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 specie.  Le  vuote  arcate  dei  ponti  e  le  concamerazioni  dei  piloni  si  vedono  tapezzate  
 di  questi  chirotteri  pendenti  all’ingiù,  coi  due  piccoli figli sovente attaccati  alle mani-  
 melle, ed abbracciati  dalle bucce, come  dentro un tabarro,  con si bell’andamento  di pie-  
 ghe  che meriterebbe  di andar  disegnato.  Offese  che  sieno  appena,  spiccano  il volo  por-  
 tando  seco  loro  i bambini.  La  sera  poi  escon fuori mezz’ ora  prima  del tramontare  del  
 sole mettendo uno stridulo  ronzio per  l’aria,  e non  allontanandosi che poco  dalle  cove,  
 in cui si  rificcano  assai  prima  delP alba.  Nè  alcune  se  ne veggono  mai  fuori  dell’ordi-  
 naria stagione;  nè  per quanto  si  cerchino l ’inverno  le buche  delle pareti, oye  altri Chirotteri  
 prendon  ricovero,  niuna se ne ritroya  giammai;  tanto  è  il sonno, tanta la già no-  
 tata  profondità dei nascondigli  di questo  animale. 
 Ha  il  capo  lunghetto,  l’occipite  largo  e rotondato ;  il  muso  molto  rigonfio e fornito  
 dUunghe  e  rigide setole:  son  le  narici  yicine molto  tra loro.  Il ferro  di  cayallo  è con-  
 tornato  da larga  membrana,  intaccata  profondarnente  al  dinhanzi:  il  gherone  ehe  s’in-  
 nalza  dal  suo  centro  ha  forma  di  scarpa  rovescia,  molto  cioè  incavato  verso la base,  e  
 sporgente  all’ apice:  la  foglia  nasale  eretta,  di  figura  lanceolare,  ha  lunghe  setole  nella  
 cima  e  nei  lati,  e  due  grandi  centinature  laterali  alla  base,  quali  appendici,  ma  non  
 astata fogliuzza  addizionale. Gli occhi  grandetti, nascosti molto  dai peli, e situati nell’al-  
 to  del capo,  sono  una  volta  e  mezzo  più  yicini  tra  loro  ehe  alla punta  del  muso:  lo  
 squarcio  della  bocca,  retto,  e  tanto  quasi  largo  ehe  lungo,  giunge  appena  sollo  Poc-  
 chio: una  sola verruca  transversale  guarnisce  il margine  del  labro  inferiore. I  denti assai  
 robusti  sono  in  numéro  di  32,  ehe  appariscono  soli  28:  i  due  incisiyi  superiori  son  
 piccolissimi,  distanti tra  loro,  e  debolmente  aderenti  aile lamelle  intermascellari,  carti-  
 laginee  soltanto,  solleciti percio  a  cadere:  li  quattro  inferiori  di larga e triloba  corona,  
 son  disordinati  assaissimo:  i molari  superiori son  cinque per banda,  sei  per  banda son  
 gPinferiori;  i falsi molari fra i primi sono  ottusi,  quasi  invisibili, impiantati  lateralmen-  
 te  fuor di sérié  sopra  lo  sporto  del  rispettivo  canino.  Le  grandi  orecchie,  lunghe  una  
 volta  e mezzo  di quanto son  larghe,  sorgono nella sommità  del  capo, ma  distanti  fra loro; 
   e  sono  lanceolate,  acute,  volte  alPinfuori,  pelosette  alPesterno,  leggermente  intac-  
 cate,  e  colle  pieghette  trasversali  piuttosto  apparenti :  il lobo  inferiore  largo  e semicir-  
 colare è poco sviluppato.  Le  ampie,  intégré  bucce,  alte  la  metà di  loro lunghezza,  al-  
 lorchè  ripiegansi  accanto al  corpo  giungono  ben  oltre  la  metà  delP oreçchia :  la  membrana  
 interfemorale  piccola,  sebben  prostesa  fino  alPapice  della  coda,  è  lunga  due  
 terzi  delP antibraccio,  e  lascia  totalmente  liberi  i  prolungati  piedi,  formando  col  suo  
 margine esterno un  angolo  ottuso  di qua  e  di là più distante  dalla  coda  che  dal piede.  Il  
 pelame  è  folto,  lungo, molle:  i peli,  lunghissimi  e  drilti sotto il collo,  cuoprenti  la metà  
 delP antibraccio,  ed estesi  sulle  membrane dei  fianchi,  sono  bianco-cannellini •  unicolori  
 al  di sotto;  bicolori  al  di  sopra,  perche all’estremità  yolgono  in  cinereo  nei  maschi,  in  
 rossastro  più  o  men  nelle  femmine. Variano  è  vero  alcun  poco  le  tinte  nelle  diverse  
 eontrade;  meno  pero  si  shaglia  asserendo  generalinente  ehe gli  esemplari  dei paesi me-  
 ridionali  siano  in  pari  età  di  più  chiare  tinte  di  quelli  del  settentrione. 
 Giunge  questa  specie  ad  oltrepassare tre pollici  e mezzo  di lunghezza,  e  quattordicj  
 di  stesa  d'ali.  Le  dimensioni  di un  esemplare  mediocre  sono  poste in fine  della specie  
 seguente in modo  ehe ne risultino  le proporzioni. 
 RHINOLOPHÜS  HIPPOCREPIS 
 RINOLOFO  BIASTATO 
 rhinolophüS prosthemdte utroque hastatOj posteriore haud dilatato ad basim: auriculis pro-  
 ximiusculiSj  profunde emarginatis,  plicis  transversis  obsoletis;  lobo inferOj  majusculo :  
 dentibus  primoribus  supra,  lamellisque  intermascellaribus  nullis:  molaribus  utrinque  
 subtus superque quinque, spuriis superioribus ordinatis. 
 vespertimo  ferrom-equinum  ß . minor,  Schrei. Säugth. I.p. iy 5.tab.62.fig. inf.  Gm.Syst.Nat.Lp.5o.ep.20. 
 VESPERTIMO  HIPPOCREPIS,  Ilerm.Obs. Zool.p.  18. 
 VESPERTIMO  FERRUM-EQUINUM,  Bechst. Nat. Deutschi. p .ll8j. adult. 
 VESPERTIMO  HipposiDEROS,  Bechst. Nat. Deutschi. p.  1188. junior.  
 vespertimo  Mi nut us, Montagu,  in Linn. Trans.  IX . p. i 63. lab. i8.fig. 6. 
 RHINOLOPHÜS  bihastatus,  Geojfr. in Ann. Mus. H. N .X X . p.2 5g. sp. a.  tab. 5.  Desm. N. Diet, Ti. N. X X IX . 
 p.a5a.sp. a.  Id. Mamm.p.  ia 5. sp.i85.  Id. Diet. S c.Nat.X LV .p .561].  Id .in F  aun.Franc.Mamm. 
 p .i.sp .5.  Gray, in Zool. Journ. I I.p. 109.  Lesson, Man. Mamm. p.82. sp,  176.  Id.inDict. CI. 
 II. Nat. X V I . p. 56g.  Temm.Monogr. Mamm. I I .  Mon.Vüi.p.34« 
 RHINOLOPHÜS  hipposideros,  Leach,  Zool. Mise. I I I .  p.2.sp.2. tab. 121.  Fischer, Syn.Mamm.p. i 36. sp. 3. 
 Flein. Brit. Anim. p. 5.  Jenyns, Brit. Vert. p. 20.  Bell, Hist, Brit. Quadrup, p.’ß .  cum fig. 
 rhinolophus  FERRUM-EQUINUM  minor.  Griff. Anim. Kingd. V.p.oiß.sp. 3. 
 RINOLOFO  BIASTATO,  Ranzani, Eiern. Zool. I I . P. ii. p-  198. sp. 2. 
 Petit  fer  £  ÖHEVAL, Daubent. inMem.Acad.Paris.i']5g.p.582.  Buff. Hist. Nat. V IH .p .102. tab. ij.fig.2. 
 Cuv. Tail. Eiern.p. io5.sp.5.  Id. Rcgn. Anim. I.p. 128.  Id. Ibid.2.ed. I.p. 118. 
 RH1NOLOPHE  BiFER,  Geoffr.  loco  citato, 
 LESSER  HORSE-SHOE  BAT,  B e ll,  loco  citato. 
 HUFE ISEN NASI GE  FLUGMAUS,  Kühl,  Zool. Beilr. p.6l. 
 HUFEISEN,  HUFEISENNASE,  KLEINES  HUFEISEN,  KLEINE  HUFEISENNASE,  Filzing. Prodr.Faun. Austr. p.2Cß. 
 Illu stra ti  finalmente tutti  i  Chirotteri da  noi  riconosciuti  italiani,  stimiamo  oppor-  
 tuno esaurirne la materia, e  soverchiar la misura  a ribocco,  per non  più  ritornare  sopra  
 quest’ordine,  e  per viemmeglio  dedicarci a sollecitamente  compire  la  nostra  Fauna  con  
 tutti i Rettili  che le appartengono.  Questo notturno volatile,  che puo  dirsi la Fenice  dei  
 Rinolofi  italiani,  trovasi,  benchè raro,  in Francia,  in Germania,  in  Inghilterra-ed altro-  
 ve, mescolato  coll’antecedente  R.ferrum-equinum.  È  fuggito  fin’ora  aile nostre  premu-  
 rose  ricerche,  ed  aile  diligentissime  del  professor Savi,  che ne fruttaron  migliaja  del-  
 l’altro  da  tutti i punti  della  penisola;  ma  non  potrà  fare a meno  che  venga  fuori  da  
 quelle  ripostissime latebre,  che  suol prescegliere al  tempo  della  letargia,  ed  a  schivar  la  
 luce  del  giorno.  Vola  più  in  alto  de’suoi  congeneri,  e più  in  alto  si  attacca. 
 La  sua  gran  simiglianza  coll’ antecedente lo feCe  considerar lunga pezza come  di lui  
 yarietà.  Il  Montagu  che  pel  primo  lo  trovo  in  Inghilterra  seppe  bene  caratterizzarlo,  
 dandogli  pero  un  infelicissimo  nome ;  quindi  è  forse  che il  Geoffroy  avendolo  signifi-  
 cato  anche  meglio  ne  gode  esclusivamente  l’onore.  Vero  è  che  il  Bechstein  avea  cre-  
 duto  determinare le  due  specie  scoperte  dal Daubenton  che  tentava  registrare  formal-  
 mente,  ma i  di lui confronti  del  nuovamente  introdotto V. hipposideros  col  suo  preteso  
 V.ferrum-equinum non yolsero che sopra  indiyidui di questa  unica specie  diversi  di  età.