
ccLxxvm
CAPO (QUINTO
DELLA COLLEZIONE DI CASA BURI
CAPUT dUINTUM
DE BURIORUM LITHOTHECA
( f i l e t t a collezione d'Ittioliti corrifponde
in quanto al numero degli
efemplari a quella del Mufeo Rotariano
più fopra defcritto, ed è collocata
in una ftanza alquanto più grande, fornita
alle quattro pareti d'armadj a due
ordini, dentro a' quali fono difpofti gli
fchcletri di 'molte fpecie di pefci, e
varie altre petrificazioni del Veronefe.
Il Conte Aleflàndro Buri, che morì
nel 1781, fu il primo ilìitutore di tale
raccolta, a cui nella fua piccolezza non
mancano, come vedremo, dei pezzi
unici. Ottenuto egli nell'anno lyjá
dalla nobiliffinia cafa MaíFei il permeflb
di fcavare al luogo della Laftrara,
fu per tal modo felice nella propria intraprefa,
che in una fola volta giunfe
a diffotterrare tanta copia d'Ittioliti,
quanta altri appena poterono confeguirne
da molte, e in varj tempi replicate
ricerche. Animato dal genio della
Storia naturale, non che degli efempj
de' fuoi dotti concittadini, arricchì inoltre
il proprio Mufeo del copiosiifimo
Erbai'io di Giulio Moreni, di quello
íleífo cioc, dal quale il Marchefe Ottavio
Canofla avea acquiftata la collezione
de' pefci fofllli, e delle altre
fpecie d'impietrimenti. A limili rarità
naturali aggiunfe un' abbondante raccolta
di zoofitoliti, e conchiglie lapidefatte
de' monti di Verona, che prevenuto
dalla morte non potè collocare
in buon ordine, eiTendo quindi rimafte
confufamente ammaflate in un angolo
del fuo Mufeo.
F r a i più diflinti Ittioliti di un Umile
HiSc colkBio Ichthyolithorum, qiioad exemplarium
numerum, Uli Rotariani Mufiei
fuperius defcripti refpondet, affer-
•oaturque pauUifper majori in cubiculo,
cujus parietes duplici abacorará ordine
funi infiruSiS, in quibus difpqßta plurium
fpecierum pifcium fceleta, pluraque
Veronenßs regionis proßant lapidefatla.
Alexander Comes Butius, qui anno
lìiDCCLXXXl decejfit, primus fuit coL
leäionis auBor, in qua, ut nidebimus
infra, etß parva minime- defunt Ichthyolitbi
raritate inßgnes. Cum hic anuo
MDCCLXXFI a Ñobiliffimis Maffeiis
obtinuiffet, ut Laßraram poßet defodere,
ita fors coeptum juvit, ut unica
tantum in fojßone majorem Ichthyolithorum
vim eruerit, quam reliqui in pluribus,
itératif que fojfionibus exhumaverint.
Naturalis HyßoricC amore, nec non
doBorum civium exemplis percitus, domefiicos
lares etiam Julii Moreni ainplijjimo
ditavit Herbario; illius fcilicet
Aioreni, a quo Ocìavius Marchio Canoßius
pifcium foßilium, aliorumque lapidefacìorum
emerat colleäionem. Hifce
copiofam Kooßtolithorum, concbyliorumque
lapideorum ex Veronenßuni^
congeriem adjecit, quam morte pnereptus
in ordinem diflribuere minime potuit,
ideoque indigeßa, ac confufa in
cubiculi ángulo jacet.
Inter rariores hujufce Mufai Ich-
C C L X X I X
Gabinetto fi polTono numerare i feguenti:
un pefce della ftraordinaria lunghezza
di braccia i , e larghezza di
1 , il quale per la confullone delle diverfe
parti naconde gì' indizj del gener
e , e della fpecie a cui appartiene;
2.''° una Raz z a dell'ifteflk fpecie di quella
del Gabinetto Bozziano, ma più
grande, e voluminofa; 3." uno Sgombro
più lungo di un braccio, che alle
8 piccole pinne in vicinanza alla
coda, e al dorfo armato di due alette
diftinte, 11 può riconofcere fenza tema
di sbaglio per lo Sgombro Alatunga di
Getti. Ma gì'Ittioliti, che in quella
raccolta fi diftinguono maggiormente
dagli altri, fono le due Angolari fpecie
delle quali fi pubblica la figura, e filluftrazione
fotto i feguenti numeri,
thyolithos, qui fequuntur numerari posfunt:
pifcis infueta II cubitorum longitudine
, latitudine autem I, qui ob partium
confußonem, generis, ac fpeciei,
ad quam pertinet, indicia minime manifeflati
zJ' Raja ejufdem fpeciei, ac illa'
Muf^i Bosiziani, aß procerior, atque
•Dolumine major; Scomber cubito lon.
gior, qui ex vili pinnulis juxta caudam,
atque ex tergore duabus diflinBis
alulis armato pneter omnem ambiguitatem
Scomber Alatunga Getti dignofci
poteß. Aß Ichthyolithi hac in colleéiione
magis dißinäi du£ funt ßngulares fpecies,
quarum figura, atque illufiratio
fequentibus numeris vulgatur.
N. CXXII.
I L PODALIRIO
Z A B R U S C I L I A R I S
T A V . LXVI.
L . pinna caudali bifida; remigibus dorfi, et ani falcato
caudatis.
B . 6. D. I P. . . . V. 6. A. i C. 14.
Per quanto fi fcorrano gl'Iconografi,
onde rifcontrarc un' immagine corrifpondente
a' lineamenti del pefce, che
qui fi annunzia, neflun^ ve n'ha, che
pofla adeiTo paragonarfi in ogni fua
parte, ancorché a primo afpetto la forma
del fuo corpo confronti ora con
alcune fpecie di Perfici, ed ora con
altre di Labri, e di Mollidenti.
Il Podalirio, così da noi chiamato
per le alette del dorfo, e dell'ano fomiglianti
a quelle della farfalla, che
porta lo fteiTo nome, conviene d'apprelTo
nella figura col Mollidente ciliare
dell'Indie, che fu defcritto da Bloch,
e da Willougbey. Ma il numero degli
aculei dorfali, e la coda bifida disconvengono
intieramente coli' anzidetto
pefce, il quale a fjffatti caratteri
manifeftafi torto di fpecie diverfa dall'
Ittiolito, di cui parliamo.
L a ftruttura della bocca, che in
Frußra Iconographi confuluntur, ut
imago lineamentis congrua enunciati pif
:is inveniatur. Nulla extat, qua Uli
campar ari omni in parte pojßt, etß primo
confpeäu corporis forma modo cum
quibufdam Perßcormn fpeciebus, modo
cum aliis, Labrorum, ac Chietodontium
concordet.
Podalirius, ita a nobis adpellatus ob
alulas dorß, atque ani Ulis papilionis
ejufdem nominis ßmiles, admodum congruit
figura cum Chietodonti ciliari Indiarum,
quem Blochius, atque Willougbeyus
deferipferunt. At aculeorum dorfalium
numerus, caudaque bifida omnino
cum pradicio pifce disconveniunt, qui
illieo hifce ab attributis fpeciei ab Icbthyolitho,
quem defcribimus, diverfte dignofcitur.
Riäus ßrußura, quam hoc in foßili