
n e , che mentre eftrae dalle piante !e foñanze
infiammabili , vi depone in lor
vece la terra, e mentre riceve dai corpi
animali le materie pingui, ed oleofe
le tiene colf intermezzo dei fali avvinte
nel proprio feno , ficchè non vadano a
radunaril alla fua fiiperficie, e a difperderll
per efalazione nell' atmosfera dell'
aria . L' analilì inoltre dei Carboni di
terra e degli zolfi dimoftra, che furono
effi il prodotto dell' acido marino, e
zolforico combinati col gas idrogeno ,
fapendofi altronde, che i due acidi men.
tovati fono parte coftitutiva dei muriat
i , e zolfati dell' Acqua del Mare , e
che il gas idrogeno, o principio infiammabile
entra direttamente nella compoilzione
di tutte le foftanze vegetabili
, ed animali, dalle quali è comunicato
al Regno dei FoiTlli. La confiderazione
di fimili verità dedotte dalla natura
degli efferi, e dai principj della lo.
ro eliftenza , ci guida confeguentemente
a conofcere come cofa di fatto, che
il Mare per lungo tempo ha occupata
la fommità dei Monti in queftione , e
che per tal mezzo è rimada accrefciuta
ia fuperficie loro di nuove depofizioni.
Da quefta feconda data non dobbiamo
foltanto ripetere la formazione degli
fh-ati bituminofi, e le opere dei Vulcani
fottomarini ; ma fembra poteri!
egualmente dedurre la degenerazione di
alcuni fondi dallo flato primiero per effere
divenuti lagune di mare, e convertiti
fuccellivamente in paludi. Noi confideriamo
fotto quefto punto di vifta,
che fembra il più verifimile, i tratti eftefiffimi
di bafalto, che fi prefentano nei
recinti delle ftratificazioni calcarle , e
ne interrompono di quando in quando
la loro continuazione. Tanti ammafjQ
voluminofi di terra ridondante di ferro
ofTidato , ed idrogenato non potevano
aver origine, che da un fondo pieno
di foftanze vegetabili, ed animali ,
macerato dalf Acque, fcompofto, e divenuto
fangofo. I letti paluftri delle Acque
dolci, dei laghi ce ne fomminiftrano un
analogo efempio. Dove quefte ftagaarono
per lungo tempo, fcomponendo materie
organiche dentro di loro, il ter-
^ fulphata maritimarum aquarum eonflituij
alterum vero gas hydvogeno, ßve
principio exardefcenti res vegetabiles, animalesque
componi; ex quibus idem principium
fojjllia accipiunt. Qu^e omnia ex ipfa
natura rerum, earumque principiis cognita
ilhid ctiam piane monflrant, cacumina horum
montimn fuijfe a mari diu occupata,
atque adeo novis fuhfidentiis exaggerata.
§ L.
Huic fecundo eventui non modo flratorum
bitumineorum coßruäio, S" vulcanorum
, qux fub mari eruperunt, opera referenda
funt, fed gr' illud attribuendum effe
videtur, quod prima quorumdam locorum
forma perierit; quod ea loca falla fuerint
lacuna maritimi, deinceps vero paludes.
Hiec nobis probabilior origo videtur bafaltis;
cujus latißimi traólus inter flrata calcarea
pajßm interjacent. Ingentes terra acervi,
ferro oxydai o, S" hydrogenato abun.
dantes, non ex alia materia funt, quam
ex alveo ipfo materiis vegetabilium, ffnimantium
conferto, jam vi aquarum putre.
fcente , gf dijfoluto, atque adeo limofo.
Exemplo ßnt alvei palußres lacuum. Quo
loco horum aquie diutius confederunt, gT
corpora viventia diffolverunt, ibi qux terra
marnea fuit, in limum ferrugineum re.
folvitur ••, qu£, quotics aqu.e recedunt, toties
ßccata in plur e s columnas trium, quatuor,
quinqué, velfex etiam laterum fciru
ditur ) non aliter cquam in bafaltis genere
fit; quapropter ñeque admirabile in hac fen-
XLIX
reno in prima marnofo fu convertito
in fanghiglia ferruginofa , la quale quante
volte pel ritiro dell' Acqua rimafe
fcoperta, altrettante fi divife afciugandofl
in varie colonne triangolari , quadrate,
pentagone, e di fei lati appunto
come diviiS fono generalmente i Bafalti.
Non farebbe più dunque in quefta ipotefi
da maravigliarfi, nè cofa incomprenfibile,
che mentre da un lato di Veftena
nuova fi veggono dei monumenti
parte di una generale alluvione, e parte
d'inondazioni parziali ; dall' altro non fi
trovino indizj di tutto quefto, ed in
vece apparifcano degli ammafli di una
pietra nera, come il fango dei laghi, e
delle congerie di Pozzolane, e di lave,
fenza che ivi rifcontrifi alcun veftigio
nè di ftrati calcarei, nè di Pefci, nè di
Conchiglie, che pur tanto abbondano,
nelle rupi vicine»
5 LI.
Che fe alcuni voleiTero, ammaeftrati
dalle oiTervazioni intorno ai Vulcani,
attribuire l'origine dei Bafalti piuttofto
all' azione del fuoco, di quello che alle
caufe accennate, dovranno riflettere,
che quantunque abbiano in loro favore
gli argomenti di analogia con altri Bafalti
effettivamente vulcanici, ed i fegni
evidenti dell'antica vulcaneità di tai luoghi,
non hanno egualmente prove baftanti
da poter fupporre tante, e sì copiofe
eruzioni di fuoco, quanti fono i
Bafaki in fiffatte Montagne ; e farebbe
in oltre per eili difficiliflimo lo fpiegar
e , come dal fuoco poteife eflerfi generata
una pietra vetrificabile, che contiene
r acqua di criftallizzazione tra' fuoi
componenti, e come fi foffero vomitate
maiFe si enormi, e grandiofe da leggeri
Vulcani, che non ebbero forza ne
di fondere in vetro le terre mifte, nè
di ftritolare, e di rompere in pezzi minuti
le.ftratificazioni calcarle tuttora illefe
nei loro recinti. All'oppofto ammettendo
, che i bafalti fìano' ftati tranquillamente
prodotti dagli ftagni marini, e
che^ in que' luoghi, ove efiftono in oggi
, vi follerò anticamente delle Lagune
di Mare; i fatti riefcono meno difcordi
nella loro interpretazione, ed è an.
che più facile il concepire i fermenti.
tentia ejl, ncque vero inextricabile, quod ab
altera parte Veflenis novce innumera fere
monumenta confpiciantur partim univerfa
diluvici, partim vero Jingularium alluvionum;
ab altero vero nullum omnino, non
£onchylia, non pi fees, non flrata calcarea;
contra vero congeries petriC cujusdam nigrioris,
qualis lacuum limus eJl: pr¡eterea
acervi earum terrarum, quas vel lavas dicunt,
vel ex puteis nominant.
§ LI.
Sedß quis in re vulcanica multum verfatus
bujus bafaltis originem igni effe tribuendam
exißimaret, non vero caifa quam
expofuimus; is velimus animadvertat, bafaltes
quidemplures vulcanicos revera effe;
nec pneclara vulcanorum indicia ab iis locis
abejje : nonnulla tamen ibi occurrere ,
quie fententiie adverfantur fue; nimirum
non haberi hi fee in montibus argumenta,
quce doceant tot fuijfe tantasque ignis erupciones,
quot '¡f quant as bafaltes poßulant :
non intelligi, qua ratione vel lapis, qui in
vitrum fundi poßt, quique inter principia
fua aquam habet, quam cryflalliñationis
dicunt, ab igne genitus ßt; vel majfas adeo
immenfas tenuis vulcanorum vis evomuerit,
qu£ neque terras mixtas in vitrum li.
quare, neque ßrata calcarea, qu£ fuis in
claußris adhuc integra funt, infringere potuit.
Contra vero ß concedatur ex ßagnis
maritimis, nulla exploßone, baf altes fatios
f u i f f e , & quo loco hi nunc exißunt, olim
maritimas fuiffe lacunas, fane explicatio
rerum conßantior eß ; ipfaque levium vulcanorum
& fermenta & incenßo facilius
intelliguntur. Nonne idem ( liceat parva
magnis comparare ) inpaludibus noßris accidit
i' per leßatem enim ex imo earum alveo
vapores emergunt in formam aeris,
ignesque fatui nominantur.
I
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