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 le  inferiori  sono  bianchicce  con-le  punte  gialle.  La  coda  e  lunga  due  pollici  noveli-  
 nee,  e  giunge  un  pollice  e  tre quarti al  di  la  delle  ali piegate:  le  due  timoniere  esterne  
 d’ambedue  i  lati  sono  bianche,  con  la  base  e  la  metä  del  pogonio  interno  longitudinalmente  
 nerastra;  le  rimanenti  sono  tutte  nerastre  senza  macchie,  con  sottilissimo  
 margine  bianco-giallastro  internamente  alia  base.  I  piedi  e  le  ungkie  sono  nerastri:  il  
 tarso  ha  un  pollice  di  lunghezza;  il  dito  medio  nove  linee,  il  posteriore  otto,  delle  
 quali  1’ unghia  comprende  piu  della metä. 
 La  femmina  inoltrata  in  vecchiezza  differisce  appena  dal  maschio,  ma  per  lo  piü  
 e  superiormente  d’un  cinereo-olivastro;  ha  la  gola  e  il  gozzo  d’un  bianco  sordido con  
 una leggerissima  tinta  giallastra:  il ventre  e  il  sottocoda sono  gialli,  ma non cosi vivaci  
 come  nel maschio. 
 Il giovane  nella prima etä ha  il becco fosco  di sopra,  pallido  di sotto;  i piedi foschi;  
 il  capo  e  il  dorso  cinerei  sfumati  leggermente  d’ olivastro.  La  striscia  bianca  sopraocu-  
 lare piu larga  e  tinta  di giallastro:  sopra  questa  una fascia nerastra.  Le  ali  e  la  coda  come  
 nelT  adulto.  Tutte  le  parti  inferiori  d’ un  bianco  giallastro  sordido.  Una  striscia  
 nera scende  di  qua  e  di la lungo  i lati del  collo;  nella  porzione  superiore  del  petto  si  
 congiunge la  striscia  d’un  lato  con  quella  dell’altro per  formare  una  macchia  nerastra  
 piü grande.  Queste  strisce  perö  e questa  macchia  svaniscono  di mano in mano  al  contrario  
 di quel  che  ha  luogo  nella M.  melanopein  cui la  gola  dell’ adulto  diviene nera. 
 I maschi  d ’autunno  sono  d’un  cinereo-olivastro  con  una  linea  segnata  al  di  sopra  
 dell’ occhio,  inferiormente  piu  pallidi  ehe  in  primavera j   spesso  hanno  il  gozzo  tem-  
 pestato  di picciole macchiette  cineree  semilunari.  Dopo  la prima muta  il maschio rasso-  
 miglia  alia  femmina adulta,  e  alia stessa  epaca la femmina  e analoga  aU’Uccello  giovane. 
 Nelle sue migrazioni periodiche si  sparge  questo  Cutti  per  tutta  l’Europa  dal  Porto-  
 gallo  alia  Svezia  e  alia  Russia:  penetra  nella  Siberia  e  s’ inoltra  lino  al Kamtschatka.  
 S’incontra pure nell’ India  orientale,  e perfino nelle isole dell’ Oceanica. Si  fa vedere  in  
 copia  grande  nelle  nostre pianure verso la  prima  settimana  d’Aprile,  scomparisce prima  
 del  Giugno,  si mostra di nuovo al fine  d’Agosto,  e  se  ne  parte  finalmente  alia  metä  di  
 Settembre. Non  ci e noto  ehe nidifichi nell’ Italia meridionale  o  centrale: ma dall’affret-  
 tarsi  ehe fa giungendo  e ripartendo prima  degli  altri Cutti e  da  argomentare ehe si porti  
 in  regioni  piu  settentrionali  per  attendere  alia  propagazione.  Infatti  b  noto  ehe  in al-  
 cuni distretti  della Germania  nidifica in  copia  grande,  ed  a  stagione  inoltrata. 
 Nella  primavera  il  Cutti  comune  vedesi  di  continuo  seguire  l’aratro  ehe  fende  la  
 terra  per  raccogliere  gl’ insetti e  le larve ehe  restano alio  scoperto.  Frequenta  i  campi  
 lavorati in luoghi bassi,  affatto  aprici, particolarmente  quelli in cui si coltivano le fave,  
 i pascoli  occupati  dai  cavalli,  dai buoi,  dalle pecore:  ne  si  cura  gran  fatto  dei terreni  
 impaludati,  ehe  pure  sono  il  soggiorno  ordinario  d’altri  Uccelli  del  genere  stesso. 
 Allorche  fa  il  nido  lo  pone  nei  prati o nei  seminati  fra  le  pietre,  e  talvolta  fra  le  
 radici:  questo  nido  e  costrutto  con  fieno  e musco,  e foderato internamente  di piume  o  
 di crini:  vi depone  cinque uova rotondette di un verdastro-cinereo sordido  con  macchie  
 scurette.  I  piccini  seguono  il  padre  e la  madre  per tutta Testate.  E alquanto  piü  salva-  
 tica  della  Cutrettoldj  e della  Codinzinzola_,  ne  entra  mai  nelle  cittä  com’esse  fanno.  Il  
 suo  fischio  e piu  acuto  di quello  del  primo  dei  due  uccelli or mentovati, meno  di quel  
 del  secondo. A Roma  chiamasi Cuzzij Guzzl.  In Toscana  Cutti.  Nel  Genovesato  Gianetta. 
 CUTTI’  CAPO-CENERINO 
 b u d y t e s   olivacea,  subtus  flava:  pileo  et  cervice  plumbeis;  fascia  superoculari  nulla;  
 gula  alba:  rectricibus  extimis  utrinque  binis  albis3  margine  interno  praeter  apicem  
 ■nigris. 
 Juv.  Cinereo-virescenSj  subtus flavida;  pileo  et  cervice  olivaceis; fascia  superoculari  
 angusta flavida;  gula  albida. 
 motacilla  flava,  Tar.  a.  Nilsson.  Orn.  Suec.  p. 23g. sp.  I i 3. 
 MOTACILLA  flava,  Savi,  Orn.  Tose.  II. p.  3 4 .  Roux, Orn. Prop. tab. 19.6. nec Auct. 
 MOTACILLA  cinereo-capilla, Savi, in Nuov. Giorn. Leit. N. S'], p. 190.  Id. Orn.Tosc.  l ll.p . 216.  Nob.  
 Suppl. sp. comp. sp. Rom. 264. (100. b.) 
 Cdtrettola  6 1Alla,  o  di  primavera,  St. d. Ucc.  IV. p. 5 i. tab. 385. fig. 2. mas adult, (excl. syn.)  
 strisciajola,  Savi,  loco  citato. 
 N e l l  ’ Ornitologia  della  Svezia,  opera  scritta  dal  Signor  Professore  Nilsson  con  
 una  scrupolosa  esattezza  e  da rinvenirsi la prima  traccia  della  presente  specie di Cutti.  
 Parlando  della Motacilla flava  l’autore mentovato  accenna  sotto la lettera A una  varietä  
 che ha ,il capo tutto nero  di sopra  (e voleva forse dire plumbeo, privo  di fasce bianche),  
 la gola biancastra  spruzzata  di  punti  neri,  il gozzo  giallo macchiato  di fosco:  ulterior-  
 mente fa  osseryare  ehe trovasi nella Lapponia  in luoghi ove non abita la  comune Motor  
 cilia flavaj  e  par  ehe  esiti  se  abbia  a  riguardare  quest’ uccelletto  come  varietä  dovuta  
 al  clima  piuttosto  ehe  come  specie  costantemente  diversa.  Cio  nulla  toglie  al  merit©  
 dell’ egregio  Professore  Italiano,  ehe  e  stato il primo  a  studiare  i costumi di siffatto  animale, 
   stabilirne i caratteri,  divulgarlo sotto un  proprio nome  specifico.  Le parole  di cui  
 si  serve  il  Signor  Roux' nell’ Ornitologia  Provenzale  per  descrivere  le  mutazioni  cui  
 soggiace  la  M.  flava  fanno  riconoscere  abbastanza  ch’egli  congiunge  in  una  tanto  la  
 vera flava  quanto la  cinereo-capillaj. e  cio  accortamente  rileva il nostro  Professor  Savi,  
 cui  era  awenuto  di  confonder del  pari  questi  due uccelletti  nell’Ornitologia  Toscana;  
 la  tavola  perö  dell’ Ornitologia  Provenzale  sotto  il  nome  di flava  rappresenta  onnina-  
 mente  la  cinereo-capilla. 
 La  forma  e  le  proporzioni  di  questo  Cutti sono  le  medesime  ehe  quelle  del  Cutti  
 comune.  Il  pileo,  le  guance  e la parte  superiore  della  cervice  hanno  un  color  piom-  
 bino  generalmente  piu  cupo,  talvolta  quasi  fosco:  le  penne  cigliari  sono  nerastre:  
 manca  del  tutto la fascia bianca  sopraoculare, solo talvolta nelTuccello non bene  adulto  
 vedesi  una  macchietta  bianca  situata  dietro la palpebra  superiore.  La  gola  b  bianca,  e  
 il  restante  delle  parti  inferiori  dell’  animale  sono  del  solito  color  di  giunchigT.u  ac-  
 ceso.  In  tutto  il rimanente  i  colori  corrispondono  esattamente  a quelli  della  precedente