
XL
defilila fpecie efiftenti negli altri Mufei
di Verona. Finalmente la coda di quefta
Razza folTile mifurata dal punto, ove
n a f c e , fino a quello dove reftringefi in
minore fpazio, eguaglia la lunghezza di
t u t t o il corpo; ed eiTendo, per quanto
rilevafi da altri efemplari, altrettanto lunga
nella parte più ftretta, che qui per dif
e t t o dello fcavo coniparifce troncata, la
fua dimenfione per confeguenza corrifponde
perfettamente a quella che accen,
nafi nella defcrizione della Razza di For,
skaol.
Il confronto, che abbiamo finora ef-
• p o ñ o , benché ftabilifca nel totale un efatt
o rapporto di fomiglianza fra la noftra
Razza di Veftena, e quella del citato
N a t u r a l i f t a , manca nondimeno delle feguenti
avvertenze che fervono a meglio
dimoftrarne l'identità. Primieramente in
quanto alla ftatura dell' efemplare fin qui
efaminato non deve forprendere, ch'effa
dia foltanto in lunghezza poli. 2 3 j,
è poco più di 9 in lunghezza, potendofi
ciò afcrivere ali' età frefca dell' indiv
i d u o , congiunta colla mutilazione delia
fua coda. Altronde il Gabinetto del nobile
Sig. Conte Gazola prefenta delle
fpoglie follili della fteffa Razza tre o
q u a t t r o volte più grandi, e.ve ne fono,
al contrario di grandezza minore nelle
collezioni del Sig. Conte Buri , e del
Sig. Marchefe Canoifa . I n fecondo luog
o per ciò, che fpetta ai pungiglioni caudali
caratteriftici di quello pefce, quantunque
manchino interamente nell' efemplare
Bozziano, che abbiamo prefentato in
d i f e g n o , fono però manifefti e vifibili
negli archetipi più voluminofi del Gabin
e t t o Gazoliano poc' anzi citato ( fig. 2. ) ,
e fi rifcontrano della ftelTa coftruzione,
e figura di quelli che Forskaol rinvenne
nella fua Raja Sepben. Per le quali cofe
non fembra poterfi più dubitare che 1'
Ittiolito da noi annunziato col nome di
Pefce Viola, perchè analogo nella figur
a -¿iXAiereba del Brafile, non fia veramente
quella ñeffa Razza , che anche
al di d' oggi vive nel mar roflb di Egitt
o , ed ivi propaga tuttora la propria
fpecie.
Singolare è 1' accidente , che rifcontrafi
nella Tavola finora illuftrata, prefentando
effa tre piccole conchiglie univalvi
e mar ine, impaftate dentro alla pie-
Vevum etß abfolutam alterius cum at.
tera fimilitudinem comparatis modo instituta
demonflret, duo tarnen praterca animadwrtenda
funi, ne quid de una eademque
utriusque fpecie dubitetuy. Primum
ad magnitudinem pertinet. Nam quod Raja
Feßen.-e longa ßt pollice^ tantum vigiìu
ti tres, lata vero pollices novem, velpaulo
amplius-, id non diffimili fpeciei, fed
prim^ aitati dandum efl^ prater quam quod
cauda raj¡e mutila ßt. Coeterum exuvia ,ejusdcm
rajie triplo & quadruplo majores
apud Comitem Ganóla, contra mimres apud
Comitem Buri, & Marcbioncm Canoffa
fpeliantur. Alterum eß de aculéis caud,
e, quibus hccc fpecies a cateris fui gene,
ris differt. Quamvis enim in exemplari
Boñ&iano nulli ßnf-, tarnen iidem in majo,
ribus rajis, quarum modo meminimus, 0-
mnino cofpicui funt {fig. 2. ),eadem conformatione
Sfigura, quam in Raja Sephen
Forskaolius defcribit. Qua: cum ita fint,
mihi videtur dubitari non poffe, quin Ichthyolithus,
de quo differimus, quem communi
cum Ajereba Brafilienft nomine Violam
nuncupavimus propter comunem utrique fi.
guram, eadem fit fpecie cum Raja Araba,
cujus genus apud jSgyptmn in mari rubro
ufque ad hac tempora propagatur.
Singulare prorfus eß, quod tabula hucufque
defcripta exhibet; tria nempe ex ma.
rinorum univahium elafe exigua teßacea,
qua; lapidi icbtbyomorpho cohmnt, quo.
tra in compagnia della fpoglia voluminofa
del pefce defcritto. L'una è l'elice
Scarabeo , che Pilon fu detta dal celebre
Scopoli; l'altre fono due differenti fpecie
di buccini non ancor pervenuti alla loro
naturale ftatura. Ciò a dir vero è molto
proprio a farci viemmaggiormente conof
c e r e , che gli ftrati, ove trovanfi avviluppate
le fpoglie dei pefci, furono il rif
u l t a t o di antichi tumultuar) depofiti del-,
le alluvioni del mare.
rum altera helix Scarabxus, Pilon ab il.
lujìri Scopolio disia, alia vero ex bucci,
norum genere funt, fednondum adulta .
Hoc fane phenomenon in eo nos educit, ut
in dies reítius edoceamur, ichthyfera Jhrata,
marinis exuviis refería, exprocellofis
•Deteribufque alluentis oceani fubfidentiis
fuijje concreta..
N. XIII.
I L M O R O
CH^TODON MESOLEUCUS
T. X. FIG. I.
ChKtodon parte anteriore al-bus, pofteriore fttfcus, fa,
fciis nigris. ForsMol Faun. Arab. p. Si. n., 83-.
Ch. farcia occllari, aculeo unico ad operculum, duodecim-
Q u e f t o pefce mar ino, non rammentat
o nè dal l 'Artedio,nè da L inneo , fu anch'
elfo per la prima volta fcoperto da Forskaol
nei lidi dell' Arabia; indi più recentemente
al Giappone da Bloch, che ne pubblicò
la figura con alcune brevi notizie int
o r n o ai caratteri della fua fpecie. Il Signor
Gmelin nelle aggiunte fatte all'Ittiologia
fiftematica di Linneo, colpito forfè
dalla diverfità del luogo natale, pofe per
due differenti fpecie il Moro defcritto da
B l o c h , e quello precedentemente fcopert
o da For skaol , chiamando l'uno Chetodon
mefórnelas, e l'altro Chetodon mefoleucus,
nel che certamente i più efatti confronti
Io riconvengono di qualche fvifta.
Confiderando f efterna faccia dell'Itt
i o l i t o , che ora annunziamo per un'antica
fpoglia del Mefoleuco, appena fi può
venire in cognizione, eh'elfo appartenga
al genere dei Mollidenti, ed alla fpecie
indicata, poiché oltre alla perdita dei denti
flelTibili, e dei nativi colori, la forma
primitiva del di lui corpo non è più la
fleffa, e le due eftremità del medefimo,
cioè il roftro e la coda hanno fofferto dei
notabili cambiamenti nel loro fepolcro .
I n mezzo a ciò nondimeno f efame anal
i t i c o , e comparato di tutte le pinne,
la particolare flruttura di quefte, ed il
numero dei loro raggi , che a riferva della
pinna caudale corrifpondono in tutto
que ad dorfum. Bbch Ichth. VI. p. 88. PI. n«. fig.
Ch. mefcmelas, mefoleucus . Gmelm fyft. nat. Linn,
p. 126;. n. 47. & p. iióS. n. fr.
Hune quoque marinmn pifcem, cujus
ñeque a Linneo , ñeque ab Attedio mintió
fa^a fuer at, nañus efi primum idem
Forskaolius in Arabia litoribus, deinde in
Japonenßum ora nuper Blochius ^ qui pra.
terea illius & figuram typis mlgavit, &
notas paucis attigit. Sed Gmelinus in^ additamentis
ad Ichthyohgiam fyßematicam
Linntei, pifcem eumdem in duo dißribuit
genera, ttt Morum Blochii Cha:todon mefomelas,
M o r u m veroForskaolii Chxtodon
mefoleucon appellaret, duBus fortajfe locorum
natalium diverfitate; fid tamen diligenti
utriuf que camparatione redarguitur.
Equidem f t faciem exteriorem ichthyo.
lithi, de quo modo inquirendum eß,fpeRcs,
ipfum ad genus Chatodon, fpeciemque mefoleuci
pertinere vix cognofcas. Nam prater
quam quod dentes fetacei, nativique colores
pericrunt, priflina corporis forma ,
pnefertim in roflro & cauda ipfo in fipulero
inßgniter immutata eß. Pinnas tamen
ejus omncs ubi fmgillatim difpicias &
cum Blochii figura compares, quaßntflruclura,
quot conßcnt radiis, certe in ammum
inducas hum ( nam difparitas radtorum
in pinna ventris non tanti eß ut ah.
ter fintias ) & reliquias mefoleuci apud
nos retineri. .
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