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L X I V
N. XIX.
I L MESSORO
B I E N N lU S OCELLARIS
T A V . XIII. FIG. 1.
B. radio fmiplici fupra oculos ; pinna dorsali anteriore
ocello ornala. Lmn. S. N. XIII pag. 4+1. N.« 4-
E. ocello nigro in pinna doriì. Blocb. Ichth. V. pag.
9 2 . Flancb. 1S7. fig. I.
Blennus, MeBbro. Sahian. de Aquatil. pag. 118 fig- P- 84-
, Ulennus, vel cepola. Bdhn de Aquatilib. pag. n u
Aflegnandofi dai fiftematici per note
fpecifiche del Mejoro i due piccoli cirr
i , ' c h e porta fiigli occhi, e il circolo
nero, del quale è dipinta in forma di
occhio la fua pinna dorfale, quefte note
fi cercano invano nell'immagine del
noftro foiTile, che oltre all'averle dop
o morte aftatto fmarrite, appena per
le fofferte rovine un' ombr a ritiene della
primitiva naturale fua forma. Non fi
devono con tutto ciò trafcurare varj
altri fegni, pei quali quefta fpoglia,
benché sfigurata, moftra di appartenere
ad un individuo della propofta fpecie.
Il Mejforo è un piccolo pefce dei.
noftri mari-, niente più lungo di cinque
in fei pollici, il quale vive ordinariamente
vicino agli fcogli framezzo alle
piante marine. Il fuo corpo, fatto per
così dire a cono rovefcio, è nel fuo
genere di una curiofa, e ftraordinaria
Struttura. La tefta preflbchè circolare
e voluminofa fembra troncata dalla parte
anteriore, e fi diftingue maiTimamente
per l'ampiezza degli occhi pofti all'eiìrremitk
della fronte, e contraiTegnati di
due piccole antenne in forma di cirri.
Il petto è tumido e ventricofo con due
pinne lineari alla giugulare. La pinna
dorfale è fpiegata a foggia di vela più
larga verfo la tefta, ed ivi impreffa d'un
circolo nero, come alcune ali delle farfalle.
L'aletta dell'ano confifte in una
ferie di raggi brevi e fpinofi che fi
prolunga fino all'angolo della coda. Il
tronco del corpo è dalla parte pofteriore
due volte più ftretto di quello,
che alla regione delF a d d ome , e del pett
o . La coda poi va a terminare in una
punta fmuilàta ed ottufa, munita'di io
raggi che formano la fua pinna.
Ruyscb. TLeatr. Anim. Ì. P. 4«. lab. Ji . fig. f.
et tab. 16. fig. if.
Tmißaii de Pifcib. tab. 19. fig. if.
Blmnus SuMani, tab. ¡i. fig.
Alirovmii de Pilcib. pag. zoj.
Scorpioides. Rmielet de Kscib. pag. 104.
Cum syßematum auólores ut infignia
pnedpua Bknnii flatuant panos duos inter
lumina cincinnos, nigrumque orbem,
quo velut oculo pinna dorft diflìnguittir,
hxc incajum in f affili noflro requiras,
in quo cum poß necem evanuerint, mx
ob illatas injurìas naturalis form£ in.
forme veßigium apparet. Non ideo tarnen
alia prietermittenda funtjìgna, quibus
hoc fpolium ad fpeciem adfertam pcrtinere
probatur .
Bknnius naturalis noßrorum pelagorum
cß piféis V ml VI pollices longitudine,
qui ut plurimum juxta fcopulas
interque marinas herbas degit. Corpus
inufitata forma inverfum, ut ita dicam,
conum imitatur. Pene orbiculare caput,
et craßiufciilum videtur anterius decurtatum,
amplisque oculis extrema in fronte,
qui duos habent parvas antennas cincinnorum
more, difinSum. Tumidum pe-
¿ Í U S , et ventricofum, duabus pinnis linearibus
in gutture. Tamquam velum
panditur pinna dorfi cervicem verfus latior,
pulloque orbe pißa, ut papilionum
ala. I'odicis pinnula brevium fpinoforum
radiorum conßat ferie, qu£ cauda tenus
excurrit. Poflremum corpus duplo quam
in peäore aräius. In mucronem deßnit
cauda decurtatum, ac obtufum, X radiis
inßrucium, qui pinnam efficiunt.
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Benché le note indicate finora fi trovino
nell'Ittiolito noftro la maggior parte
in difordine e preflbchè obliterate;
rimangono nondimeno ai Naturalifti dei
fegni baftanti per poterlo conofcere, e
riferire alla fteflà fpecie. Si olTerva primieramente
, che la ftruttura del corpo
e de'fuoi contorni non è diverfa da
quella del pefce poc anzi defcritto, e
lo manifeftano fempre più la turgidezz
a del petto, la fituazione ed ampiezz
a degli occhi, e la groffezza della fua
t e f t a , da cui il Meflbro ebbe anticamente
il nome di Capogrojfo. La pinna
dorfale del noftro fcheletro, quantunque
non ¡spiegata, e fuori della naturale
fua proporzione e figura, moftra
nondimeno di corrifpondere a quella del
Mefforo in iftato di vita, e l'appendice
pofteriore della medefima, ficcome anche
foppofta pinna deU'ano confronta
coi difegni, che diedero di quefto pefce
il Bellonio,. il Ruyfchio, ed il Jonflon
fotto la denominazione di Blennio
Cipolla. Ma un carattere ancora più
certo della fpecie in queftione fi può
nella prefente , fpoglia defumere dalla
pinna caudale, in cui la forma intiera,
e troncata, e il numero dei raggi che
la compongono, non poflbno elTere più
efattamente concordi con quanto è regiftrato
nelle diverfe defcrizioni e figure
degl'Ittiologi dapprincipio citati.
Salviano alTegnò per abitazione del
MelToro le acque dolci e fluviatili ; ma
Linneo, e tutti quelli, che l'ofl'ervaron
o nel fuo luogo nativo, fcrilTero che
quefto pefce vive nel mare Mediterraneo
, e neir Adriatico . Ruyschio , e
Jonfton diedero due figure diverfe del
pefce di cui fi tratta; la prima delle
quali al N.° 15 della Tavola XIX fu
copiata da quella del Bellonio, che più
di tutte fomiglia all'immagine del noftro
foiTile, e la feconda riportata al
N.» 6 della Tavola XXXI fu prefa
dall'opera di Salviano. È facile l'avvederfi
che alcuni Naturalifti attribuifcono
al pefce Meflbro due pinne dorfali,
mentre altri ne contano in efli
una fola. Il difparere nafce fecondo le
oflèrvazioni del Bloch dall'efl^ervi una
varietà dello fteflb pefce, in cui l'aletta
dorfale è divifa in due parti f una più
ftrt. I!.
Etß ha nota in Ichtiolitho noßro incompoßts,
ac pene deleta appareant,
non tarnen defunt ßgna, qua de vera
fpecie admoneant. Minime diverfa corporis
ßruBura, ac linearne Uta) quibus finitur,
eadew. pcäoris turgefcentia, oculorum
amplitude, ac craffities capitis,
a qua Bknnius Megacephalon antiquitus
eß vocatus. Dorfi pinna etß minime
expanfa, citraquc naturalem formam
poßta, cum ilia tarnen congruit Blennii
viventis, poßeriorque appendix, nec non
obverfa ani pinna piäuris rcfpondet, quas
ißius pifcis Blennii Cepx nomine Bellonius,
Ruyschius, atque JonJlonus dederunt.
At infignior quoque nota cauda
dorß, in qua forma integra, ac decurtata,
nec non radiorum numerus apprime
cum pracitatorum Ichtiologorum ß.
guris, ac defcriptionibus concordant.
Salvianus Blennium fiuviorum aquas
inhabit are i at Linnaus, omnesque qui
natalibus in undis obfervaverunt, fupe.
ri, atque inferi maris incolam ajferuere.
Ruyschius ac JonJlonus diffimiles
bujus pifcis figuras ediderunt} quarum
prima N.° xr Tabula XIX ab illa Bellona
cater is fimiliore eft tranfcriptaj fecunda
autem- N.° FI Tab. XXXI ex operibus
Salviani defumpta. Inter Phyjicos
nonnulli duas Blennio in dorfc pinnas,
alii unam tantum tribuunt. Opinionis
difcrepantia, ut Blochius obfervavit, ex
eo oritur, quod nonnmnquam alula dorf
t in duas partes inaquales dividitur.
Atque ita porro in nojlro exemplari f e
habet. Praterea fmgulare aliud quoddam^
in ipfo obfervatur. Nam tabellam, cui
adbaret, arat tranfverfe fpathi calcarei
cryftallina vena Mei coloris: quod
aperte demonftrat, argillam marinam laÍ
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