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XLVI
to congiunto col fefto in un corpo fole.
Per afficurarfl di quefti due innefti, che
a nove riducono neceiTariamente gli 11
aculei dorfali dello Stercorario Bozziano,
bafci paragonare il terzo, e quarto di quefti
con i corrifpondenti dell" Argo di Bloch,
e fi vedrà dalle rifpettive dimenfioni quanto
fia giufta l'oiTervazione. I raggi poi,
che incominciano da due troncati in figura
di aculei, piegano col rimanente della
pinna dorfaie verfo la coda in maniera,
che i quat tro ultimi più fottili, e più corti
di tutti, che in quefta fpoglia non apparifcono,
fembrano dover effere nafcofti
fotto di effa, quando non fi voglia
piuttofto congetturare , che per la loro
fomma tenuità fianfi col tempo intieramente
fmarriti.
L a medefima congettura vale eziandio
pei due ultimi raggi minutiflìmi della
pinna dell'ano 5 e quindi non è meraviglia,
che in quefta pinna prefenti il noftro
fcheletro foltanto 16 raggi in vece dei 18
indicati da Bloch, e da Linneo . Veggiamo
d'altronde, che in effa a fronte delle
vicende fofferte fufllftono tuttavia i principali
caratteri della pinna anale dell'Arg
o , cioè 4 aculei anteriori, e una ferie
di raggi difpofti in linea paralella con i
dorfali.
Nulla diremo delle pinne ventrali,
che fporgono dai torace, e neppur delle
pettorali, che vi fono a fianco, perchè
deve baftare il femplice paragone della loro
figura con quella dell' immagine,naturale
del l 'Argo, per eiTere certi di un perf
e t to rapporto, ommeffa eziandio la numerazione
dei raggi, che in quefte due
pinne efiftono gli uni fopra degli altri, e
furono difordinati dal cafo.
L a pinna caudale di quefta fpoglia ,
fe fi paragoni con quella dell' Argo di
Bloch, ritrovafi della medefima forma, e
dello fteiTo andamento, e circonferenza.
Nella noftra però fi contano diftintamen.
t e 19 raggi, dove nell'altra apparifcono
foli 14. Nondimeno quando riflettafi, che
i piccoli raggi laterali della coda del noftro
fcheletro formano nello Stercorario
vivente un raggio folo più voluminofo
degli altri confecutivi ; e fe fi avverta
eziandio, che taluno dei raggi contigui
rimafe divifo in due dopo la perdka della
membrana, che teneva unite in un folo
fafcio le proprie diramazioni, farà faci.
mi in modum aculeorum obtruncati fimt ,
Jlc habeto : eo omnes cum reliqua pinna vcrfus
cauiam defleñere, ut mrijtmile fiat,
quatuor extremos omnium tenuiffìmos, &
bremjfimos idcirco hac in eximia non apparere,
quod illos vel cauda operuerit, vel
(etas abfumpferit.
Quoniam vero & in pinna ani pojìre.
mi duo radii pari tenuitate funi, illorum
quoque jaBura eidem caiifee danda eji. Itaque
J1 radios hac in pimza fexdecim tantum
ichthyolithus exhibet ; Linnceus vero
Blochiufque in vivo pi/ce decern oéío adnotaveruntj
nihil idcirco dubitandum ejì-,
prcefertim quod eadem in pinna, ut in Argo
, aculei quatuor anteriores, radiique dorfalibus
pares pofi tot tantafque dijfoluti
corporis immutationes piane conjlent.
At de pinnis turn ventris a thorace enafcentibus,
turn peéloris circa thoracem pofttis
nihil dicam, propterea quod figuras illarmn
fimul in exuvia noftra, in naturali
Argi imagine in/pedanti perfeBa ipfarum
fimilitudo palam ejl^ quamvis ille nec
radios dinumeret alteros alteris fuperpofitos
fortuna arbitrio.
Pinna etiamcaudic ichthyolithi forma,
flexu, ambitu eadem eft cum pinna caud^
viventis Argi. Radios tamen illa decern &
novem, hcec apud Blochium quatuordecim
offert. Sed animadvertamus oportet, qui radii
tenues in ichthyolitho extimi funt, iis
unum in vivo pifce radium craffiorem fane
, quam qui fubfequntur, componi: prrtterea
aliquem radium ex proximis in duos
fuijfc diftraSum, exefa membrana, qua ejus
ramuli colligebantur. Itaque facile eft, multiplicatos
radios priftinum in numerum cogéré
, prafertim ß a primo fuperiore numeremiis
ufque ad mediam pinnam, qua ca.
f u veluti rimce veftigium eft.
XLVII
le di ridurre gli apparenti 19 raggi al numero
di 14^ e molto più incominciando
il c omp u t o dal primo raggio fuperiore della
pinna fino alla giufta metà di effa, che
trovafi per accidente fegnata da una fpe.
eie di fenditura.
Manca l'ittiolito Bozziano delle macchie
nere in forma di occhi , che fi rifcontrano
ai lati del corpo, e fülle pinne pofteriori
del pefce Argo. Mal a ragione di
una tale mancanza in uno fcheletro non
diverfo dall'Argo fi rende baftantemente
chiara, qualora fi eonfideri, che più in lui
non fufliftono nè gli integumenti fquamofi
del corpo, nè i membranofi delle
diverfe pinne, fui quali foltanto fono im-,
prontate le dette macchie,- o fe pur efifte
qualche avanzo di fquama, come offervafi
verfo la coda, cangiata è del tutto la
fua fuperficie, nè altro rimane d'intatto
che la naturai dimenfione , e rotondità
di fimile integumento.
Malgrado le differenze, e i difetti fin
qui avvertiti, che più o meno s'incontrano
neir analifi comparata dei Pefci follili
coi naturali, non efiteranno punto i dotti
Ittiologi a riconofcere in quefta fpoglia
la vera fifonomia alquanto sfregiata, e le
principali note caratteriftiche del pefce
A r g o , chiamato dagl'Indiani in loro linguaggio
lo Stercorario. Noi abbiamo pot
u t o vieppiù perfuaderci dell'efatta claflificazione
di quefto foffile dall'efame dei
duplicati della medefinia fpecie efiftenti
tra gl'Ittioliti del Gabinetto Bozziano, e
di quello del Sig. Conte Gazola, avendo
avuto agio di paragonare infierne ciafcun
o di elfi in ciò, che prefenta di più confervato
nelle varie fue parti, e di fupplire
per tal maniera ai difetti accidentali
del noftro.
11 Pefce di cui parliamo , abita nelle
acque dolci dell'Indie orientali, e principalmente
negli ftagni più paludofi, dove
fi pafce d'infetti, e delle immondezze,
che vi fi gettano. È probabile, che qualche
volta egli faccia paffaggio anche nelle
acque marine; poiché nelle memorie
di Ruyfchio fui pefci dell'Amboina trovafi
fcritto, che ha per coftume di feguire
il corfo dei vafcelli di mare, e di
cibarfi di tutte le quifquiglie, che da que'
legni vengono lanciate nell'acqua. Qual
dei due luoghi fia flato l'originario afilo
delle fpoglie di quefto pefce fcavate nelle
vicinanze di Bolea, non abbiamo alcun
Q Nigris maculis in fpeciem oculorum
tum in lateribus, tum in pofterioribus pinnis
Argus inficituT; nullis vero Boz&ianus pifcis.
Quid mirum? Macula vel fquamis
corporis, vel membranis pinnarum inhärent
. At in confeBo cadavere utrumque integumentum
abfumptum eft ^ velß quid fquamarum
remanet ( quod juxta caudam videtur
) ; omnis earum facies immutata eft,
nihil omnino integrum eft prater dimenßonem
earum ^ globofamfiguram.
Quod igitur diffimile effe, quod dceffe
in ichthyolitho haihmts deprehendi ( quoniam
idem fere omnibus ichthyolithis , ß
cum naturalibus fpeciei fua pifcibus articulatim
comparentur, commune obtigijfe
invenitur ) , certe doBos phyficos non impediet,
quo minus in ilio Argi faciem nonnihil
deformatam, at pracipuas notas cognofcat.
Nobis autem genus pifcis & alia
ratione probatum eft. Namque in Mufeis
Boa&iano & Gazoliano plures ejus fpeciei
ichthyolithi adfervantur ,ex qui bus alias
aia integriores: partes habent: eos invicem
comparare nobis facultas fuit, & quod in
noftro corruptum eft, id reBum in altero
gf fecundum naturam cognofcere.
Beni que de Argi fede conftat, ipfum
apud Indos in aqua dulci vivere, maxime
in ftagno paluftriori, ubi infcBis ali tur
fordibus i inde Stercorarius diBus Indorum
lingua. Probabile quoque eft, eumdem &
in mare tranfmittere. Namque apud Ruyfchium
in commentario de pifcibus Amboina
legitur , hunc f e navibus comitem dare,
& projeBis inde quifquiliis vefci. Quanam
patria fuerit ab origine Solcano pifci,
prorfus divinandum effet. XJnumcertum eft.
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