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moderni diftinta menzione il chiariffimo
Abate Fortis, che nel Giornale
fifico di Rozier diede un cenno degli
Ittioiiti piii rimarcabili del Gabinetto
Bozziano. Colpito egli dalla faccia
efteriore di quefta fpoglia analoga
a, quella dell' Angufigola roftrata del
mare Adriatico fu indotto a credere,
che apparteneiFe al genere addominale
degli Efoci, e fofle quella medefima
fpecie, che viene definita da Attedio
E fox acus ropo t ereti fpithamali, e
da Linneo chiamata Luccio belone.
M a confiderata attentamente la pofizione
delle pinne ventrali in mezzo alle
pettorali, fìamo guidati tofto a conofcere,
che la noftra Angufigola non
ha alcun rapporto reale cogli Efoci,
nè con verun altro genere degli addominali,
e che in vecé fi manifefta a decifi
caratteri dell'ordine linneano dei
pefci toracici. La ftruttura poi, e le
dimenfioni tanto dell'aletta dorfale che
dell'anale difconvengono intieramente
con quelle del Luccio belone, e di tutte
le altre fpecie di Efoci fin qui coiiofciute.
Sembra piuttofto che l'Angufigola
fia quel pefce che trovafi rozzamente
delineato nella Tavola quartadecima di
Ruyfchio, e dsfcritto nella feguente
maniera: " È un pefce del genere degli
Aghi, ed il maffimo dei mede-
" fimi Ha il corpo fquamofo ed
„• azzurro, e due pinne nel dorfo, la
prima delle quali 'finifce verfo la metii
del corpo, e la feconda vicino
alla coda. Nel di lui ventre rifiede
"„ una fola pinna lunghiffima, che fi
„ efteijde dall' ano fino alla coda „ .
Certamente nell'Angufigola noftra la
forma del capo corrifponde in ogni fua
parte alla figura del Willougbey, che
citafi dal Ruyfchio; e quantunque il
dorfo comparifca veftito di una fol pinna
, fi oiTerva che i raggi della nuca fino
alla metà del corpo fono diverfi
dagli altri che dalla metà fi eftendono
fino alla coda. Inoltre chiaro apparifce
che dove incominciano fono più alti,
e vanno pofcia declinando infenfibilniente,
lo fieiTo rilevandofi in quelli
che vengono dopo. Ruyschio nota che
il di lui pefce è fquamofo, e ciò fi
tionem priefertim fecit Fortius, qui in
l'hyftco Rozierii Diario rnriorum Boag^
iame Lithotheae Ichtiolithorum obiter
meminuit. Extrinfeco deceptus exuviiS
confpeBu acum maris Adriatici referente,
generi abdominali Efocium fpeBare, eamdemque
effe fpeciem ab Artedio Esox
acus roftro tereti spithamali defiiitam,
ntque a Limiao Luccio belone adpellatam
putavit. Verum pinnas ventris inter
pinnas peBoris infertas cum attentius
confideramus, Jìatim in aperto ejì,
Blochimn hunc nojìrum neque cum Efocibus,
nec cmn ulto alio abdominalium
genere reapfe congruere, potiusque nianifejiis
indiciis ad tboracicos Limnei pifies
pertinere. Struclura infuper, nec
'non dimenfto cum alnhe in tergore, turn
in -podice differunt toto ctslo cmn alis
Ludi belonii, reliquarumqiie fpecierum
in Efocibus defcriptarum.
Videtur fatius Blochimn illum effe
pifcem, quem rudi marni in XIF tabula
delineamt, at que ita Ruyfchius defcripjlt
" Fifcis eJl ex Aconm genere,
„ et quidem maximus.... Corpus eji
„ fquamofmn et caruleum. In dorfo
„ bis adfiirgimt pinna, ac toties def-
„ ciunt. Primum circa medium corpus,
„ ne deinde non prociil a cauda. In
„ ventre autem unica tantum pinnarum
„ feries reperitur ab ano ad caudam „.
Noßro equidem in typo corporis forma
omnino figura Willougbey ab Ruyschio
citati refpondeti ac quamvis dor finn una
tantum vefliatur pinna, attamen occipitis
radii ad medium ufque corpus diverfi
fi habent ac cateri a medio corpore
ufque ad caudam. Infuper ab initio
adfurgunt altiores, ac poflea fenfiim
deficiunti atque ita ii quoque, qui fubfequuntur.
Adnotat Ruyschius fuum e f f e
pifcem fquambfum; quad in noßro etiam
confpicitur, qui penitus rhomboidalibus
fquamis minutiffimis obtegitur.
Adfirjt infuper, edacifmum effej no-
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verifica parimenti del noftro veftito
t u t t o di minutiillme fquame di figura
romboidale. Dice inoltre che è voraciiFimo
; e tale pur fi ravvifa il noftro
archetipo dalla morte improvvifamente
colpito con un pefce in bocca della
ftcìla fua fpecie : accidente affai raro,
e degno della rifleffione, e curiofità dei
Filofofi. Finalmente avverte, che nel
ventre ha una fola ferie di pinne, quantunque
due ne vengano efprelfe nella
rozza di lui figura ; ed eguali caratteri
fi rilevano nella noftra Angufigola, il
di cui ventre è armato di una fola lunghifllma
pinna.
Non eflendovi alcuno fra gl'Ittio.
logi fiftematici de'noflri tempi, che abbia
dato il nome e i caratteri di un
cotal pefce, ci fiamo quindi determinati
di flabilire in effo un genere nuov
o dell'ordine dei Toracici colla denominazione
di Blochio in oflliquio del
celebre Bloch tanto benemerito dell'Ittiologia
. La diagnofi di quefto genere
da collocarfi tra le Corifene, e le Cepole
di Linneo è il capo conico acuminato,
la membrana branchiojìega di
quattro raggi, il corpo ferpent i no fquamofo,
e la pinna dorfale della lunghezza
di tutta la fchiena.
Ritenuto in quanto alla fpecie il nome
volgare di Angufigola, col quale
f u fin ora chiamato dai Collettori degl'Ittioiiti
del Veronefe, fpccifichiamo
ora il noftro Blochio col titolo iftruttivo
di Lungorojlro per fervire alle regole
ftabilit'e dai maeftri della latina
nomenclatura. I caratteri diftintivi di
quefta fpecie fono le mandibole addentellate
, e prodotte in un roftro fimile a
quello delle Beccaccie, e all'ejiremità
acuminato i la pinna anale, e dorfale
lunghiffime; e la coda bifida.
L'efemplare rapprefentato al naturale
nella figura prima della duodecima tavola
in principio citata è tolto dal celebre
Gabinetto Bozziano degl' Ittioiiti
di Veftena. Effo ha la ftatura di
pollici 3 5 , ed è largo un pollice, e
quattro linee. Il pefce della ftefla fua
fpecie, che fembra tenere in bocca,
giunge a pollici 13 di lunghezza, ed
ha quafi un pollice di larghezza. La
tefta di quefta Angufigola è volumifter
quoque, cum repentina nece eß correptus
, pifcem fui generis devorabat,
quem adhuc mordet: quod inufitatum,
dignumque Pbilofophonim eß indagine.
Innuit demum unam tantum ad alvum
habere pinnarum firiem, etß duas exprimat
piéiura; non ficus in noßro, cujus
in ventre una tantum perlonga pinna
adfurgit.
Cum nullus noßri avi Ichtiologorum
adpellationem, nec non hujus pifiis attributa
hue ufque prabuerit, novum auß
fumus ex Thoracicorum ordine cudere
genus, quod in obfequium clarifßmi Biochi
optime de Ichtiologia meriti Blochium
nuncupati fumus. Hujufce generis, quod
inter Linnaanas Coryphienas, Cepulasque
collocandum eß, diagnqßs ita fi
habet : caput conicum acuminatum,
membrana branchioftega radiorum quat
u o r , corpus ferpentum forma fquampfum,
pinnaque dora per totum tergus
producta.
Retento quoad fpeciem vulgari Angufigolas
nomine, quo a Veronenfium
Ichtiolithorum ColleBorihus haBenus defignatus
fuit, noßrum modo Blochium
Longiroftris vocabulo, ut legibus obfequamur
ab praceptoribus latina nomenclatura
latis, diftihguamus . Pracipua
ißius fpeciei infiignia habeto maxillas dentibus
prxditas, in roftrum fcolopaceum
productas, apice acuminatas; ani, dorfique
pinna: longiffimas; cauda bifida.
Exemplar ad naturam expreffum in
figura prima Tabula XII ex celebri
defumpfimus Ichtiolithorum Veßeniorum
Lithotheca Bozzi ana. Triginta quinque
pollicum eft longitudine, uno autem tribus
cum li neis latitudine. Pifiis veto,
quem mordicus tenere videtur, XIII pollices
cxtenditur, ad unum ferme dilatai
ur. Caput Blocbii voluminofum eß,
conicum, atque in occipite, ut Efocium,
illifum. Corporis forma cylindrica anijli
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