiae ratio,
quie inter dimenfiones archetypi nojlri
intercedit et illas Cbaetodontis Seba: ,
cui comparatur. Hic Indici maris pifcis
duas habet peÜorales pinnas fubtilijjimas
quatuor de dm radiis compojìtas;
dorfalem unam cum novem acidéis, et
vigintiquatuor radiis fuccejjìvis in femicirculum
difpojìtis; duas ventrales mínimas
in fex radios divifas, tboracique
hterentes; analem unam forma oppojìtie
dorfaìi Jtmilem, at folis fexdecim radiis,
quos duo crajfi pr^ecedunt aculei, con-
Jlantem; unam denique caudalem bifidam,
et vigintitribus radiis intextam.
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Neil'Erpico foffile dà noi qui prodotto
fi offre ben toflo un contraffegno
non equivoco per crederlo tale,
ed è la porzione di fquame fcabrofe al
tatto, ch'egli conferva ancora alla regione
del ventre. Le pinne, che in eCfo
fpiccano maggiormente con tutta la
ferie dei loro raggi, fono l'anale, la caudale,
e dorfale. Anche le ventrali lafciano
trafparire qualche refiduo, ed il
luogo precifo della loro naturale inferzione;
ma le pettorali appena fi rav.
Vifano in ombra, e fono prelTochè in.
teramente abolite. Nella pinna dorfale
efiite l'indicazione delle p fpine caratteriftiche,
e dei 24 raggi a margine
femicircolare, da cui fono feguite. La
pinna anale, che incomincia al diffotto
della metà del corpo, prefenta altrettanti
raggi ed aculei, quanti fono in quella
del Mollidente defcritto, ftendendofi
anche fin dove termina la dorfale,
a cui raiTomiglia nella rotondità della
circonferenza. Lunga e di forma bifida
è la pinna caudale del noftro fcheletro,
ove febbene fpezzati e confufi,
apparifcono i 23 raggi, che fono pro.
prj della coda dell'Erpico. Non è pof.
fibile ad occhio nudo il rifcontro de.
gli officelli che intrecciano le mal con.
fervate pinne pettorali e ventrali di
quefta fpoglia, ma coli'ajuto delle len.
ti le prime manifeftano 14 raggi, e 6
le feconde.
L o fcompaginamento che offervafi
nella tefta del noftro pefce è prova indubitata
ch'egli ha fofferto un principio
di corruzione avanti di rimanere
petrificato. Ciò maggiormente giuftifica
le differenze avvertite più fopra ri.
guardo alla fua figura, e l'effer egli
mancante delle tre fafcie bianche, che
in iftato naturale cingono il nero fuo
corpo, l'una alla linea degli occhi, la
feconda all'addome, e la terza alla coda.
Del rimanente fra gl'Ittioliti del
Veronefe non fi è trovato finora alcun
altro efemplare conforme a fiffatta fpe.
eie, che in due tavolette d'incontro
adorna la più volte lodata Collezione
del Sig. Conte Gazola.
In fojfili Irpice, quem exhibemus,
non dubite ajferta fpeciei tejles fcabrie
funt fquamce , quas adhuc in ventris
regione confervat. Pinnte, qua in ipfo
magis cum tota radiorum ferie apparent,
funt analis, caudalis, atque dorfalis,
Ventralium etiam nonnulla remanent veftigia,
et locus itidem confpicuus ejì, ubi
naturaliter infertee effe debent; fed pe-
Boralium vix quadam fuperefi umbra,
qua fere penitus deletes confpiciuntur.
In dorfali pinna novem fpinarum charaUerem
dejignantium, et vigintiquatuor
radiorum margino femicirculari, qui
fubfequuntur, index, exijiit. Analis, qua
ultra medietatem corporis incipit, totidem
exhibet radios aculeosque, quot funt
in illa Mollidentis defcripti; hac protenditur
etiam ufque ad Jìnem dorfalis,
cui praterea ejl perjìmilis in rotunditate
peripberia. Oblonga et bipartita ejl
caudalis pinna nojìra exuvia, ubi etji
contriti, atque indiJlinSi, attamen viginti
tres radii, qui fpeSant ad caudam
Irpicis, apparent. Non datur nudis 0-
culis ojficula infpicere, qua pinnas peéìorales,
et ventrales permeant hujufce
fpolii; fed microfcopicis vitris quatuordecim
radii in primis, et fex in fecmdis
cernuntur.
Perturbatio partium, qua in capite noßri
pifcis difcernitur, fatis certe demonßrat
glifcenti putredini obnoxtum fuiffe
antequam petrofa uligine permearetur.
Quod eo magis differentias forma fupra
adnotatas confirmât, rationemque reddit
cur tribus fafciis albis careat, qua in
naturali ßatu atrum ejus ambiunt corpus
juxta oculos, in abdomine, et in
cauda. Caterum inter Ichthyolithos Veronenßs
ditionis nullum aliud exemplar
buie fpeciei conforme hucvfque efl inventum,
quod duobus tabellis pluries laudatam
Colleilionem Comitis Casiola exornat.
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