
I I
XLIV
N. XIV.
L O S T E R COR A R I O
C H M T O D O N ARGUS
T. X. FIG. 2.
Chxtodon fpinis dorfalibus ii.; corpore punílis nigris
plurimis ; cauda inlegra. linn. Syft. nat XIII. p. 4S4-
n. II.
Ch. corpore lato, macnlatoque ; rpinis anaÌibus quatuor.
Bhclì Ichth. VI. p. 6j. Piane. 204. lìg. i.
rUcis ftercorarius. mibugb. IchtK. Append. p. 3. tab. 2,
fig. 3.
Fra tutti i pefci foffili del ricchiflimo
Gabinetto Bozziano non evvi forfè un efemplare
più illuftre di quefto e più corrifpondente
nell'abito efterno all'originale
figura del pefce, che rapprefenta. Bafta
confrontarlo coli' Argo defcritto da
B l o c h , e cogli analoghi del Ruyfchio, e
di Wi i lougbey per avvederfi fubito dello
ftretto rapporto, di cui fi tratta . Ed
è certamente maravigliofo l'incontro di
un pefce da più fecoli eftinto, il quale
fepolto prima in un tenero limo, poi divenuto
con eflb porzione di pietra ftratificata,
e finalmente dopo molti anni
fpaccato longitudinalmente in due eguali
metà, confervi nondimeno nell'effenziale
tutte le forme, e i caratteri, che fono,
proprj della fua fpecie.
L'immagine dello Stercorario foffile,
che qui prefentiamo, è quella ftefla, che
con più rozzo difegno fu dal Ch. Sig.
A b . Fortis nel 1786 prodotta fotto altro
nome. Mancante egli allora di que'
f o c c o r f i , che fi hanno prefentemente dai
nuovi libri d'Ittiologia fiftematica, giudicò
in via di approiTimazione, che lo
Stercorario Bozziano foiTe una fpoglia del
Mollidente fabbro di Brouflbnet ( i ) , illuftrato
fuccelllvamente da Bloch (2).
M a quelli che conofcono in pratica il
pefce Fabbro, e le figure che prefentano
del medefimo i due nominati Ittiologi ,
non potranno ora convenire col fentimento
del citato Naturalifta, al quale d' altronde
fi devono le prime fcoperte dell'
efoticità di alcune fpecie d'Ittioliti.
Tanto nella figura del corpo che delle
parti che lo compongono, quanto an-
(1) Ichth. Decad. I. n. r. lab. Í.
lean Fay. Ruyfch. Amboin. p. JJ. tab. 17. fig. S.
IcaivTaci Reaard PoiiTons 2. tab. 10. fig. 211,
Cacatoeha Babintaiig. Fakntin. Iiid. 3. pag. 403. fig.
ISO.
Chaitodoii faber. lortU Journ. de Rozier. 1786. p. iSj-.
Planch. I.
In maxima fifcium folßlium copia ,
nullum corum habet Mufcum Bo&üianum,
aiit magis pntclarum, quam is de quo agitur,
aut magis extrinfecus ßmilem pifci,
quem refert. Quod ut facile dignofcatur ,
fatis efl, eumdem cum defcriptionibus aut
Argi apud Blochium, aut pifcium ejus generis
apud Rujfchium & Willoubeyum comparare
. Mira fané res, -pifcom aliqiiem
molli primum limo confepultum, dein in
ßratum lapidem cum eodem limo converfum,
pofl multa demum fácula medium a
capite in caudam diffiffum, formis tamen
fpeciei fu£ notifque omnibus, quie maxime
propria ßnt, nunc et i am dißingui.
Sed tamen imaginem hujus ichtliyolithi
, quam hic modo exhibemus, olim Albertus
Fortis vir clarijjìmus anno ciolOCCLXXXFI
, etfi rudius exprejjam ,
vulgavit fub nomine Ch^todontis Fabri,
quem primum Brouffonetus, dein Blachius
planius defcripferant. Cum vero libris quibus
fcientia de pifcibus nunc auiia ejì,
tunc ille carer et, ipfe quod ventati proximum
intelligebat, non temere fecutus ejl:
fammi quidem ingenii Pbyjicus, qui primus
quorumdam ichthyolithorum peregrinitatem
detexit. AJi qui fabrum ipfum vel fguras
ejus ufu noverit, is ab ilio in hoc diffcntiat
necejfe eji.
Etenim exuvite noßne tum ßgura univcrß
corporis artuumque ,tum forma & po-
( i ) Ichth. Par. VI. PI. 212. fig. 1.
X L V
che nella forma, difpofizione, c nume,
ro dei raggi principali delle diverfe pin.
ne fulliftono in quefto Stercorario follile
fotto alcuni accidenti i caratteri diftintivi
della fua fpecie. E primieramente
rifpetto al corpo, fe pongafi mente
alla curvatura della fpinal midolla, fi
comprenderà la ragione, per cui al confronto
della figura di quello di Bloch
comparifca alquanto più corto, ed anche
più rilevato nel ventre. Avendo
quefta fpoglia dalla parte eftrema del
capo foiFerta una comprelTlone gagliarda,
della quale fi hanno indizj tuttora dai
labbri fpezzati, e dallo fpoftamento dei
denti, fi è quindi a minore lunghezza
riftretto , quando era ancora flefflbile, il
di lui corpo, coir aver acquiftato in proporzione
maggiore lunghezza, e protuberanza
dai lati: coficchè fu duopo di
molta pratica per rilevare in eflb gii avanzi
della forma romboidale, e della
flruttura propria delle mafcelle, da Bloch
rimarcata nel pefce Ai'go . Del rimanente
il capo , e la difpofizione di tut.
te le altri parti del corpo combinano
coli' originale figura del pefce, di cui fi
t r a t t a , fempre però avuto, riguardo a
certe modificazioni particolari, che in
una fpoglia foflile devonfi ragionevolmente
fupporre .
L ' a l e t t a dorfale di quefto pefce, flando
alle defcrizioni di Bloch e di Linneo,
ed anche al naturale di lui ritratt
o , è compofta di 28 raggi, dei quali
gli undici primi fono più robufti, ed
aculeati, gli altri 17 gracili e fuddivifi
in piccoli rami congiunti da una membrana
comune . Quefta ftefla forma e
difpofizione di parti fi ravvifa eziandio
nella pinna dorfale del noftro foffile,- ma
in eflà fi contano foltanto 9 aculei in
vece di I I , e 13 raggi in luogo di
1 7 : locchè pare, che debbafi afcrivere
agli accidenti, che fiamo per avvertire.
Primieramente riguardo agli aculei, il terz
o , che fuccede ai due primi più cort
i , dimoftra per la fua ftraordinaria groffezza
di eiTere generato dall' innefto di
un altro contiguo , che coftituiva forfè
in origine il quarto raggio . Lo fteflb
apparifce nel quinto aculeo, che qui tiene
il luogo del quarto , dovendofi argomentare
dal fuo volume , che fia un
nuovo duplicato di aculei, cioè il quinßtu,
nmneroque radiorum pracipuorum in
fingulis pinnis proprias Argi ( quem &
Stercorarium dicimus ) notas , quamvis
cafu nonnihil immutatas retinet. Et primum
de corpore. Hoc brevius in exuvia
efl, alvoque elatiore, quam in Blochii figura
ßt. Sed caufam difcriminis curvata
•vertebrarum ferie s indicat. F if eis enim a
capite in caudam validius comprejjus fuiffe
adhuc cognofcìtur ^ nam ^ labia diffissa,
& denies a fede dimoti funt. Itaque
corporis tunc ßexilis longitudo quidem
contraila efl, latitudo vero pariter amplificata,
lateribus magis quam foleant protaberantibus.
Inde etiam fit, ut ff forma
rJ>omboidalis&flruauriemaxillarum{quam
Blochius in Argo notavit ) nonnihil fuperßt:
longo tamen bar um rerum ufu opus
efl, ut infpicientes non fallat. Caterum
caput, fitusque partiujn aliarum a figura
•oivi Argi nihil differuntjß tamen ratio
non habeatur earum immutationum, quas
ipfa foffilium conditio fert.
De radiis v.ero, pinnam dorß 080 ff
viginti radiis conflriitam Argus habet, ß
Linniei Blochiiqiie verbis, atque adeo nati- •
va pif eis immagini fides efl. Friores undecim
validiores funt, ff aculeati: cMeri
feptem ff decem graciliores ßnguli porro'
rurfus divifi in tenues ramulos, communi
tamen membrana colligatos. Forma
fitusque partium hujus pinna in ichthyolithopar
cernitur: non tamen numerus^ nam
aculei novem funt, radii tredecim ; fed differentiam
videntur cafus attulijje, quos
nunc exponam. Etenim duo aculei, tertius
ff quartus crajfiores prater naturamfunt ;
ita ut videantur utrique ex binis contiguis
coaluije':, quod fcilicet tertio aculeo fe
proximus inferuerit, qui ab origine quartus
effet ; atque adeo cpii nunc quartus
numeratur, ex quinto ff fcxto compa-
Bus fuerit • Cujus cohafionis ne dubites,
utrumque aculeum dimetitor cum aculeisßmilibus
Argi apud Blochium : dimensio planum
ficiet, cur novem non undecim difcernantur.
De radiis vero, quorum duo prili
I
• Il