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CLXXX
Ma quefto, che imprendiamo a defcrivere,
è quella fpecie particolare pubblicata
da Gefnero nella fua vera figura,
la di cui pinna dorfale non incomincia
come negli altri Pafferi dalla nuca, ma
foltanto all'angolo oppofto dove ha
principio r anale. Si diftingue inoltre il
noftro dagli altri Pafferi per la njaggiore
elevazione, ed altezza dei raggi, che
compongono le principali fue pinne, e
che fi dilatano verfo la metà del corpo
in due fpecie di ali. La rotondità altresì
della coda forma un altro carattere
diftintivo del vero PaiTero marino
in confronto degli altri pefci, che por.
tano lo fteiTo nome.
Non deve far urto ai Naturalifti il
minor numero dei raggi, che contanfi
nella dorfale, ed anale del noftro fcheletro
al paragone di quelli, che fi rilevano
nelle corrispondenti pinne del
PalTero. I Sistematici, che fanno afcendere
fino al numero di yg i raggi della
pinna dorfale, e quelli dell'anale a 54,
intuirono generalmente le loro olTervazioni
fopra degl'individui viventi, e
di groifa mole, fapendofi per afTerzione
del Dottor Bloch ( l), che il Pasfero
marino perviene ad una grolTezza
confiderabile, arrivando perfino al pefo
di quindici in fedici libbre. Il noftro
Ittiolito, come ognuno vede, efibifce
la fpoglia di un PaiTero piccolilfimo,
e che in iftato di vita fupporre fi poteva
del pefo appena di mezza libbra.
Porta oltre a ciò fui dorfo dalla parte
del capo le marche vifibili della mutilazione,
e frattura, che foftrirono alcuni
raggi della fua pinna dorfale, eflendovi
tuttavia rimarti cinque piccoli tronchi
in figura di fpine. E lo fteflb difordine,
ed infrangimento di raggi oiTervafi
dove incomincia la pinna anale. Egli
è quindi per l'età minore dell'individuo,
e per gli accidenti da eftb fofferti
baftantemente giuftificata la diflFerenza,
che paiTa fra il numero dei raggi
efiftenti nelle fue pinne paragonato con
quello, che in altri individui fu rilevato
dalla comune dei Siftematici : molto
più poi, che malgrado il contarfi nella
dorfale del noftro fcheletro foli ip
raggi comprefi gl'infranti, e i l nell'
( 0 ]• c. pag. 30.
iß e, quem illuflrandum aggrcdimur, peculiavi
UH adfcribendus eß fpeciei, quam
•vera Gcfncrus figura emlgavH, cujus
dorfi fpina, non. ut reliquis in Pafferibui
ab occipite, verum contrario ab ángulo,
ubi ani incipit pinna, digreditur. Ab
ceteris pr<eterea major radiorum altitude,
quibus principes conflant pinn£, quique
medium circa corpus alarum in morem
dilatantur, Pajferem hunc noßrum
dißerminant. Nec non rotunda cauda
alia nota plareffam ab aliis Pafferibus
dißinguit.
Nec. minor radiorum numerus, qui
in dorfi, ac podicis pinnis fceleti nofiri
exißunt, fecus ac in-Jtmilibus Pasferi
pinnis fe habet, Pbyfiiologis negotium
facejere debet. Syßematmn artífices,
qui LXXFIII radios in pinna dorfi,
in ani autem hlV numerant, vivis Pasferibus
admodum ingentibus ad inveßigandum
funt ufi i cum adferat Blochius
marinum Pafferem ad infignem magnitudinem,
quce XF -Del xri libras pondo
eequet, aliquando pervenire. At nofler
Ichthyolithas, ut cui que patet, exuviam
exhibet admodum exigui Pafferis, quique
vivens vix femiiibris putandus effet. Infuper
in dorfo pone verticem confpicua
refert fiygmata labis, ac offenfionis in
radiis pinnce dorfalis, cum adhuc quinqué
parva fpinarum more frußa rema-
'neant. Eadem confufio, ac fraBura radiorum
, ubi ani pinna digreditur. Magnum
igitur ¡etatis difcrimen, ac damna, quibus
obnoxius fuit noßer typus, fatis rationem
reddunt cur tam fiü radiorum numerus
in ipfo ab iis Pafferibus diversus,
quos Syßematicorum vulgus examinavit ;
eo magis quod licet noßro in fceleto
XXIX tantum, fraäis inclufis, in pinna
dorfij XXII autem in anali numerentur
rada i atraque tarnen quoadß)rmam omnino
pinnce dorfali analique adultorum Pasferum,
qui majori ßmt radiorum numero
inßruBi, apprime refpondet.
C L X X X I
anale; l'una, e l'altra corrifpondono
nondimeno con cfattezza alla figura della
dorfale, ed anale dei Pafleri adulti forniti
di maggior numero di raggi nelle
accennate due pinne.
Del rimanente la forma, e proporzione
del corpo, la rotondità della pinna
caudale nel margine pofteriore, la
firuttura, e'I numero precifo de'raggi
di cui è compofta, confermano vie
maggiormente a vifta de'più minuti confronti,
che r Ittiolito di cui parliamo
è lo fpaccato di una fpoglia antica del
PaiTero marino, che ora vive nel Baltico
, e propaga in tutti i mari del Nor d
copiofamente la propria fpecie.
Cceterum forma acproportio corporis,
pinna cauda in pofleriori margine rotunda,
flruBura, ac numerus radiorum,
quibus confiat, etiam diligentiori comparatione
magis magifque confirmant, Ichtbyolithum,
quem exhibuimus dimidiatum,
vetus effe fpolium PleuroneBis PlateffiS,
qui Germanicum finum inhabitat, cunâifque
gignitur in pelagis ad Boream
fitis.
N. LXXV.
I L TRIDENTE
ZEUS TRI Ü RU S.
TAV. XLIV. FIG. 1.
2 . cauda trifurca; radiis anterioribus piuns dorsalis 8,
longioribus.
B. 7. D. 37. P. 12. V. 6. A. 30. C. li.
T u t t i i caratteri, che fono proprj
del genere delle Dorate, che Zeufi furono
dette da' Siftematici, fpiccano in
modo particolare nella fpoglia del noflro
Tridente, che quantunque folfile
fembra per cosi dire ancor viva, e
guizzante nel fuo nativo elemento. Le
Dorate fecondo le olTervazipni del Dottor
Bloch ( i ) fi diftinguono dagli altri
pefci al loro corpo fottile largo, e compreiTo,
e ai lunghi raggi, capillari, che
precedono la loro pinna dorfale. La
tefta di quefti pefci è declive come
quella degli animali quadrupedi, e di
grolTa mole con largo fquaicio di bocca,
ed occhi vivi rotondi,, e fpaziofi.
Larga è parimenti l'apertura delle due
branchie, la membrana dtlle quali è
contraddiftinta da fette oiFicelli. Tutta
la fuperficie del loro corpo apparifce
lifcia, e brillante come una lámina di
metallo, d'onde fembra che abbiano
tratta la denominazione di pefei Dorati.
( 0 Ichth. IL pag. aa.
Fart. II.
Omnes notte gsmris Auratarum propria,
qttie Zeuxes ab Syflematicis fuerunt
adpellatie, fingulari modo in nofiri
Triuri eminent exuvia, quie etfi fosfilis,
videtur adhuc, ut ita die am, vivens,
ac natali mie ans in ßuBu. Auratas juxt a
Blochii obfervationes a reliquis pifcibus
corpus fubtile, latum., atque compreffum,
nec non longi capillar es. radii, qui ante,
cedunt pinnam dorfi, fecernimt. Caput
ut in quadrupedibus demiffmn, ac volu^
mine difiinéìum, patulo orishiatu, oculis
micantibus, rotundis, atque amplis. Late
pariter patet branchiarum apertura, ac
earum membrana nil cfi fuffulta officulis.
Extimum corpus glabrum, ac lucidum,
ut ms laminai bine Auratorum
pifcium cognomen traxiffe vidcntur.
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