
CCXLIl
in animali di fimil genere. Groffo, e
ventricofo dalla parte del petto, fi re.
ftringe notabilmente verfo la coda terminando
in una piccola pinna fatta a
foggia di lingua. Lo fquarcio della
fua bocca, rifpettivamente alla grandezza
del corpo, non è de' minori, e
fomiglia intieramente nella forma a
quello de Gadi, e delle Múflele. Ineguali
fono i due labbri, che coprono
le mafcelle , eiTendo il fuperiore più
groiTo, e più largo dell' inferiore : nel
che pure convengono le mandibole formate
entrambi di una lamina oiTea femicircolare,
divifa nel mezzo da un
folco, che chiaramente rifuka nel noflro
fcheletro. Piccoli fono in ragione
del corpo i due occhi dello Smirnefe,
e fituati in diftanza cinque linee
fra loro a' lati del capo. I coperchj
branchiali folcati da varj mufcoli fi
eftendono notabilmente vie più accrefcendo
il volume della tefta di quefto
pefce : la membrana branchioftega diffusa
fino alla prominenza dello fterno
contiene fette olFlcelli d' ineguale volume,
e lunghezza. In tutta la fuperficie
del corpo non apparifcono fquame
reali, nè vera linea laterale ; e la
negione dell' ano anguila , e fpianata
più alla bocca avvicinafi, che alla
coda.
T u t t e le pinne dello Smirnefe fono
comporte di raggi femplici : ciò
che rariffime volte accade di oflervare
negli altri pefci. Le pettorali ampie,
voluminofe, ed ottufe contengono 33
raggi fottili, e fra loro all' eftremità
approffimati per tal maniera , che a
flento fi polTono diftinguere, e numerare
. La pinna dorfale, che dalla
nuca fi eftende fino alla coda, è inteffuta
di 43 raggi, trentacinque de'quali
fono nell' apice acuminati, e fpinofi
. Mancano affatto le pinne ventrali
: carattere diftintivo de' pefci dell'
ordine Linneano degli Apodi , nel
quale fiamo d' avvifo che dovrebbe
claffificarfi un tale individuo, nulla
avendo efi"o di comune co' Gobj . La
pinna anale di quefto pefce è lunga,
e percorre come la doriale fino alla
coda, avendo anzi l'ultimo raggio più
eftefo di quella , ed elTendo formata
cofuni in peSore, inßgniter caudam verfus
coaräatur, ubi in finnulam definii
linguifonnem. Riäus fcijjura, prte corporis
proceritate, haud efl parva, ac il.
lam Gadorum, ac Mußelarum omnino
imitatur. In,equa!ia funt labia malas te.
genita, cum fuperius craffius fit, lati usque
inferiori. Nec fecus de maxillis fe
habei, quie lamina ojfea femicirculari in
medio quodam fulco divifa fulciuniur :
hic fulcus noflro in fceleto magnopere
cß confpicuus. Exigui pne corpore funi
Smyrnenßs oculi, ac quinqué lineas difßti
in lateribus capitis. Branchiarum
opercula pluribus mufculis permeata inßgniter
dilatantur, augentque capitis volumen
j membrana branchioflega ufque ad
ßerni prominentiam porrecia n i continet
ojjicula imequalis voluminis, ac longitudinis.
Tota in corporis cortice nec
fquamie, nec linea lateralis apparent,
ac podicis regio angufla, ac complanata.
CunBie Smyrnenßs pinnae radiis funt
ßmplicibus compaña, quod reliquis in
pifcibus perrarum. Peßorales amplíe,
voluminofie atque obtufie XXXIII continent
exiles radios, atque ita in apice
próximas, ut tegre dißingui ac numerari
pojßnt. Finna dorß, quie ab occipite
ad caudam ufque excurrit, e XLIII radiis
coalefcit; quorum XXXF funt in
apice acuminati ac fpinoß. Defunt prorfus
pinnie alvi, quod inßgne pifcium ex
ordine Apodum Linnaano eß pracipuum,
ad quem bunc noflrum referendum effe
cenfemus, cum nihil habeat cum Gobiis
commune. Pinna analis eß longa, atque
ut dor falls ad caudam ufque excurrit;
immo poßremum habet radium illa magis
porreäum, ac xxix radiis ejufdem
ßgurie, et fubßantiie ac priecedentes eß
intexta. Parvitate admodum fpeÜanda
eß pinna caudalis, qua: unicis xil conßat
radiis, atque oblonga eß. Vbinam
M !
i. î 'I
c c x L i r i
di 19 della fteíTa figura, c foftanza
de' precedenti. È fingolare per la fua
piccolezza la pinna caudale dello Smirnefe,
compofta di foli 12, raggi, e di
figura bislunga. Ignorafi affatto dove
v i v a un tal pefce, fe nelle acque falf
e , oppur nelle dolci; e folo è noto
che appartiene all'Oriente.
Sonovi bensì delle variazioni rifpetto
agli efpofti caratteri nella fpoglia
f o f f i l e , che prefentiamo, ma nate tutte
indubitatamente dalle modificazioni
fofferte nel fuo paffaggio allo ftato di
cadavere, e d'ittiolito. Del rimanente,
a riferva che poco è marcata la lun.
ga pinna doriale, e l'anale, l'abito
efterno del corpo, e i fuperftiti lineamenti
del volto corrifpondono fenza
contraddizione alla naturale figura dello
Smirnefe, rapprefentata nei nuovi
Commentar) di Pietroburgo, e nella
Enciclopedia.
gentium degat hic pifcis, fcilicét ß in
marinis aut lacußribus aquis, ignoratur;
tantUTAmodo Orientis inquilinum eße co.
gnofcimus.
In foffili exuiìia, quam fubdimm,
certe quoad expofita attributa quadam
infunt varietates; quie tamen omnes ab
immutationibus in tumulatione, ac lapi.
defcentia perpe/Jìs oriuntur. Cieterum
prieter dorfalem, anakmque pinnas parum
expreffas, externus corporis habitus
, ac reliqua faciei lineamenta extra
omnem aleam naturali Smyrnenfis Jìgu.
« in Comment. Petropolitanis, ac En.
cyclopedia exhibits refpondent.
A • ^
N . e v i .
I L SIFFONE
S P A R U S BO £ C A N U S
TAY. LIX.
S. pinna dorsali analique p.ostice rotundata.
Spams Qhloroums? Bloch. Ichcli. Vili. pag. 24. PI.
CCIX.
B. 5. P.... D. IO, 11. V. 6. A. 3. X6. c. I8.
U n pefce vivente nell'Ifola di San
Domingo e al Giappone, chiamato Papagallo
dagli Olandefi, molto fomiglia
nella figura, e proporzione del corpo
al prefente Archetipo, che noi pubblichiamo
fotto la nuova denominazione
tecnica di Siffoite. Efi^o è quella
fpecie, che fu defcritta da Bloch
nell'ottava Parte della fua Ittiologia
fotto il nome di Sparus chlorourus, e
di cui alla Tavola dugento feffanta
ne diede la naturale figura. Se noi
confrontiamo con quefta il difegno
del noftro follile , troviamo a un dipreiTo
la fteffa forma di corpo, e
la medefima ftruttura di pinne, principalmente
poi la dorfale, e l'anale,
che perfettamente fi corrifpondono nel
Pifcis, qui in S. Dominici Infula,
atque Japone degit, a Batavis Pfittacus
vocatus, valde pr.efenti Archetypo, quem
edimus nova fub adpellatione tecnica Siphonis,
corporis figura, ac proportions
eß proximus. Ad illam ipfe pertinet fpeciem,
quam Blochius FUI in parte ¡eh.
thyolos^id! fub nomine Spari chlorouri defcripfit,
cujufque ad Tabulam CCLX naturalem
ßguram exhibuit. Si cum bac
noßri foßllis delineationem conferimus,
eamdem ferme corporis formam, earndemque
pinnaruni ßruBuram invenimus,
pr,efertim in dorfo, atque podice, ubi
opprime aculeorum numero, ac externi
marginis rotunditate concordant. Kihilominus
cum in hoc fceleto défit nativi
coloris indicium, ctmque nonnulla es-
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