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 trici  inferiori  della  coda  d’u n  bianco  sfumato  di  sulfureo.  Le ali sono  lunghe  due  pol-  
 lici e mezzo,  e stando clause giungono a  cuoprire  un  poco  piu  della  meta  della  coda.  
 La  prima  remigante  b  mediocre,  la  seconda  poco  piu  lunga  della  sesta:  la  terza  e  la  
 quarta  uguali  fra  loro,  e  lunghe  piu di tutte  le  altre.  Le  picciole  cuopritrici delle  ali  
 hanno il  color del  dorso. Le cuopritrici maggiori  e  le remiganti  sono  bruno-fosche,  con  
 gli  orli  oliyaceo-giallastri,  assai  piu  pallidi  e  piu  sottili  nelle  remiganti  maggiori,  so-  
 pratutto  verso  l’apice.  Le  cuopritrici  inferiori  delle  ali  sono  gialle  miste  di  cinereo,  
 le  esterne  sulfuree.  La  coda  b  lunga  un  pollice  e  nove  linee,  quasi  troncata,  appena  
 leggermente smarginata:  le  direttrici sono  d’ un  bruno  piu  dilavato  di  quello  delle  remiganti  
 ed  hanno  il  lembo  esteriore  sfumato  d’ olivaceo-giallastro  massimamente  verso  
 la base.  I  piedi sono  d’un  fosco-carneo,  che volge  al  giallastro,  con le piante piu  gialle,  
 il  tarso piu scuro:  questo  ha la lunghezza  di nove linee:  le  unghie  sono  cinereo-scure. 
 Non hawi differenza  sensibile  fra  i  colori  delle  femmine e  quelli de’ maschi.  Dopo  
 la muta  degli  adulti che cade  in Luglio,  i  lembi  delle  penne  tendono maggiormente al  
 sulfureo-acceso,  locchk  da  all’insieme  delle  tinte  un  tuono  piu  vivace,  e  piu  analogo  
 a  quello della  S. sibilatrix.  Secondo  che i lembi  delle  penne  perdono  la  loro  vivezza le  
 tinte  generali  s’accostano  maggiormente  a quelle  della  S.  rufa.  I  giovani  hanno  colori  
 piu vivaci  di quelli degli  adulti,  e  la lor muta  cade in Agosto. 
 Allorche  di primavera  abbandona le  regioni  calde in  cui ha svernato passa  in Italia,  
 inlspagna,  nella Francia, nella Germania,  in  Olanda.in  Inghilterra, e  si  sparge anche in  
 regioni  piu  Settentrionali  dell’ Europa, come la  Svezia  e la Russia.  Nelle nostre pianure  
 Italiane  si  mostra  nei  due  mesi  de’ suoi passi,  cioe  in Aprile e in Settembre,  e  si  trat-  
 tiene  per  un  maggior  numero  di  grorni  che non fa la  S. sibilatrix: non  e tanto abbon-  
 dante  quanto  le  altre  specie  del  suo  stesso  gruppo.  Poche  coppie  soltanto  nidificano  
 sulle  montagne  interne  della  penisola,  e  sembra  che  il massimo  numero  preferisca  a  
 quelle stazioni elevate le  colline  delle regioni piu settentrionali.  Vive  fra  gli  alberi  nei  
 boschi,  nei  giardini,  nei pomarj,  non isdegna la vicinanza  de’siti acquitrinosi,  o  coperti  
 di  cannucce,  e  non  abborrisce i luoghi frequentati  dairuomo.  Non  si  congrega in  bran-  
 chelti,  ma  erra  solitaria,  oppure a coppie.  Visita  spesso  le fonti per bere  e per  tuffarsi  
 nell  acqua.  Come  le  altre  specie  affini si nutre  d’insetti.  Il  suo  fischio  e  dolce,  poco  
 dissimile  da quello  della Sylvia sibilatrix e  della  r u f a ma  si  fa  sentire piu  di  rado. Di  
 primavera il maschio mormora  dimessamente  con un suono  analogo  al romor  d’un Topo  
 che  rosichi,  e  cosi  invita la femmina.  Spiega  poi  il  canto  saltellando  fra i rami,  e piu  
 spesso stando posato, ed allora  abbassa la punta  delle  ali,  se gli  gonfia il  gozzo,  e si rab-  
 buffano  le  piume  del  capo.  Questo  canto  e melanconico,  ma  grato,  e  consiste  in  una  
 serie  di note  che per semitoni  scendono  alia  quinta. 
 Due volte  all’ anno  fa  il  nido  in  terra  della  solita  forma  sferica  con  l ’apertura  la-  
 terale,  mediocremente  grande,  e  lo  asconde  con  somma  cura  nei  folto  dei  cespugli,  
 fra  1  erbe,  fra  il  musco,  le  foglie  secche;  talchb  riesce  difficilissimo  a  rinvenirsi.  Lo  
 fabbrica  assai  solido e cupo, intessuto  d’erbe e  di foglie  secche frammiste a  filamenti  di  
 larve  di  lepidotteri  e  tele  di  ragni,  foderato  di  crini,  e  di  piume.  La femmina  vi  depone  
 alia  meta  d’Aprile  e  in  estate  da  cinque a sette  uova  piu  picciole  di quelle  della  
 -  S   sibilatrix|  ben rotondate  da una parte,  e  notabilmente  acute  dali’altra,  di  guscio  te-  
 nero  e  lucido,  bianco-giallastre con macchie rugginose  pallide.  Difficilmente  il  padre  e  
 la madre  si  distraggono  dalla  cura  della covata. 
 E 
 LUI’  COMUNE 
 p h y l l o p se u s t a   luride olivaceOj  subtus  albido-lutescenSj lateribus in rufum vergentibus:  re-  
 mi gum  secunda  octavam subacquante:  cauda  truncata. 
 motacillA  rufa,  Gmel, Syst. Nat. I.p. 955. sp.63. 
 sylvia  rufa,  Lath. Ind.  Orn. II. p. 5 i 6. sp. 27.  Wolf,  et Meyer,  Tasch. Deutschl. Fog. I. p, 249- sp. 2 3 .  
 Temm.Man.Orn.I.p. 22 5 .  Naum. Nat.Fog. Deutschl. III. p. 5 8 l. sp.89. tab 80. fig. 4. mas.  Brehm. 
 Lehrb. Ear. Vog. I.p. 574.  Rani. Elem. Zool, III. v. p.  102. sp. 28.  Sc him, Hist. Nat. Nids etc. 
 tab. 2 3 .  Nob. Sp. comp. sp. Rom. 91.  Savi,  Orn.  Tosc. I I . p. 292.  Calvi, Cat.  Orn. Gen. p. 5 i. 
 Nilss. Ilium. Fig. Scand. Faun Av. tab. 86. fig. 1. 
 sylvia  collybita,  Fieill. in TabL Enc. Orn. /I .p .466.jp. 172.  ld.inFaun.Fr. Om.I.p.2i4-tab.Qffig.l. 
 Roux, Orn. Prov. I. p. 342. tab. 2 2 3 . 
 SYLVIA  HIPI'OLAIS,  Selby, III. Brit. Orn. I. p. 186. tab.lfl.fig. I.  
 ficedula  rufa,  Koch, Baier. Zool. I. p. 160. sp. 8 5 . 
 ASiLcs,  Aldrov. Orn. I F  lib. ,xvii. cap.5.p.&5 -]. 
 CDRRUCA  RUFA,  Briss. Av. III. p. 387. Sp. 8. 
 regolo  couune,  Yolgarmente  Lui,  St. d. Ucc. tab. OQO.fig.  1. 
 Lui,  Cetti,  Ucc. Sard.  II. p. 224. 
 petite  fauvette  rousse,  Buff. Ois, V. p. 146. nee pi. enl.  5 8 1. fig. i .  Gerard.  Tabl.Elem. I. p. 3og.  
 pouillot  collybite,  Vieill. in Nouv. Diet. Hist. Nat. XI. p. 23 5 . 
 rufous warbler,  Lath.  Gen.  Syn.  IF. p. 4 5 '1'- sp  22.  Id.  Gen. Hist.  VIL p. 4 °- SP- 3i.  Shaw,  Gen.  
 Zool. X. p. 668. 
 lesser  pettychaps,  Lath. Syn. IV.p.^Z . sp- 3.  Id. S u ppl.il.p. 23 6 .  Id.  Gen. Hist. V II.p.  12. sp.6. 
 Penn. Brit. Zool• /.  sp. 149.  Mont. Orn. Diet, (exc l  syn. ad. S. hippolaidem sped.) 
 LEAST WILLOW-WREN,  Bewick, Br. birds, I.p.232.  
 chiff-chaff,  Rennie, Mont. Orn. Diet. p. 83. 
 WEIDEN  SANGER,  Bechst. N at.Deulschl. 111. p. 649.  Id. Tasch. I. p. 188. sp. 2 3 .  Naum.Fog.alte A usg. I. 
 p. 170. tab. 3 5 . 
 GRAN  sangare, Nilss.  Scand. Faun. II. p. 216.  Wright, Svensk Fog. Fasc. s.  tab. 2. 
 H a  una  statura  qualche  poco  minore  di  quella  della  Sylvia  trochilusj  talche  e  
 uno  de’ piu  piccioli  uccelli  che  vivano  tra  noi.  Si  distingue  dalla  gia  detta  trochilus  
 per le proporzioni  delle  remiganti  ricordate  nella  frase  specifica,  pel  dorso  tinto  d uo  
 olivastro  piu  lurido,  per  le  parti  inferiori  che  tendono  all  ocraceo  e  al lionato, e non  
 al  sulfureo, pei piedi piu  scuri  e pel becco  anche piu sottile. 
 E  lunga  quattro  pollici  e  tre  linee,  ed  ha  sette  pollici  di  stesa  d ali.  Il  becco  e  
 lungo  cinque linee,  sottilissimo,  coi  margini  inflessi,  declive  nell  apice  della  mascella,  
 bruno  coi  margini  e  la  base  della  mandibola  d un  corneo-giallastro:  1  interno  della  
 bocca b  giallo:  l’iride b  bruno-scura:  le  narici  ovali.  Tutte  le  parti  superiori del capo  
 del  collo e  del  tronco sono  d’ una tinta olivastra  lurida;  solo il  groppone  e  alquanto piu  
 vivace«  La  fascia  sopracigliare e le  penne  cigliari  sono, cinereo-giallastre.  Le parti inferiori  
 sono  d’ un  bianco  tendente  al  cinereo  e  all’ ocraceo,  piu  puro  sulla  gola  e  sul-  
 1’ addonie,  piu  sordido  sul  gozzo  e  sul  petto,  piu  giallastro  sulle  cuopritrici  inferiori