
vil
CCLXXX
quefto foffile fi preferita, e tutto infierne
l'abito efterno delle varie fue parti,
dà chiaramente a conofcere, ch'eiTo
appartiene al genere Linneano de' Labri,
e a quelli in particolare, che antie, e
Jcari furono volgarmente denominati
dagli-antichi Naturalifti. È carattere di
im tal genere la membrana branchioflega
a 6 raggi gracili, le labbra grosf
e , e carnofe, che coprono i denti,
e la pinna dorfale parte fpinofa, e parte
a raggi bifidi, ed elevati.
Oiiefta nuova fpecie è di forma
ellittico-ovale j colla teda incurvata conica,
e la coda lunata. La fua pinna
dorfale fi ftende dalla nuca fino alf angolo
della coda, ed è compofta di 14
raggi anteriori fpinofi di mediocre lunghezza,
ed aculeati, il primo de' quali
più breve de' fufièguenti, e di 1.8 raggi
bifidi pofteriori difpofti in figura
triangolare. Non apparifce veftigio alcuno
delle pinne pettorali, poiché il
noflro scheletro prefenta in facciata lo
fpaccato interno del di lui corpo, rimanendo
l'efteriore fepolto dentro alla
pietra, onde neppure vifibili fono in
ciTo gl'integumenti fquamofi. Le pinne
ventrali alquanto abbalfate per un
puro accidente dell'imbalfamazione, e
diiTeccamento di quefta fpoglia, fono
piccolilUme, e tenui, contandofi nelle
- medefime a ftento 6 fottiliflìmi raggi
per ciafcheduna. Più eminente, e meglio
marcata d'ogni altra è la pinna
anale di quefto fchelctro, ove fi vedono
precedere tre grofli aculei diftinti,
feguiti da z6 raggi più lunghi, difpofti
nella ftcFa guifa dei bifidi della dorfale,
e che fono allungati da un' ap.
pendice filiforme, fecondo il carattere
proprio della maggior parte de' Labbri.
L a pinna caudale per ultimo fpiegata
a ventaglio forma nel margine eftremo
una fpecie di arco, numerandofi in
cfta diftintamente 14 raggi multifidi,
le di cui ramificazioni rimafero ai margini
laterali confufe per lo fcioglimento
della membrana, che le teneva divife
nei loro fafci.
Ecco in breve i caratteri, che diftinguono
il nuovo Labbro da noi annunziato
col nome di Podalirio. [gnorafl
qual pofla elTere la natia fuppeldìfpicimus,
totufque extcrmrum partium
habitus aperte demonßrant, ipfum ad
Linmeamm Labrorum genus pertinere,
atque ad illos prafertim, qui Antix,
atque Scari vulgo a •Beteribus phyficìs
fuerunt mncupati. Ejus generis inftgne
cfl pnecipuum membrana branMoßega
VI radiorum gracilium, labia crajfa,
et carnofa dentes tegentia, atque pinna
dorfi partim fpinofa, partim radiis bifidis
ac fublimibus inßrucia.
Nova h.ec fpecies forma eß ellypticoovali,
incurvo capite conico, ac cauda
lunata. Vinna dorß ab occipite ad unguium
ufque caudie excurrit, eonßatqu^
XiF radiis anticis fpinofis, aculeatis,
atque mediocris longitudinis, quorum primus
fubfequentibus brevior ex XVlìl
radiis biftdis poßerioribus, triquetra figura
dispoßtis, coalefcit. Nullum pin.
narum peiioralium veßigiumj nam fcektmn
hoc ' nqßrum e regione internum
corpus exhibet dimidiatum, cum extcr.
num late at in ßlice^ ideoqiie me cutis
quidem fquamis oòteéta confpici poteß,
Pinn£ ventrales paullisper lapidefcentice ^
atque exßccationis caßbus depredile, funi
peiparvie, atque tenues, cum FI agre
fubtillimi radii in ipfis ßngillatim numerentur.
A Iti or, ac ceteris magis expreffa
eß analis hujufce fceleti pinna,
in qua tres craßi aculei diflinBi pracedunt
, fequunturque XXVI longiores
radii eod'em modo, ac bifidi dorfalis radii,
difpofiti, atqui appendici filiformi juxta
morem plurimorum Labrorum proprium
porreäi. Pinna demum cauds ad inßar
ßabelli expanfa quemdam in margine extreme
efficit arcum, cum XIv radii multifidi
diflinBe in ea numerentur, quorum
ramificationes in marginibus lateralibus
funt confufie ob deletam membranam,
qua in fafciculos eas dirimebat.
En breviter attributa, qua novum
Labrum a nobis Podalirii nomine enundatum
dißinguunt. Quienam ßt colorum
ejus fuppellex, quivis pelagus, nidusque.
CCLXXXI
lettile de'fuoi colori, e quale l'oceano, qui procreaverit, alueritque hanc fpeciem
e la vera patria, che diede vita, e modo inter Ichthyolithos Veronenfes re.
ahmento a fiffatta fpecie ora efìftente cenfitam ignoratur.
fra gl'Ittioliti del Veronefe.
N. CXXIII.
I L BARBINO
. S ^U A L U S F A S C I A T V S
T A V . LXVU.
S. capite truncato, cirris duobus. «oc/j. Ichth. IV. pag.
II. PI. cxm.
S. capite obtuso; cirris duobus ad maxillam fuperiorem;
dorib vario inermi. Gronov. Zoophi l . pag. j j .
N.- .47.
Alla prima ifpezione dell' abito efterno
di quefto follile fi riconofce ben
tofto per una fpoglia di un pefce cartilaginofo
fpettante al genere degli Squali.
Ma eflendo alquanto sfregiato ne'
fuoi contorni, ed in figura per così
dire di fcheletro, diiEciliffima cofa riefce
il diflinguerlo dalle altre fpecie,
che gli fono congeneri.
Il capo anteriormente troncato, e
due cirri alla mandibola fuperiore coftituifcono
le principali note fpecifiche
del Barbino, che fu per la prima volta
defcritto dall' Attedio nel Teforo
di Seba, indi illuftrato da Gronovio,
e da Hermann, e più recentemente
da Forfter, e Bloch. Nella noftira fpoglia,
quantunque fiano affatto fpariti, e
jnvifibili i cirri, fulFifte però la forma
ottusa del capo, che efattamente confronta
colf immagine naturale del pefce
Barbino. Si aggiunge a quefto primo
contraflegno la brevità del tronco in
proporzione del rimanente del corpo,
la groiTezza della tefta, e la coda lunghilFlma,
non oftante che tutta per intiero
non fi ravvifi nel noftro fcheletro.
L a forma delle pinne pettorali difconviene
alcun poco da quella, che
rifcontrafi nelle figure di Seba, e di
Bloch , in cui tali pinne fi rapprefentano
larghe bensì, ma troncate, laddove
in quefto Ittiolito apparifcono
falciformi, ed acuminate. Ma le altre
pinne non poftbno meglio convenire
per la loro piccolezza, inferzione, nu-
Fmt. II.
S. naribus ore approximatis, fpiracnlis utriiique qnat
e r n i s , cauda longiiliraa. Seba. Muf. j . pag. 'iof.
I. tab. 54. fig. I.
S. fpiraculis quaternis, cirris oris duobus, corpore rufo albo
eransverfmi falciato. Hermann, tab. AIEnit. pag. joi .
Primo externi habitus ißius fojjtlis
adfpeBu illieo fpolium pifcis cartilaginei
ad Squalorum genus fpeiìantis digno.
fcitur. At cum ßt in marginibus exe.
fum, atque, ut ita ,dicam, ad ojfeam
compagem redaäum, difficillimum eß a
reliquis ejufdem generis fpeciebus ipfum
fecernere .
Caput anterius truncatum binis fuperiori
in maxilla cirris principes funt
Barbini nota, quem primo Artedius in
Seba Thefauro, poßea Gronovius, atque
Hermannus, nuper Forßerus, Blochiusque
illußraverunt. Noßra in exuvia etji af.
fatim evanuerint cirri, remanet tamen
forma capitis obtufa, qua egregie cum
naturali effigie pifcis Barbini congniit.
Huic primo ßgno trunci brevitas pra
reliquo corpore adjicitur, capitis er affi,
ties, atque perlonga cauda, etfi integra
tota in noßro fceleto minime fuperßt.
Peßoralium pinnarum forma ab Ulis
Seba, atque Blocbii tantillum differì;
in qui bus ha pinna, etfi lata, mutila tamen
delineantur, cum contra in hoc Ichthyolitbo
falciformes, atque acuminata
appareunt. At reliqua pinna nihil melius
parvitate, fitu, numero, ac forma
cum arehetypo noßro congruunt, caudalis
prafertim, qua aimodum ¿ß longa, ut
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