Lunghezza totale cinqüe pollici e un quarto: stesa d’ali otto pollici e più. Becco
lungo mezzo pollice, retto, piuttosto ottuso, depresso, collo spigolo superiore molto co-
spicuo, dilatato principalmente alla base, di sopra carneo-fosco, di sotto giallo-carneo, coi
margini e con gli angoli della bocca/giàlli, omato di tre o quattro peli rigidi neri alla
base; parte interna della bocca crocea: narici patenti attondate. Capo con la fronte acuminata
depressa. Iride rugginoso-fosca. Parte superiore del capo, ceryice dorso e pic-
cole cuopritrici delle ali cinereo-olivacee. Da ambedue i lati una stria gialla pallida ehe
scorre dalle narici all’occhio: contorno degli occhi parimenti giallo. Gola, gozzo, petto e
addome d’un giallo diluito col sottocoda e le cuopritrici inferiori delle ali più pallidè.
Ali lxinghe due pollici e mezzo, ehe giungono ai due terzi della lunghezza della coda:
remiganti fosche con un margine verde giallastro dal lato estemo, stretto nelle primaries
più largo nelle secondarie: prima remigante piccola, lunga solo sei linee; seconda
poco più corta della sesta; terza più lunga della seconda e quasi uguale alia
quarta, ch’è la più lunga di tutte. Coda lunga un pollice e dieci linee, quasi troncata:
timoniere fosche; l’estema più pallida con sottile frangia bianca all’interno, una linea
più corta della contigua; le altre orlate di bianco intemamente, estemamente di color
yerdastro pallido. Piedi di color plumbeo con unghie grigie scure : lunghezza del tarso
dieci linee.
I Gioyani hanno le parti inferiori di color più chiaro, e i peli della base del becco
più corti. Nell’autunno gli orli delle remiganti e delle timoniere sono più estesi ehe
nella primavera.
Giunge fra noi quest’Uccello insieme con altri dello stesso genere yerso il princi-
pio di Maggio, e se ne parte al Settembre per andar a syemare nell’Affrica. Vive co-
munemente negli orti, nei giardini, press© i càmpi di canape, sui cespugli, sulle siepi,
sul margine- dei boschetti, senza internarsi nelle selye più cupe. Si yede talora sui
salci lungo i ruscelli, ma non fréquenta le cannucce e i giunchi delle paludi. Muove
la coda e saltella sul terreno con grande agilità. E assai guardingo e sospettoso. Posato
sulla cima d’un ramo in luogo scoperto spiega un grata canto, e cosi yario, ehe quasi
par composta dahversi riuniti. di differenti uccelli, fra i quali non mancano la Rondine
il Fanello, lo Storno, e nemmeno alcuni uccelli di palude coi rauchi lor suoni. Quan-
do un’uomo o altro nemico s’ayvicina al suo nido mette fuori una yoce, ohe potrebbe
rappresentarsi, colle sillabe Tac-Tac-Tac. II suo grido nell’irritaziane estrema è Tac-
achto-Tacrachio-hi.
Nella fine di Maggio si fabbrica un nido sommamente artificioso quasi della forma
d’un cono rovescio, e lo pone fra i cespugli ad un’altezza di quattro a sei piedi dal
suolo: l’intesse con fusti sottilissimi e con paglie di gramigne, e lo fodera intemamente
di crini, pennuzze e lana di semi di pioppo. Suol deporre cinque uoya, d’un bianco
rosseggiante con punti e lineale sanguigne cupe, più fitte dal lato più ottuso.
Quest’ uccello e sparso nella stagione buona per tutta l’Europa e l ’Asia, e giunge
nella Syezia e nella Siberia. E comune in Francia, in Germania, in Olanda etc. Si ciba
d’insetti, ehe piglia anche a volo, e delle lor larve. Raramente viene ucciso col fucile
un’uccelletto cosi piccolo. Fra noi pero nell’estate se ne fa caccia al Beveraiore e con le
Ragnuolej e si porta a vendere sotto il solito nome di Beccafico insieme con altri uccelli
congeneri. La sua came è delicata. I cacciatori dei Castelli prossimi a Roma lo chiamana
Cacaciarri.