
c c c v i n
. ora efiftc kpidefatto. Ancora più manifefli
apparilcono gli eftetti della macerazione
nelle piccole i'poglie de' Perlici
efotici ( fig. z. 3. ), .che circondano
la precedente. In elTe veggonfi i
primi principi di un vero difcioglimen.
to delle parti folide, e delle molli j e
ieparate alcune oiTa dal bufto col capo
sfafciato, e deforme, che fi è già
in gran parte corrotto. Ma nella tavola
L X X n le moftruole impronte di
quattro piccoli Ittioliti comprovano
vie maggiormente l'afferita corruzione
di tali Ipoglie prima del loro paiTaggio
allo ftato folFile. Per folo effetto
di un ibmmo rammollimento dello fcheletro
olTeo fi poteva in due parti dividere
il tronco del Mollidente ( fig. i )
che otìrefi intatto ancora nella fua forma,
metà lopra uno ftrato, e metà
lotto l'altro della pietra fciffile, che lo
rinferra. L a carne fpoftata, e divergente
con tutto il procellb caudale delle vertebre
della fpinal midolla della Sciena
( fiig. i ) dimoftra l'azione eftrattiva
dell'acqua, per opera della quale fono
fiate difgiunte fra loro llflatte parti.
I progrelìl di quefta eftrazione del fluido
acqueo meglio apparilcono negli
altri due pelei, la Chieppia ( fig. 3 ) e
il Perfico ( fig. 4 ) , uno rimafto nudo
fcheletro lenza orma di carne, e l'altro
avente in bocca una picciola Morena
, ridotta al medefimo flato del precedente.
Se poi facciamo paiTaggio alla confiderazione
di altre forme degenerate di
pelei, che fi ofl'ervano ne'Mufei Veronefi,
rimarremo pienamente convinti,
che quefte fpoglie non folo dall'acqua
furono depofitate ne'noftri monti, ma
che quella terra, che ora fi oflì'e in
iilato di dura pietra flratificata, era un
femplice acquofo limo, entro del quale
decomponendofi alcuni cadaveri degli
eftinri pefci, potevano qua e là difperderfi
a nuoto le folide loro parti difciolt
e . La tavola LXXIII ci prefenta un
Ciprino, di cui non abbiamo alcun'altra
fpecie tra i pefci riportati nella noftra
Ittiolitologia, e che anche per quefto
rifleffo merita di efTere particolarmente
confiderato dagli olfervatori de' corpi
follili. Quefto raro efemplare appartevera
partes in ipjts dijjolvi incepenmt >
et qu,edam tvunci ojfa evulfa, labenfque
caput incompojìtum, atque deforme evafit.
Verum in tabula LXXII quatuor
parvorum Ichtbyolitborum portento/te effigies
, h£c fpolia antequam in lapidem
durefcerent intabuiffe magis magifque
confirmant. Nonnijt ojfete compagis
emollitione bifariam truncus dividi
poterai Cbeetodontis ( fig. 1 ) , qui
incolumi s adhuc in fua forma ¡ dimidiatus
adbieret duobus fcifiilis petrce feg.
mentis. Amata caro, ac deturbata fimul
cum vertebris fpinalis medulla in
cauda Sciente ( fig. 2. ) diffghentem
aqua vim demònflrant, qua disjeiia,
disjunSiBque biS partes fuerunt. Aqua
efficaciam fuper folidas corporum partes
ulterius duo pifces Clupea ( fig. ì ) et
Ferca ( fig. 4 ) demonfiraìit, quorum
alter nuda efl ojjìum compages carnibus
carensj alter vero mordicus tenet Mumnulam
quamdam mufculis, et pelle
omnino denudatam.
Si autem ad alias formas degeneratas
confiderandas pifcium, qui in Veronenfium
Muf ais affervantur, tranfimus,
non modo hafce exuvias ab aquis nojlra
in montium juga adveñas, depojìtafque
f u i f f e ^ verum etiam folum illud, quod
in dura petra fedimina modo efi dige-
Jlum, quondam merum fuijffe lutum, in
quo ex tabefcentibus pifcium cadaveribus
disjuncia, difperfaque partes hac
illac innatabant, omnino falli erimus
certiores. Cyprinum quemdam exhibet
tabula LXXUI, cujus nullum ali am in
noflra Icbtbyolit balogi a fpeciem babemus,
ideoque is attente a corporum fof[ìlium invejligatoribus
obfervari meretur. Rarum
hoc exemplar quondam ad Ichtbyolitbos
Celebris Lithothec,e Bozñiana pertinebat,
ac poflea in Mufaum transiit Ga&oliac
c c r x
neva un tempo agi' ittioliti del celebre
Gabinetto Bozziano, e fu poi trasferito
fra quelli del Mufeo Gazoliano.
Scorgefi in effo tutta fcompaginata, e
divifa nelle fue parti coftitutive la tef
t a , ed una porzione non meno del
tronco, che vi fuccede. Le olfa delle
mandibole della membrana branchioftega,
e dei coperchj branchiali fiaccate
dal proprio luogo, ed infrante fembrano
giù colate dal corpo, e a guifa di
cera fcorrevole dilatate fu tutta la fuperficie
della pietra, ove eiilte fifiàtto
pefce. Fn mezzo ai frantumi delle olla
cefaliche difperfi apparifcono alcuni
frammenti di raggi delle pinne pettorali,
e delle dorfali, e varie piccole chiocciolette,
nelle quali non ponno difcernerl!
i veri caratteri delle rifpettive fpecie.
Ciò, che più forprende lo fguardo,
fi è, che malgrado lo sfafciamento,
e la diilbluzione totale della parte an.
teriore del corpo, la pofteriore è tutt.
ivi^ nel fuo primo ftato d'integrità,
fcorgendofi in ella oltre le pinne, ed
i loro raggi perfino la foltanza carnof
a , e tutte le folte fquame, che la ricoprono.
Nella tavola LXXI V, che una voluminofa
fpoglia efibifce della Scorpena
, o Scrofanello de' nolh i mari, ri-
Icontrafi lo ftelTo accidente della decompolìzione
di una parte del corpo
per opera della macerazione. Che altro
mai, fe non fe un liquido agente,
poteva mollificare la dura carne di que.
fio pefce per modo, che fi ftaccaiTero
da' loro legamenti gli archi delle mafcelle,
e da' loro alveoli le fquame, e
trasferite veniiTero a qualche diftanza
dal punto a cui in origine appaitene,
vano ? Certamente lo ftato attuale del
capo, della nuca, e del ventre di un
fimile Ittioliti) è proprio a farci conofcere,
che dove rimafero accumulate
tante diverfe fpecie di cadaveri marini,
e fluviatili ora lapidefatti, l'acqua ftagnò
per qualche fpazio di tempo fopra
di efTì macerandone le loro parti
fino a portarle al grado di sfafciamento
, e di corruzione, che olTervall in
quefta, e nella precedente figura.
Una nuova conferma di fimile avvenimento
fomminiftrano le tre mo-
Parì. III.
niim. Caput ibi diffolutum, ac in par.
tes principes divifum, nec non trunci
portio eumdem in morem redaóia cernuntur.
Alalarum, membrana brancbioßega,
ac brancbialium operculorum ojfa e
propria fede amota, et confraBa e corpore,
cera liquefcentis ad inßar, defiuxisf
e , ac fuper totam lapidis ambientis fuper
ficiem difperfa fuiffe videntur. Inter
ojfìum cepbalicorum fragmenta apparent
liifperfa quadam pinnarum peHoralium,
ac dorfalium radiorum frufla cum pluribus
parvis concbyliis, quorum fpeciei
nàta minime di [cerni po[funt, permixtn.
Sed quod ma^is mir um eß, licet antica
corporis pnrs omnino ßt difoluta, atque
difperfa, poßica tarnen adeo incolumis
eß, ut prater pinnas, et radios etiam
caro integra, et veßientes fquama cernantur
.
In tabula LXXIV, qua ingens exbibet
Scorp en e, feu Scropbanelli fpolium
noßrorum pelagorum, idem obfervatur,
dimidia fcilicet corporis pars aquis macerata
. Quidnam, nifi liquidum elementum
durum bujus pifcis carnem ita potuijfet
emollire, ut a nerveis vinculis
folverentur maxilla, ex alveolis décidèrent
fquama, atque a propria fede disfita
deßderenti' Certe caput, occiput, et
alvus bujus Ichtbyolitbi y. ut modo fe babent,
aperte demonßrant fuper tot diver
f arum fpecierum cum marinarum tum
fluviatilium coacervata cadavera modo
petrefaéìa ßufius aliquantifper ßagnaffe,
atque ita corum partes maceraffe, ut in
bac, ac pracedenti figura obfervatur.
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Hanc veritatem cumulati»! tria ]>ortenta
tabula LXXV exbibita, quaque
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