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 larga,  graduata,  con  le  timoniere  larghe,  rotondate  all’apice,  tutte  tinte  dello  stesso  
 colore. 
 La presente specie ha la coda  composta  di sole  dieci  timoniere,  e  questa  singolarità  
 non solo basta  a  separarla  da  ogni  altra  Sylvidj  ma  l’allontana  dal massimo numéro de-  
 gli  uccelli  dell’ Ordine Passeres.  Ha per costume  di torcere la  coda  all’ insù :  facoltà  di  
 cui  godono  le  specie  del  genere  Troglodytes  e  parecchie  Silyie del gruppo  Calamodyta  
 propriamente  detto,  in  particolare la Sylvia melanopogon. 
 La  Sylvia Cetti è  lunga  circa  cinque pollici,  ed ha men  di sette  pollici di stesa  d’ali.  
 11 becco è lungo  sette  linee,  largo  men di due linee alia base,  ed alto  quasi altrettanto,  
 d un  colore  carnicino-fosco,  colla  mascella  di  sotto  carnicino-chiara  all’ origine.  L’iride  
 è bruna.  Tutte le parti superior! sono  d’rnn bruno-terreo  tendente  al bajo.  La  fascia  so-  
 pracigliare  è  stretta,  d’un  bianco  che  volge  leggermente  al  grigio,  e  dello  stesso  colore  
 sono  la  gola  ed  il  gozzo.  II  petto  e l ’addome  sono  d ’un  bianco-cenerino  sudicio ;  
 i fianchi,  le  tibie,  le  cuopritrici  inferiori  delle  ali  e  della  coda sono cineree volgenti  al  
 colore  del  dorso ;  queste  ultime  poi  hanno  gli  apici  biancastri.  Le  ali chiuse  sono lun-  
 ghe  due  pollici  e  tre  linee,  e  giungono  appena  al  di  là  del  groppone.  La  prima  re-  
 migante  è  lunga  mediocremente,  la  seconda  uguaglia  la  nona,  la  terza  è  poco  minore  
 della  quinta,  e  questa  è  appena  più  breve  della  quarta,  ch’ è la più lunga  di tutte.  
 La  coda  è lunga  due  pollici  e  tre  linee,  graduata  con  la  penna  esterna  oltre  a mezzo  
 pollice più  breve  della media. Le  direttrici  sono  dieci soltanto,  larghe, rotondate all’apice. 
   Tanto  le  remiganti  quanto le direttrici  sono  di  tinta  terreo-baja  sfumata  di  fosco.  
 I piedi e  le unghie sono  di tinta  corneo-carnicina.  Il tarso  è lungo  dieci linee. 
 La  femmina  è  un poco più pallida  del maschio. II  giovane non differisce dall’adulto;  
 nè  è  sensibile  il  cangiamento  dei  colori  dopo  le  mute.  Abbiamo  osservato pero  diffe-  
 renze  notabili  nella  statura  dei  diversi  individui  d’un  sesso  medesimo. 
 Vive nella penisola Italica,  nella  Sardegna,  in  Corsica  e nella  Francia méridionale.  
 Presso  Roma  è  comunissima  lungo  le  sponde  dell’Aniene.  Non  abbandona  le  nostre  
 pianure  in  alcuna  stagione :  ed  infatti  gli  organi  del  volo  di  cui è prowista non  sono  
 tali da poter  sostenere le fatiche  di lunghi  viaggi.  Abita  nel  più  folto  dei  cespugli che  
 crescono in siti pantanosi  e  sulle ripe,  specialmente fra le  cannucce,  i salci,  gli  ontani,  
 saltellando  da  un  ramo  all’altro.  Facilmente  si  riconosce  la  sua  presenza  dal sonoro  
 e vibrato fischio,  che puo imitarsi con le  sillabe  cic-ciààj  cic-ciàà :  ed invero  è  cosa  me*  
 ravigliosa che un’ùccello  cosi  comune  e cosi  clamoroso  abbia  potuto  rimanere  scono-  
 sciuto  per  tanto tempo.  Pone  il  nido fra i  cespugli  che gli servono  di ricovero,  a  poca  
 altezza dal suolo  o  dall’ acqua.  Questo  nido è poco  artifizioso in paragone  di  quelli de-  
 gli uccelli  affini,  emisferico,  largo un terzo men  che profondo,  erto,  formato  all’ esterno  
 di  foglie  e  fusti  di  piante  ciperacee,  internamente  di  fibre  sottili,  di  crini  e  piume,  
 con  lanugine  di  salce o  di Typha  frapposta  all’ uno ed all’ altro  strato.  La  prima  delle  
 sue  covate cade verso la metà di maggio.  Le uova sogliono  essere  in numéro  di  cinque,  
 ed hanno un color rosso cupo, tendente al rosso  di mattone,  senza  alcuna macchia.