
i'
i l l
CLXXXII
Corrifpondono le oiTervazioni fm qui
riferite a quanto rilcvafi dalla contemplazione
dell'edema faccia del noftro
Tridente, non eflendo da rivocarlì in
dubbio, che non appartenga eiFettivamente
al genere, fotto il quale lo riportiamo
. Ma riguardo alle note fpecifìche
defunte dalla figura, e proporzione
del tutto, non meno che delle
parti, risultano nei confronti delle differenze
decife, dalle quali evidentemente
deducefi, che quefta fpoglia rapprefenta
l'immagine di una fpecie di Zeui l finora
ignota, a cui per motivo della
coda a tre branchi abbiamo pofto il
nome di Dorata a tre code, offia di
Tridente.
Per caratteri diftintivi di quefta nuov
a fpecie di pefce dell' ordine de' T o -
racici fi pongono primieramente la coda
trifida, e i nove raggi anteriori della
pinna dorfale più lunghi, e più elevati
de' pofteriori. A tali note primarie aggiungeiì
la particolar forma, e proporzione
delle divcrfe fue pinne, che tutte
difFerifcono da quelle degli altri pefci,
che gli fono congeneri. Contanfl nelle
pinne pettorali II raggi; la dorfale è
comporta di g raggi lunghi, feguiti da
i 8 più brevi, e femplici, che fi ilendono
fino alla coda; le addominali
proiFime fra di loro e porte al torace
ne hanno 6 foli come la maggior parte
delle pinne ventrali dei pelei, ma
fono brevi e minuti a differenza delle
addominali di altre Dorate; k pinna
anale è intefluta di 30 raggi femplic
i , e corti, che formano una falange
più eftefa, e meno folta di quelli della
dorfale. Finalmente la pinna caudale
prefenta II raggi robufti, fuddivifi ciafcuno
in più rami minori, e dilatati
verfo l'eftremità a guifa di remo, ove
11 conformano in tre angoli acuti rapprefentanti
una coda triloba, ficcome
quella de'Ciprini dorati d'America.
Il corpo del Tridente è compreflb,
ed elittico; ha voluminofa la tefta, ed
ampia l'apertura delle fue branchie. La
bocca è formata di due mafcelle ineguali,
la di cui inferiore più lunga della
iuperiore incurvai! verfo di quella, ed
entrambe fi aprono in uno fquarcio fimile
ad una parabola. Gli occhi fono
Externa cum Tríurí nojîri facie hueu/
que sxpojitie cougrmnt obfervationes,
cum ad genus, ad quod referímus, minime
Jit dubitandum reverá pertinere.
Afl JÎ notas precipuas afgura, nec non
a partibus, turn fecretis, turn Jimul unith
d^fumptas attendimus, in comparatione
manifefla difcrimina emergunt, ex
quibus aperte conjicitur exuviam banc
Zeuxis haBenus ignotce fpeciei imaginem
exhibere, cut ob caudam tricufpidem
Auratx tricaudat^, feu Triuri nomen
indidimus.
Novii hujufce fpeciei Tboracicorum
pifcium ex ordine, ut inßgnia precipua,
cauda primum trifida, novemque radii
pinnae dor fi anteriores longiores, atque
fublimiores poßerioribus ponuntur. Principibus
hifce notis peculiaris forma, ac
proport/o pinnarum, qu.^ omnes a reliquis
congenerium pifcium differunt pinnis,
adduntur. In pinnis peßoris XII
numerantur radii; pinna dorß IX confi
at longis radiis, quos X X f i l l breviores,
ac unici fubfequuntur, qui ad caudam
ufque progrediuntur. Abdominis pinna
non admodum dijfita, ac tboraci inferta
VI tantum, ut plurimi pifcium, babent
radios; verum breves, ac exiles, quod
ab aliis Auratis differt. Pinna ani XXX
intexitur unicis, ac brevibus radiis, qui
feriem latiorem, minufque denfam radiis
pinn« dorfalis conficiunt. Demum caud.
e pinna XI continet validos radios,
fubdívifos in plures minores ramos, ac
in extremo margine remorum more expanfos,
ubi in tres acut os ángulos asfurgunt,
qui trilobam non ficus ac deaurati
Cyprini Amerine efficiunt caudam.
Triuri corpus comprefium efi, ac
ellypticum; caput volumine infigne, ac
hiatus branchiarum amplus. Duas os
habet iniequales maxillas, quorum inferior
fuperiori longior fuperiorem verfus
curvefcit, ac utraque in parabolicum
hiatum dehifcit. Prtegrandes, ac micantes
oculi; ac branchiarum opercula na-
C L x x x n i
lucidi, e grandi, ed hanno marcata
eftenfione i coperchj branchiali, nella di
cui parte anteriore fcorgefi la membrana
branchioftega comporta di fette raggi
come quella degli altri pefci del
genere delle Dorate.
Dal compleiFo delle oiTervazioni finora
efpofte chiaramente apparifce, che
il noftro Tridente, non molto raro a
trovarli fra gì' Ittioliti del Veronefe ,
prefenta la fpoglia di una nuova fpecie
di Zeufi fconofciuta a' Naturalirti, e
da' Siftematici non per anche defcritta.
labili patent intervallo; horum antica in
parte membiana cerniiur branchioflega,
qucc ut in ceteris Auratis VII confiat
radiis.
Ab expofitarum obfervalionum congerie
manifefie li quel, Triurum nofirum
non adeo inter Veronenfes Icbthyolithos
rarum novie Zeuxium fpeciei Phyfiologis
ignota, alque nondum ab Syftematum
auSoribus defcripta, exuviam exhibere.
N. LXXVI.
I L GLADIATORE
S C I E N A J A C U L A T R I X
TAV. XLV. FIG. I.
S. quinqué maculata, pinnis ventrallbus adnatis, maxilla
inferiore longiore, Hommsl. Tranfact. piiilofoph.
176S. Tom. LVI.
Ahregè pag. 1S7. Tom. II. pag. IS9- Pi- V. fig. 6.
Le Sagittaire. Encyclop. method. Iciith. pag. lo^. N. 10.
n. p. II. V. f A. i c. 17.
Nelle Tranfazioni filofofiche di Londra
all'anno 1765 (l) fu da Schlofl'er
defcritto un pefce dell'India col nome
Ipecifico di Gladiatore, che forfè i meno
verfati nell'arte potrebbero in grazia
della denominazione confondere colla
specie fuccelTìvamente illiirtrata da Hommel,
e della quale prefentemente 11 tratta.
A fcanfo di ogni equivoco, fi giudica
opportuno di prevenire, che il
Gladiatore, o pefce Batavia di Schloffer
non è altrimenti il noftro, di cui
Hommel ha data la defcrizione; ma
bensì il Mollidente roftrato, che Linneo
pubblicò nel Mufea Svecico (z),
e riprodulTe di poi nella decima terza
edizione del Siftema della Natura (3).
I caratteri firtematici del noftro pefce
fono cinque macchie fofche tranfverfali
vicino ai lati degli omeri, le pinne
ventrali aggregate, e la mandibola fuperiore
del roftro più corta delf inferiore.
Oltre a ciò fi aggiunge il color
aureo di tutta la fuperflcie del corpo,
ofcuro foltanto nella regione del dorfo.
Ci) pag. 89. tab. 5.
( j ; pag. 61. tab. 3J- %•
Philofophicis in Tranfaäionibus Londinenfibus
ad annum m d c c l x v Indicum
pifcem fpecifico Gladiatoris nomine
Schloffer US defcripfit, quem forfan minus
bac in doclrina periti nominis fimilitudine
decepti cum fpecie poflmodum ab
Hommelio illufixata., de qua modo agitur
, poffent permifcere. Omnem ad ambiguitatem
vitandam pramittere neceffarium
putamus, Gladiatorem, feu pifcem
Bataviam Schlofferi, nofirum minime
effe, cujus Hommelius defcriptionem reliquit
; verum Chetodontem rofiratum,
quem Linnaus in Mufeo Svecico vulgavit,
ac pofiea in XI11 Syfiematis Natura
editioue reeudit.
Attributa ab Syfiematicis nofiro pifci
adfignata funt qiunque macula nigrican.
tes tranfverfa acìa pone humerorum later
a, pinna ventr.is aggregata, ac rofiri
maxilla fuperior brevior inferiori. Prater
ea color aureus, quo tota flavefcit cutis
prater quam in dorfo fubobscuro, nec
non cauda ad extremitalem emarginata
(i) f'g- ?•
'i I
' I
'jìii '
>|!H
iii Ï
ìi :|iii