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dato per deciderlo con ficurcMa. Quello
, che pofliamo dire di certo fi è,
che qualunque fofle l'elemento , in cui
viffero un tempo fiiFatti pefci, non furono
elfi mai rifcontrati finora nell'acque,
che bagnano le radici de'monti,
dove fi trovano attualmente fepolti. o
quacunque e a demum olimviventibus Argis
fuerit, fané in aquis alluentibus radices
montìum, ubi fepulti fuerunt, nullum eorum
adhuc repertum fuijfe.
N. XV.
I L D R A G O N E
G O B I U S B A R B A T U S
T . XI. FIG. I.
Gobius cyrrhis duobus maxfflaribus excrtis; pinna dorfali priori ofloradiata; rautja integri.
B. 6. D. s.. IO- P- 14- V. A. S- C. io.
È quefto il foflìie Veroncfe, che nel
1788 fu annunziato al Pubblico per
una fpoglia del Gobione occhiuto di
BrouiTonet abitante nelle acque dolci
dell'ifola degli Ottaiti (i). I caratteri
di approifimazione a fiffàtta fpecie rifaltano
nei confronto della figura del
corpo , nella difpofizione, e forma di
tutte le pinne , e nell' afpetto efteriore
del capo non meno, che della coda.
M a le differenze fi rendono fenfibili neil'
efame delle parti caratteriftiche della pinna
dorfale prima, e del numero dei
raggi di tutte le altre: coficchè ci troviamo
coftretti a dover rinunziare all'
idea lufinghiera di polfedere in eifo un'
antica fpoglia Ottaitica, e un pefce lapidefatto
di que' rigagnoli.
Sembra che il noftro foffile convenga
più davvicino colla figura del Cefalo
fluviatile del P. Plumier defcritto da
Bloch (2), di quello che col difegno
del Gobione occhiuto di BrouiTonet, al
quale per alcuni rapporti fu riferito . Il
corpo dell' Ittiolito , di cui fi tratta ,
moftra di effere flato rotondo e carnof
o , nè molto fcema in larghezza verfo
la coda al paragone degli altri Gobj .
Tale è il corpo del pefce rapprefentato
dall' Ittiologo Berlinefe, e diverfo f altro
efibito dalla figura di BrouiTonet. La
tefta dell'Ittiolito fuddetto, quantunque
in gran parte fcompofta, conferva il
carattere della mandibola fuperiore più
( 0 V. Lettera fagli Impietriincnti dei fig. Vincenzo
Bozza al Orazio Rota.
Proditum fuit litteris anno mDCC
LXXXVIII exuviam banc cjfe Gobium 0-
cellarem Broußbncti ex aquis dulcibiis O.
thaitarum. Videtur enim alteri altera fmilibus
notis proxima effe, nimirum figura
corporis, infertione, formaque pinnarum,
demum facie exteriori capitis caudceque .
Sed tarnen ab altero altera piane differre
percipitur charaBeribus maxime propriis,
nimiruni partibus pinn^e, qu.£ in dorfo prior
eß, mmeroque radiorum, quibus ctetera pinn£
inßruuntur. Itaque opinio de poffejjìone
pifeis Othaitici, apud nos jam a vetußijßma
letate in lapidem verfi, placens quidM
eß, tueri tarnen non potefl
Et re quidem vera, f i notas gobiorum
fpecies conßderamus, magis cum Cephalo
fluviatili Plumeriano, quem Blochius defer
ipßt, quam cum eo Gobio, cujus imaginem
Brouffonetus exhibet, ichthyolithus
convenit. l'rimum figura corporis , quod
hic teres & plenius habuiffe nunc etiam exißimari
poteß, ac majore admodum verfus
caudam craßitie, quam genus gobiorum
habeat. Deinde capite, quod etfi pene
totum difruptumßt, tarnen mandibulam fuperiorem
inferiori magis proceram, & minus
acutam retinet. Pr<eterea cauda, qua
radios fingulos in ramulos dividit. Demum
figura pinnarum ventris, qu^e tubam referunt.
Hac enim ßngula ft in Gobio Othai-
(i) Ichth. V. p. IM- PI- CLXXVm. fig. J.
lunga dell' inferiore , e meno pontuta 5
altro indizio , che lo avvicina viemmaggiormente
al Gobione cefalo di quello
che all' ocellare . Si aggiunge inoltre ,
che i raggi della coda fono ramificati
nello fteiTo modo come nel Cefalo Plumierano,
non effendo tali nel Gobio di
BrouiTonet 5 e che le pinne ventrali efibifcono
la figura di tromba, indicata da
Bloch per uno dei caratteri diftintivi del
Gobio, che appartiene alle Antille. Contuttocià
i Naturalifti ponendo a confronto
le altre parti di quefto foiTlle con
quelle del Cefalo delineato dal P. Plumier
vedranno , che non battano gT indicati
rapporti per crederlo della ftelTa
fpecie , trovandofi una difconvenienza
totale nella ftruttura degli officelli delia
pinna dorfale ed anale , che qui fono
femplici, e nell' altro ramificati ; e numerandofi
in quefto quattro foli raggi
nella membrana branchioftega , 14 nelk
pinna caudale , laddove ael noftro fei
fono i raggi deU'una, e 20 quelli dell'
altra .
L e fpecie dei Gobj , e malTimamente
a coda indivifa , hanno tal fomiglianza
fra loro nella forma efteriore del corp
o , che tolti i nativi colori , e ridotte
allo- flato di fcheletro niente vi ha di
più facile quanto il confondere T una
coli' altra , ogni qualvolta T oflèrvatore fi
appaghi foltanto della fifonomia, fenza
procedere ulteriormente al confronto delle
diverfe parti, che fomminiflrano i caratteri
differenziali, e particolari alla fpecie
. Da quefto efatne rifulta , che il
pefce folTile , da noi creduto in addietro
il rariffimo Gobio ocellare dell' ifola
degli Ottaiti, e a cui diamo ora il
nome volgare di pefce Dragone, ed il
fiftematico di Gobione barbato, è una
fpecie diverfa da tutte quelle , che furono
dagli Ittioliti fin qui defcritte .
Il noftro Dragone è della lunghezza
all' incirca di un piede , e della larghezza
di due dita traverfe; e fi accofla
nella corporatura ai due Gobj di
Brouff'onet, e più d' apprelTo ancora a
quello del P. Plumier, moftrandofi tuttavia
turgido al ventre, e veftito di folte
fquame . La fua tefta è voluminofa
di figura conica alquanto allungata,
con due grand'occhi verfo Teftremità,
e con due cirri alla bocca fimili a quelli
Pan. ir.
tico apud Broujfonetum difpiciamus, vel
omnino dißmilia, vel parum fmilia offen,
dimus. Si contra in Cephalo Antillienß apud
Blochium. contemplemur, fingula fere eadem
noverimus. Neque tamen, ubi ccetera ich.
thyolithi partes cum Cephalo comparentur y
utrumque unius fpeciei effe phyfici judica.
bunt. Nam pinnarum oßicula dorß anique
in Cephalo ßmplicia, in ichthyolitho muL
tiplicia ramorum inflar: pr¡eterea radios in
membrana branchiostega quatuor, in pinna
cauda quatuordecimpifcis Antillienßs, contra
in illa fex, in hac viginti Bolcanus
habet:
Equidem Gobiorum fpecies, prafertim
qua cauda non diffiffa funi, ubi color es in
diffoluto corpore evanuerunt, facillime alia;
cum aliis commutantur, ß rationem unius
ejjìgiei habeamus ( tanta efl exterioris habitus
fimilitudo ) ; contra vero alia ab aliis
cernuntur, fi partes ßngulas , in quibus
fpeciei differentia ineß, perfcrutemur, atque
invicem comparemus. Quodß in hoc
foffili Gobio quisquam prafliterit, continuo
viderit, a fpeciebus Gobiorum qua bailenus
defcripta fuerunt, ipfum alienum effe;
quem nos adeo vulgo Draconem, systematice
vero Gobium barbatum appellamus.
Ipfe eft fere pedis unius longitudine,
latus vero digitos coharentes duo, proximus
corporis habitu duobus Gobiis Brouffoneti,
fed magis quod diximus, Plumeriano: adhuc
enim ventricofus densisque squamis vefti.
tus. Caput magnum efl, coni produéìioris
figura : ondi grandiores capite extremo
locantur: cirri duo ori fubfunt, perinde
ac in Mulo marino videmus : inflgnior
hujus nova speciei differentia. In membrana
branchioftega fex officula infunt : in
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