
X X X V I
Gabinetto Bozziano, quantunque fembri
a primo afpetto una varietà del Riccio
tigrato poc anzi defcritto, fi conofce
nondimeno dalla forma differente del volt
o , dalla maggiore rotondità del corpo,
. dal fito degli occhi, e dalle pinne del
petto per una diverfa fpecie. Alla verificazione
delle fue note fpecifiche molto
contribuifce il confronto di altri efemplari
più confervati, che dopo l'incifione
di quefto fopravvennero alla rie-,
chilTmia collezione del Conte Gazola.
Ruifchio fra i pefci deU'Amboina (23)
defcrive un Riccio marino di minuta ftatura,
che fomiglia nell'abito efterno alla
fpoglia del noftro, ma che non confronta
egualmente nei caratteri della fpecie,
quando fi paragonino infieme con
ogni efattezza il capo, e la coda di entrambi
, e la configurazione delle diverfe
pinne. Se facciamo attenzione al Tetrodonte
del Ni lo ( Tetrodon lineatiis L. ),
rapprefentato in piccolo , e dalla parte
del ventre nella Tavola GLI di Bloch,
vi ritroviamo tale corrifpondenza colla
figura del noftro foifile , che, prefcindendo
dalle differenze della grandezza,
la fua identità di fpecie fembra indubitata,
e ficura. Riflettendo però, che la
maggior parte dei Tetrodonti pofti a
giacere fupini prefentano la fteffa immagine,
refta fofpefo il giudizio fui valore
dell' argomento dedotto dalla fomiglianza
del corpo: giacché per quefto
riguardo il Riccio Bozziano fi potreb.
be riferire all' occhiuto, e lagocefalo di
Linneo, come al lineato di Bloch.
Non evvi propriamente fra i Riccj,
che il folo pefce Palombo, il quale veduto
anche dalla parte del dorfo comparifca
sferico a guifa dì globo, e moftri
dappertutto alla fuperficie del corpo
delle papille fetofe, e delle piccole fpine.
Per fiffatti decifivi caratteri, che ad
occhi armati di lente abbiamo con replicate
ifpezioni verificati nel, noftro ar.
chetipo, non dubitiamo di determinarlo
per una fpecie immatura del Flafcopfaro
o Palombo dell' Adriatico, abitatore
non meno del Mediterraneo, che
dei mari dell' Indie, e dell' acque del
N i l o .
( j j ) Tav. V. fig. jo.
rus, non fatis attente in ejus formam intuentibus
, varietas quidam videri poteß
illius Tetrodontis, quem modo defcripßmusi
facies tarnen longe dijjìmilis, & ro.
tunditas corporis multo perfeßior, ftiufque
oculorum , ac pinnarum peßoris ad
fpeciem disparem illum, diverfamque apertius
adfcribit. Porro autem quam plurimwn
valuit ad charaBeres fpeciei definiendos
collatio hujus foffilis cum aliis
cjufdem partis multo abfolutijfimis, qui
pofl delineationem ßgura Mufeum Ga&oliantm
locupletarunt.
Ruyfchius quidem inter Amboinenfes
pi fees exornat fcripti s Ecbinum quemdam
marinum , qui habitu corporis Ichthyolitbi
tiqfiri Jìmilis baberi pojjit. At ft utriufque
caput, & cauda, pinnaque omnes
rite inter fe conferantur, non ii piane
convenient in definitis fpeciei notis . Contra
vero ß Tetrodon Nili infpiciaiur,
quem Tab. CU ex adverfo ventre adumbratmn
Blocbius proponit , tantum in
hoc, atque in figura nofrfi fojfi lis convenientiam
effe conßabit, ut differentia
magnitudinis pr.itermifa , nimirum con.
ciudi pojfit, ab -utroque eamder/i fpeciem
fingi . Verum illud confiderantes quod
Tetrodontas refupinos maximam partem
exhibere eamdem figurimi neceffe eß,jam
incertum pendebit judicium de argumento,
quod fmnitur ex corporis fimilitudine.
Bo&z-ianus enim aque ad Lineatum
Blocbii & ad Lagocephalum, vel ocellatum
Linnet pari jure referri poterit.
Nullus fane inter ifliufmodi Orbes pr<e.
ter Hifpidum hunc, vel adverfum dorfo
infpeäum tam bene fph^ram imitatur,
nullufque fic fummo corpore & villofas
papillas fetis, & minimus undique exerit
fpinas. Atque bjfc in Arcbetjpo noßro
certijftma ftgna, nempe armatis vitro oculis
iterum iterumque recognovimus a
quibus adeo conßituimus, illud certo effe
Flafcopofarum five Palumbum adbuc pullum,.
qui tum Adriacum mare, tum quod
medium Europam alluit, atque Africam,
& Indica aquora & Nilum incolit.
Ciò che da Plinio nel libro 32 fi dice
del pefce Orco fembra, che poffa appropriare
in gran parte al feto, di cui parliamo.
Bellonio, e Salviano defcrilTero diffìifaniente
il medefinio pefce da elfi denominato
Orbe, e ne diedero un'imperfetta
figura veftendolo arbitrariamente di fquame.
I migliori difegni dell'Orco di Plinio
fono quelli, che trovanfi nelle Ittiologie
di Seba, e di Bloch, e che da queft'ultimo
vengono riferiti al pefce Palombo,
mentre Linneo, feguendo l'Artedio, fu di
parere, che doveffero attribuirfi al Tetrodonte
ocellato. Per verità non è poflibile
di decidere fopra la fpoglia di un feto foffile,
quale delle due differenti opinioni,
meriti la preferenza.
Il noftro Palombo fi ravvifà viemmaggiormente
per tale alla fua fronte fpianata,
al ventre che fopravanza l'eftremità
della tefta, alle mandibole eguali del roftro,
alla fituazione e forma delle pimie
branchiali, e finalmente alla dimenfione,
e ftruttura della caudale, in cui col favo-,
re delle lenti fi contano I O raggi colle loro
rifpettive diramazioni. Non ritrovafi
in quefto foiTile alcuna traccia delle due
oppofle pinne anale, e dorfile : ma ciò
non efclude la verificazione delle principali
note fpecifiche, per le quali fi riconofce.
L e fpoglie del piccolo pefce Palombo
efiftono nelle ftratificazioni biancaftre,
Quod Plinius libro XXXII de pifce Orco
fcripftt, in hunc Ichthyolithum videtur
maxime convenire. Eumdem Orbem nominarunt
c giallognole della Laftrara, nè mai fin
ora fi trovarono in quelle diverfamente
colorate del Riccio, tigrato, delle quali fi
è parlato più fopra .
Bellonius, & Salvianus, fufiufque
illußranmtifed vitiofam prorfus ejus imaginem,
additis etiam arbitrio fuo fqunmis,
nobis ediderunt. At PUmani Orci
effigies diligentius exprejfa habetur ea, quam
proponunt Ichthyologite Sebis B' Blocbii.
Poflremus hic Palumbem pifcem, Linneus
vero, Artedio duce, Tetrodonta ocellatum
in e a vider unt; & fane de fojfili tam exiguo
difficillimum eß confiituere utri faveat
fententia »
Nobis vero, ut Ichthyolithum Palum^
bem potius putemus , probabilem, perfpicuamque
conjeäuram afferunt figna hec:
frons videlicet explanata, abdomen ultra
capitis partem fummam excedens, maxil-
Ice roflri äquales, figura , & fitus pinnarum,
qua ad branchias fpeSant, firuaura
denique ac dimenßo pinne cauda, in
qua vitrea lentis ope decern radios cum fuis
cujufque tamulis numeravimus. Nullum
porro pinnarum, qua inter fe adver fa funi
ani, & dorfi vejligium in foffili apparet;
non id tarnen ejusmodi efl , ut fpeciei pro.
prias notas vetet cognofcere.
Typus hic in albefcente lapide, &quafi
croceo Bolcana lapidicina reperiturj nec
in alio ufquam diffimiliter colorato, neque
in eo, ex quo Honckenii ilk Tetrodon
eruitur.
N. XII.
I L P E S C E V IOLA
R A J A MU RI C AT A
T . IX. FIG. I.
R. corporefubrotundo, fpims ottufis reticillato; cauda
aculeata longiffima.
R. corpore fiiborbiculato ; cauda duplo longiore fubtus
alata, fupra aculeis duobus longis utrinciue fetratis.
iarskaal Faun.Atab.p. 17.
I caratteri fpecifici di quefta Razza fono
la rotondità del corpo colla fuperficie
coperta di una rete fpinofa, e la coda lunghiflìma
armata alla metà di uno o due
Raja afteria'afpera Rondel c t i i , Í aliorum . Arteà. Icth.
Gen. 4?. fpec. 11.
AjeiEbaBrafiUenlis. Firn rooto Lufitanis. Äreirnw. Bra-
Bl. p. l^ì•
Hanc raja fpeciem dißinguunt a cate,
ris corpus teres, fpinofo voluti rete fupertextum,
& cauda longißma, quam medtam
mus vel alter aculeus armat, nulla vero
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