
 
        
         
		MUS  SYLVATICUS 
 TOPO  SALVATICO 
 m/S  griseo-fulvescenSj.  subtus  lateribusque abrupte  albus;  auriculis  latiSj  rolundis:  oculis  
 grandibuSj  prominentibu&i  cauda  vix  corporis-longitudinis. 
 MOS  sylvaticus,  Linn. Syst. Nat. I. p. 8 4 - sp. l 7.  Id. Faun. Suec. p. 12. sp. 36.  P a ll Glir. p.  94. jp.42. 
 Sclu-eb, Saüghth. IV. p. töi.sp. 7  tab. 180.  Erxleb. Syst. p, 5.8.8. sp. 4.  Z  immer m. Spec. Zool. 
 Geogr. II. p. 562. sp. 273.  Gmel. Syst. I  p. 129. sp. 17.  Desmar. in Nouv. Did. Hist. Nat.XXIX.  
 p . 5 i.sp.  8.  Id. Mamm.  in Tabl. Enc.p. 3 oi. sp. 477. Enc. Melk. tab. 68. fig. 3.  I   Id. in Did.  Sc.  
 Nat. XLIV. p 4 ?5 .  Lesson, in Did. Class. Hist. Nal.XlVp. 4 7&  Id. Man. de Mamm. p. 267.Sp. 726.  
 Brants,Muiz.p.i 18.sp. 3$.  Griff. Anim, Kingd. V,p. 5 8 i. sp.8.  Fisch- Synops. Mamm. p. 3 i 8. jp.14. 
 MUS  AGllESTIS,  Gesn. Quadrup  I.p. 73 3 , fig. in p. 1104. 
 MOS  DOMESTIC«  MEDius,  Ray,Synops. Quadr. p. 218. 
 MUS  agrorum,  Briss. Rcgn. Anim, I. p.  ia 3. sp .io , 
 TOPO  salvatico ,  Ranzani, Eiern. Zool II.  P. ii. p. 581. sp. 4. 
 t j  Buff. Hist.Nat.VII. p. 32 5 . tab. 41.  Cav-.TaU. Elem. p. i 3g.jp. i3.  Id. Regn.Anim. I. p.202.  
 T,  Penn.  Quadr. p. 3oa. sp. 2 3 1. 
 Gen.  Zool. II. P. i.p. 58. tab.  iSa,  Goldsmith,  Anim.Nat.UI.p. 9. 
 » mouse,  Penn. Brit. Zool. p.49, cumfg.  Bewick, Quadrup. p. 422, cumßg. 
 !. Nat. Deutschl p. 965. 
 IRAK, NCLLMAUS, GROSSE FELDMÄUSE,WEISSRANCHIGE MAUS, FilzFr.FaunMuStr.p.Zoj.  
 SCOO-MUUS,  Pontopp, D(in  I.p. 612, 
 I^Linore  per  la  grandezza  del  Mus  tectorum3  maggiore  del  Mus  musculusj  e  di-  
 verso  da  questo  pel  colore  del  pel a me  più  biancastro  sotto  il  ventre,  e  più  rossigno  
 sul  dorso,  noncliè  per  gli,  occhi  notevolmente  grandi  e  prominenti,  è  il  Mus  sylvati-  
 cuSj  che propria  e  latinamente  dal  popolo  romanesco  si  appella  Sorcio  burrinOj perché  
 passando  la  vita  ne’campi  suol  cavare  la  terra  con  l’opéra  del  muso  e  delle  zampe  
 come  fanno  i  campagnuoli  con  quell’ istromento  che  or  v a n g a e  p ria . dicevasi  buriSj  
 d ’onde il nome  cotanto  indegnamente spregiato  di  burrini  a  que’ che bagnano  di sudore  
 la  madré  terra.  Per la  stessa ragione  diconlo più genericamente  Sorcio  campagnuolo:  e  
 perché progredisce a salti lo  dimandano eziandio  ZomparellOj ZompicarellOj owero Zam-  
 parellOj perché non è  alieno  dal  camminar con  due  sole  zampe  rannicchiandosi sulle  gi-  
 nocchia  di dietro  a  guisa  di ranocchia,  siccome  Plinio aveva  osservato.  Nidifica sotterra  
 poco  profondo,  e  più  ordinariamente  vicino  a’putridi  ceppi  degli  alberi  resinosi:  per-  
 cio  abita  volontieri  nelle  pinete,  ove  suol  empir  di  pinocchi  le  sue bûche  e  i tortuosi  
 canali  approvigionandoli  abbondantemente  per  l’inverno,  nella  quale  stagionë,  seppur  
 gli  manca  alimento,  pénétra  altresi  nei  granai.  La  femmina  più  volte  all’anno  dà  in  
 luce  da  sei  a  dodici  figliuolini  per  parto:  si  riproduce  cosi  continuamente  in  mezzo  
 allé  stragi,  che  con  lacciuoli,  con  ordigni  di  mille  architetture,  e  con  veleni  gli  pre-  
 parano  i  padroni  delle  campagne,  che  tuttavia  piangono  sovente  le  maggesi  divorate,  
 i  pomarj  distrutti,  e  gli  orti  si  fattamente  percossi  dalla  bestia  maligna  che più  vesti-  
 gio  non  appar  di  coltura.  Né  rado  avviene  che  le  combinazioni  naturali  ne  fomen