
XXVI
r a , cioè i globetti fibrofi di zeolitc, ed
i piccoli ventri gemmati di fpato calcano,
che criftallizMÌTi nelle loro cellette. Non
cosi deve dirfi dei fecondi macigm , che
confervano l'effere di pietre cornee, o
di petrofelci, piuttofto che quello di lave;
febbene fembrino a prima vifta qua
e là marcati di qualche fegno di alterazione
per parte del fuoco. Mal e produzioni
in terzo luogo accennate non hanno alcun
indizio vulcanico, tuttoché vulcanizzate
poiFano giudicarfi ne primi confronti;
ed altro non appai'ifcono, fecondo i faggi
dell'arte, che maffi voluminofi di porfidi,
e di graniti macerati lungamente dall
acqua , e quindi sfioriti fotto le alterna,
tive dell'umido, e del calore dell'atiBOsfera.
§ XIX.
Lafciando da parte le pietre fin qui
mentovate, che potrebbero anche ridurfi
tutte fotto la claiTe delle vulcaniche, fe
così piaceiTe agli Oflervatori jpalTiamo ora
alla confiderazione dei materiali, che fono
più proffimi alle cave dei Pefci, ed a
queUi fteffi, che le compongono. Tutto
il vailo recinto di quefte cave fegnato dai
monti C B D A ( Tav. U. Fig. i. ) è per
lo più fabbricato di due fole pietre in diverfa
guifa variate, che fi rapportano al
genere delle decompofte, e delle calcarie.
Una marna più o meno fiiTiIe, e dura
compone egualmente i due monti laterali
C A , febbene l'mio dall'altro divifi da
una piccola valle profonda, ove fporgono
in fuori gli fcogli t q s u inteffuti di
bafalti sfioriti. Si vede manifeftamente,
che tali monti non nacquero feparati
( § Xni . ) , corrifpondendofi fra di loro
nella forma, e qualità degli ftrati, come
anche nel contenere entrambi delle fpoglie
di Pefci. In fatti ofiTervando il piccolo
promontorio F , pofto in mezzo di effi,
e della valle che li divide, un nuovo
indizio prefentafi della loro antica unione
in un corpo folo, trovandofi quefta
ifteiTa pendice del medefimo impatto , e
ftruttura dei, due monti predetti. Il monte
B offre una congerie di bafalte parte in
rottami, e piccole colonnette difperfe, e
parte in efflorefcenza di terra arenofa ,
bruna, che dal punto T fi ftende per tutta
la valle accennata a guifa di volurainofe
correnti di lava. Merita però riflefdum
efl. Quamms enim aliqua ignis nota
affici vidéant-ur, perfpicuum tarnen eß eos
naturam kpidis cornei, autfetrqfilicis, quam
ejus kpidis, qui -Dulcmio liquatus fluxerit,
retiñere. Tettile denique maße, quamquam
principio intuentibus vulcanum experta pof.
fint exißimari, attamen nullum vulcani indicium
reipfa hahent. Eas namque,fiex
arte qmtras, piane cognoveris aut numidios
lapides, aut ingentesporphyrites effe, diu.
turnam aquarum vim paffos, qui adeo al.
terno aeris/rigore, & calore defloruerint.
§ XIX.
Sed hos lapides a fodinis remotiores
prictermittamus, quos nihil prohibet, ß cui
libeat, vulcanis tribuere. Nos.vero, qua;
materies fodinas proxime compleßatur, vel
etiam componat conßderemus. Ambitum
fodinarum , nimirum montium C B D
A fere omnem duo conflruunt lapidum ge.
nera decompoßta , & calcarea, multiplici
tamen varietate . Marna eadem, qua
wagis filili, qua minus , conßant duo
montes C A, alter ab altero fefiiniii valle
anmßa, & profunda, unde rupes t q
s u ex bafalte fatifcente prominent .
Non tamen hos montes ab origine fejunaosfuife
dixeris, qui eamdem in utroque
ßratorum lapidum formam, & fpecim co.
gnoverit,pariterquepifcium exuvias in utroque
deprehenderit. Quidi' quod ipftim pro.
montorium F inter ipfos e valle attollitur
eodem lapidum genere, ac fabricatione ?
At mons B mqfas exhibet ex bafalte, cujus
non una forma Etenim qua fragmina
ejus extant, parv.eqHie columns nul.
lo dißributce ordine: qua vero ( nimirum
a punito T per omnem vallem, quam diximus
) ipfe defloruit in plurimam terram
nigriorem, arenofam, perinde ac a vulcano
defluxerit. Verumtamen carbo foßilis,
^ ßrata ardeßa, qu£ latus boreale montis
late excurrunt, animadvertantur oportet.
Etenim ß de bafalte illud nonnulli l'hjßci
arbitrante, quod is ex materia ab igne non
omnino f u f a extiterit, propterea quod maffafmilis
efi iis, qui a vulcanoJiquantur,
, profeto de bitumine fecus judi.
XXVII
fione la vafla carriera di carbón folTile, c
le ftratificazioni di ardefia, che cingono
il di lui fianco verfo fettentrione. Se i bafalti
tanto proffimi neU'impaftd alle lave
fembrano, fecondo alcuni Naturalifti, doverfi
a buon diritto giudicare prodotti da
incomplete fufioni del fuoco , non così
è dei bi tumi , la di cui materia combuftibile
eftratta viene coftantemente dalle foftanze
organiche difciolte, e putrefatte
nell'acqua,- nè intatta mai regge al calore
di que vulcani, che giungono a fquagliare
le pietre, ed a vomitare le lave .
Neppure combina colla località vulcanica,
fuppoftaper li bafalti ed altre fimili pietre,
la prefenza degli ftrati regolari di arde-
"1 fia, lavoro da non poterfi attribuire che
a' foli depofiti delle acque, da cui generalmente
procedono le ftratificazioni. Qual
è dunque il fondamento di credere, che
quefto monte abbia anticamente gettato
fuoco, fe in eflo fotto ai bafalti vi fono
carriere di bitumi non abbruciati, e fedimenti
di acqua non ifcompofti, e regolarmente
ancora ftratificati ?
§ XX.
Gli effètti dell'acqua, e il dominio in
ifpecie del mare fi manifeftano viemmaggiormente
nel monte D vicino al finora
defcritto, il di cui interiore è nella maffima
parte comporto di un tufo biancaftro
fomigliante al cemento comune di calce,
e pieno di conchiglie lapidefatte. Era
già nota per le defcrizioni dell' arciprete
Spada, e del conte Ferdinando Marfiglj
l'efiftenza de'Tubirniti in quefto, che fu
chiamato monte Fojíale. Sapevafi inoltre
che vi erano abbondantiffime numularie,
ed altre fpoglie marine, che in pezzi ftaccati,
e mifte di rottami di vero bafalte,
candum eß. Hujus enim materia ex viven.
tibus corporibus aqua dijolutis, & putrefcentibus
formano il . cumulo dei macigni v x n y
rotolati nello Scaranto. Mala natura della
pietra, che k rinchiude, le fpecie alle
quali appartengono quefti impronti, e
la bellezza della loro confervazione fono
oggetti di ancor nuovo rifcontro, nè da
trafandarfi prefentemente. Il tufo predetto
è tutto comporto di tritumi di calce
mirti a granelli di arena. Egli forma un
martice porofo, e friabile, nato dallo ilritolamento
di materiali calcarei, e da una
abrafione depofitata per fedimento in compagnia
della fabbia, che. rimafta in fecco
exhauritur : quie quoniam ad com.
burendum facilis efl, fieri nequit, ut, quo
calore lapides liquantur, & pene in flu.
mina evomuntur, non ipfa exuratur. Adde,
quod bafaltìs, ßmilibufque lapidibus
ardefia fubßernitur ea ratione, & lege ,
quam aquarum natura fert. Quapropter
quis montem ignivomum fuiffe dixerit ,
cum bitumina non exußa bafalti late fub.
funt, & pr liter ea, qu£ ex aquis fubftdent,
nondum dimota, nec perturbata?
• S XX.
Hiec aquarum precipue maritimarum
indicia funW, fed e a magis perfpicua, qua
mons D huic niontiproximus exhibet. Vifcera
ejus montis pene omnia e topbo funt
albido Simili vulgari caemento ex calce,
conchyliis referto, qua; in lapidem verfa
funt. Jampridem • ex defcriptionibus Spada,
& Marfilii illud cognitum erat, hoc
in monte, c¡ui Poftalis dicitur, turbines
contineri, plurimas quoque nummularias ,
alias item maris exuvias, qu'ìe cum frag,
minibus bafaltis concreta;, avulfas ex monte,
&" circumaSas per Scarantum rupes
u X z y conflruunt. Sed tamen genus la.
pidis, in quo ea omnia impreja fuerunt,
eorumque fpecies, & mira prorfus integritas,
adbuc etiam conftderanda funt ,neque
a nobis pratermittenda. Tophus omnis conflat
trita calce, granulis arena permixta.
Materies enim calcarea olim attrita abraf
a , cum fabula poflea fubfedit, atque deinceps
ficcata obduruit in maflicem pervium
meatibus, & friabile. In hoc Murex aluco
, er Turbo urifcalpium inaquali magni,
tudine non raro inveniuntur. Ambo hac
tefiacea maris mediterranei funt, in mar.
more converfa, topho durius^ integris adeo
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