
vere un'idea degl'lttioliti che pofledcv
a , baila confiiltare il libro intitolato
Defcrmione del Mufeo Calceolari da lui
fteiTo eompofto, e dopo la di lui morte
pubblicato da Andrea Chiocco.
Sembra che le raccolte di quefto genere
foiTero neglette dai Veroneil per
molti anni , cioè fino ai tempi del
Conte Lodovico Mofcardi, che fiorì
pailàta la metà del fecolo decimo fettimo.
Queili in mezzo agi' impieghi
più luminofi della fua patria tnifportato
dal genio di coltivare le fcienze e l'amena
letteratura non folo egregiamente
fcrilTe la Storia di Verona, ma fi applicò
ancora a formare nel proprio palazzo
un ricco mufeo di cofe appartenenti alla
Storia naturale, e all' Ant iquaria, del
quale diede pofcia la defcrizione in ampio
volume in foglio, che ufcì per la
prima volta alla pubblica luce nel 1656,
e poi corredato di nuove aggiunte fu
riprodotto nell'anno 1S72. In elfo trovanfi
regiftrati nel fecondo Libro alcuni
pefci foiTdi , che formarono parte
della preziofa di lui raccolta, della quale
alcuni avanzi rimangono tuttavia pref.
f o la nobililTmaa fua profapia. Egli vif,
fe molti anni a grande luftro e decoro
della fua patria, lafciando dopo di fe
ai Veroneil la più preziofa ed onorata
memoria.
Sul principio di quefto fecolo Sebaftiano
della . nobile famiglia Rotari, e
pochi anni appreiTo il Conte Andrea
Gazola, perfone di fomma riputazione e
dottrina, fi occuparono della ricerca dei
medefmai oggetti, e con tanto maggior
impegno, quanto potea da ciò tornar
alle fcienze tìfiche maggior vantaggio 5
eiTendofi già pofto fuor d' ogni dubbio
che fimili impietrimenti non fofl^ero femplici
pietre ittiomorfe, ma vere ed antiche
fpoglie di pefci. Del primo che
morì nell'anno 1744 abbiamo una dotta
lettera al Vallifnieri intorno agi' Ittioliti
di Bolea, ed efifte attualmente il
fuo gabinetto di tali prodotti, del quale
daremo altrove la defcrizione. Del fecondo
non rimafero alla fua famiglia che
alcuni pochi frammenti delle raccolte
che aveva fatte 5 i quali però riguardar
fi debbono più di qualunque altro fortunati
e chiari : concioffiachè furono le prime
fcintille, che accefer nel nobil animo
modifuerint ex eo libro cognofci poteß,
quem confecit, infcripßtqtie Mufeum Calceolarium,
ntque poß ejus mortem edidit
Andreas Chiocciis,
A Calceolarii temporibus negleili mdentur
fuijfe annos plures Ichthyolithorum
colkitus ufque ad Ludovicuni Comitem
Mofcardum , qui floruit jam pene
vertente fieculo XVII. Erat hic genere ac
nobilitata clariis, amplijpmofque civitatis
gcjferat magißratus, fed eruditionis literarumque
laude longe pr^eßantior : cujus
rei teßis eß Veróme Hißoria, quam
optime ipfe fcripßt, mufeumque quod in
fuis adibus ornavit, & rebus omnibus,
qua ad fludia naturce antiquitatifque pertinent,
latius inßruxit. Hoc magno comprehenfum
defcriptumque volumine pro-.
diit in lucem anno MDCLFI, tum novis
accejponibus locupletatmn anno MDCIXXII
Herum editum eß. Hic igitur in libro 11
nonnidli percenfentur ichthyoUthi, pnrticula
fcilicet parva copùt maximce rerum
pretiofarum, ex quibus nonnihil ad illußrem
ejtís progeniem derivavit. Splendide
honeßeque vixit Mofcardus annos complures,
patriieque moriens prceclaram jucun,
damque ßn memoriam reliquit.
Ineunte fóculo XFUÌ Sebajlianus Ro.
tarius medicus Veronenjìs, nec midtis
pojl annis Andreas Comes Gaz,ola, do,
¿Irina gloria utrique clari, ad perqui-,
rendos colligendosque Ichthyolitbos co acrius
incubuerunt, quo eorum cognitio gr'
copia meliori tifui in phyjicis ejfe poterat,
quippe quod bis demum temporibus Fhilo,
fopbi omnes compertum haberent non il-,
los jam I^SuofjLÓpipiiT lapides, fed veras
ejje vetujlorum pi/cium exuvias. Decef-
Jìt Rotarius anno MBCCXLIV^ extant tamen
adbuc tum cjus ad Vallifnierium
piena dofírina epijlola, qux in hoc argumento
verfatur, tum domejlica locuples
lithotheca, quam Capite V defcribemus.
At nonnijì paucic a Gasiola in pojleritatem
fuam pi/cium fojjilium reliquia pervenerunt
i qux tamen pretiojlores citteris
fortunatioresque haberi debeant, cum veluti
igniculos generojts nepotibus jecerint
ad ì^aturie fcientiam perquircndam, &
quajt prima quadam fundamenta quibus
• <
de' fuoi nipoti il genio per gli ftudj di
ftoria naturale , e fervirono di bafe alla
coftruzione dell' odierno celebratiffimo
mufeo Gazoliano .
Seguirono sì illuftri efempj quafi nel
tempo medefimo il chiarilTimo Marchefe
Scipione MafFei , più fopra citato , e
r Arciprete D. Giovanni Giacomo Spada
Parroco di Grezzana, paefe delle
montagne del Veronefe . Il Marchefe
MafFei avendo comperato dai coloni
proprietär] il terreno dove nel tenere
di Veftena fi trovavano le miniere de'
pefci foffili, fi portò più volte fui luogo
per oiTervarle, ne praticò un efame
diligentiffimo, e fece anche efeguire parecchi
fcavi fui monte, e coli' opera
del fuo ftrettilTimo amico il celebre Botanico
Monfieur • Seguier difotterrò molte
fpecie d'Ittioliti, che parte diftribui
in dono ai più rinomati Naturalifti di
Europa , e parte cedette in proprietà
del dotto infaticabile fuo compagno .
L o Spada camminando fülle medefime
orme in pochi anni raccolfe dalle medefime
cave un' abbondante quantità d'
I t t i o l i t i , dei quali nella propria abitazione
vemie a formare un gabinetto,
che fi refe uno de' più rifpettabili del
fuo tempo . Quefto godette egli ed accrebbe
finché vilTe , ma dopo la fua
morte, che accadde nel 1750, paflata
eflendo la fua ricca raccolta nelle mani
del Marchefe Maftei, e da quefle
tutta in quelle di Monfieur. Seguier ,
venne in feguito dal fuo padrone feco
trafportata con altri pregevoli Italiani
monumenti donatigli dall' aiTiico a Nimes,
dove attualmente fi trova . Somminifti
ano un' idea diftinta della medefima
la DifFertazione intorno ai corpi
marini pubblicata nel 1737, il fuo Ca.
talogus lapidum Veronenßum ISwfiópcpMx
iifcito nel 1739 , e 1' ultima defcrizione
che pubblicò nel 1744 col titolo
Corporum lapidefailormn agri Veronenfis
&c.
L a perdita di un tanto mufeo fattafi
impenfatamente dai Veronefi fu con
Util fatica ripaiata ben tofto da Giulio
Cefare Moreni nativo di Cafal maggiore
, che fi trafportò a Verona per efercitarvi
la farmacia, e che fu verfatiifimo
nella botanica. Ouefti nel tempo
che erborizzava nei varj diftretti del
olim ea tanta quanta nwic eß mufei moles
impoßta excitaretur .
lifdem fere temporibus Scipio Marchio
?Aajfcjiis, Joannes Jacobus Spada Sacerdos
Farochus Gretiana ( qua vicus eß
in montibus Vcronenfibus ) non minus in
hoc genere excelluerunt, quam ii, quos
modo nominavimus. Majfejus enim , qui
in pojfejßonem venerat lapidicinarum Veßenie
fundo a colonis empto , Seguierio
Nemaufenß celeberrimo Botanices cultori
ßbisfocio adjunßo , loca f^pius invißt
antiquorum animantiiim funere, atque humatione
nobilitata , eaque ßudiofe exploravit,
fuoque jujpu effodi cceperunt pifcibus
conßrati lapides , eruttcque inde fpecies
Ichthyolithorum plurimee extiterunt,
quas partim eidem Seguierio amico conjun6liJßmo
propria tribuit, partim nobilijfimis
Europie Phyßcis, amicifque donavit.
J^ec dijß.mili ratione faélum cß,
ut brevi Spada Parochus ex hoc quqfi
terreßri pifcatu affluenti Ichthyolithorum
copia ditaretur ; quam quidem, non ignobilis
eo tempore Mufei ornamentum, ßbi
omnem fervavit dum vixit j verum poß
ejus mortem , quam anno MDCCL obiit,
cum in manus Maffeji venijjet, de
iis tota in Seguierii manus fuijfet tradita,
Verona demigravit, Gallumque dominum
Maffeji largitate fpoliis Italicis
auclum Nemaufum fecuta eß, ibique collocata
. Reßant apud nos tria tantum
Spada opufcula, quibus fuas ipse opes
recenfet; ac primmn quidem de Marinis
Corporibus editum anno MDCCXXXVII ;
alteram vero cujus titulus eß Catalogus
lapidum Veronenfium ISiofioinpsw quodque
in publicum exiit anno MDCCXXXIX ;
extremum denique imprejfum anno MDCCXLIF
, quod ßc infcribitur Corporum
lapidefaftorum agri Veronenfis &c.
Inopinatam hanc , tantamque Ichthyolithorum
jaduram utili Veronenfibus fu.
fcepto labore Julius Cafar Morenius brevi
tempore refarcivit . Ortus hic olim
in municipio Cafale majori , Veronam
venit, atque hic pharmaceuticam profeffus
ejl. Botanices etiam Jludio multum
opera dedit. Ergo dum animum in per-
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