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 clima  non  siagli  confacevole ;  Y Oca  evidentemente  derivata  dall’Anser  cinereus,  Meyer;  
 l’Anitra  daH’Awas  boschas,  L. ;  l’Anitra  muta  dalla  Cairina  moschata,  Flem.  che  tanto  
 volentieri  si  accoppia  alia  sopraddetta,  sia domestica, sia salvatica,  producendo la  pretesa  
 specie  Anas  purpureo-viridis  di  Schinz ;  e  per  abbondâre  aggiungeremo  1’ Oca  d’ Egitto  
 Chenalopex  oegypliaca,  Steph. ). Ma  qui  dobbiamo  significare  con rammarico  essere pochis-  
 simo  atteso  in  Italia  all’ util  cura  del  dimesticare, intanto che vediamo adoperarvisi molta  
 pratica  in  altri  paesi.  L’ Inghilterra  massimamente  ha  istituito  apposite  Società  che  già  
 colgono  fruttuosi  successi  nel  dimesticamento  e  moltiplicazione  di  una  ventina  specie  di  
 Anatidi,  p.  es.  il  nerissimo  Cigno  della  Nuova-Olanda  ( Chenopsis  atrata,  Wagl.);  l’Oca  
 cignoide (Cygnopsis cygnoides,  Brandt)  di  Siberia,  e  quella  del  Canada  ( Cygnopsis  canadensis  
 ,  Brandt ) ;  la  splendidissima  Sposa di America  ( Aix  sponsa,  Boie ),  e  il suo conge-  
 nere  Manda rino  ( Aix  galericulata,  Boie ). 
 Tra  i  Pelecanidi  è  comune il  Marangone  (Phalacrocorax  carbo,  Dumont)  distruggitor  
 di  Anguille,  più  belio  il  crestato ( Ph. cristatus, Dum.) della Corsica  e  della Sardegna,  dal  
 quale  ulteriori  confronti  hanno  provato  non esser  diverso  il  Ph.  desmaresti,  Payraudeau,  
 e  rara  una  terza  specie  di  Phalacrocorax  non  ancora  bene  determinata,  probabilmente  
 il  Ph.  graculus  o  il  Ph.  pigmoeus,  Pall.  Nè  di  tale  incertezza  si  maraviglierà  conoscendo  
 la  confusione  che  avvolge  tanto  i  Marangoni  d’America  quanto  quelli  di Europa,  seppure  
 non  sono  di  presente  chiariti  dal  dottissimo  Brandt,  la  cui  MonograGa  non  ci  è  peranco  
 venuto  fatto  di  leggere.  Dei  tre  Pelicani  di  Europa,  due  sono  stati  côlti  in  accidentale  
 passata  ( Pelecanus onocrotalus,  e  Pelecanus  crispus, Bruch.), ambo  compresi nella varietà  
 ».  orientalis  del  Pelecanus  onocratalus  di Linneo.  E  per  la  Sula  e  per  i Ploteini  arriviamo  
 alla  famiglia dei  Laridi il cui genere Pelecanopus,  Wagl.  stabilité sulla Sterna pelecanoides,  
 King,  ha  perGno  piedi  da  Pelicanide. 
 Di  questi  infaticabili  Veleggiatori vediam fra gli Sternini la  Rondine di mare maggiore  
 ( Sylochelidon  caspia,  Brehm )  di  robustissimo  becco,  nordica  specie  orientale  poco  frequente  
 in  Italia.  Rara  piuttosto  è  la  Rondine di  mare  Beccapesci  ( Sterna  cantiaca,  Gm.)  
 tipo  del  non  bem distinto  genere  Thalasseus,  Boie.  Rarissima  mostrasi  la  Zampenere  
 [Sterna anglica,  Mont.)  che  ha  dato  luogo  all’ altro  genere  Gelochelidon,  Boie.  Comune  
 è  in  primavera la Rondine  di  mare  ( Sterna hirundo,  L.), e accidentale  l’affinissima artica  
 Codalunga  (St. macrura, Naum.), non che la Zampegialle (St.paradisea, Brunn.), e numerosa  
 la  irregolarmente  passeggiera  Fraticello  (Sterna  minuta,  L.)  per  cui  si  è  fatto  il  genere  
 Sternula,  Boie,  intermedio  a  Sterna e al  seguente,  cui si accosta  in  quanto allé abitudini.  
 Per  queste  e  pe’ colori  più che per  le forme mérita distinzione  1’insettivoro  Hydrochelidon,  
 Boie,  del  quale  abbiam  tre  specie,  la  comunissima  Anima  di Sbirro oFionchetto(Sterna  
 nigra,  Br. e degli  autori, ma St.  fissipes,  L. )  che ai suoi  due  passi  infosca i nostri  stagni,  
 e  rimonta  lungo  i  ûumi  anche  per  mezzo  le  città;  il  Fionchetto  Zamperosse  (Sterna  
 leucoptera,  Temm.  forse St. nigra, L. )  comune,  ma  soltanto di primavera e alquanto dopo  
 1’ altra ;  e  la  Rondine  di  mare piombata  (Sterna leucopareia,  Natterer,  St.  hybrida,  Pall.)  
 che rarissima viene dal!’oriente.  Chiude  lostuolo,  perché  s’ impronta  del  Larus,  il genere  
 Anous,  Leach  ( Megalopterus, Boie )  di  cui  una  specie quasi cosmopolita  sviasi  traportata  
 dall’America  sulle  coste  occidentali  di  Europa,  ma  non  mai  a quelle  d’ Italia.  Noi comin-  
 ciamo  i  Larini  da  quei  di  becco  più  sottile  perché  arieggiano  di  Sterna,  quantunque  
 sappiamo  che  le  due Sottofamiglie  formano  due  sérié  parallèle  di  cui  la  prima dei  Larini  
 s’ innalza  di  più ;  onde  ingannerebbesi assai  chi  credesse  1’ ultimo Larus  si connetta  con  la  
 prima  Sterna.  Tal  disponimento  in  serie  si  ritrova  ad  ogni  passo  in  natura ;  e  grande  
 servigio  renderebbe  alia  scienza  chi  dopo  scrupolosa  analisi  sinteticamente  coordinasse 
 tutti  gli  esseri  a  gradazione  di  organo,  cui  si  dessero  non  altre  canne  che  quelle  tutle  
 esprimenti  la  concorde  armonia della Greazione.  Difatti  tornando ai  Larini,  quelli  poniam  
 primi  hanno il becco più sottile degli ultimi Sternini.  È piuttosto raro l’oriental  Gaimoncello  
 ( Xema  minutum,  Boie),  rarissimo  il  Gaimone  mezzamaschera  (X   capistralum,  Boie),  
 men  raro  assai  il  Gaimone  corallino;  ( X  menalocephalum,  Natterer);  abbondantissimo  
 poi  il  Gaimone  comune  ( X   ridibundum,  Boie ). ,;  che  a  guisa  di  Corvo  bianco  cuopre  
 le  pianure,  ed  è  copiosissimo  nel  Trasimeno  e  lungo  il  Tevere.  Qui  verrebbe il  Gaimone  
 del  Lambruschini  (Xema'?  lambruschinii,  Bp.)  che  perô  non  è  sicuro metta  il  cappuccio  
 come  gli  altri :  da  esso  non  son  diversi  il  Larus  genei,  Breme,  L.  roseus  di  alcuni,  e  il  
 L.  leucocephalus,  Boissoneau,  come  non  crediamo  esserlo  tampoco  il  L.  gelastes,  Licht.  
 il  L.  tenuirostris,  Temm.  e  forse  il  L.  cinerarius,  Pall.  Venendo  ai  più  grandi  non  in-  
 cappucciati  o  propriamente  L a ri,  per  non  dire  dell’ artico  Gabbiano  terraiuolo  ( Rissa  
 tridactyla,  Leach)  rarissimo nel Mediterraneo,  abbiamo il  Gabbiano corso (Larus audouini,  
 Payraud. )  anche  spagnuolo ; la comune Gavina  (Larus cam s,  L.) .costeggia tutto il  nostro  
 mare,  rimonta  i  Gumi,  ma  va  a  nidiûcare  nel  nord ;  il  variabilissimo  quasi  cosmopolita  
 Gabbiano  reale  o  pescatore  (Larus  argentatus , Brunn.)  qui  nidiûca  in grande abbondanza :  
 il  men  frequente  grosso  Molinaro  o  Mugnaiaccio  (Larus  marinus,  L.)  con  negro manto,  
 va  ad  accoppiarsi  nell’ ultimo  settentrione ;  e finalmente  il più ovvio,  più piccolo Gabbiano  
 mezzomoro  (Larus fuscus,  L.)  distintissimo  da quello  pe’ suoi piedi  gialli,  si  riproduce  sui  
 scogli marini  della  Liguria.  Rara  cosa  è  certamente  un  Labbo  sulle  coste italiane,  pure il  
 Marchese  Carlo  Durazzo  trovo  il  Gabbiano  nero  ( Les tris  pomarinus ,  Temm. )  nidiûcante  
 nelli scogli che sorgono alla riva del mare presso Genova  :  trovasi  altresl  il Leslris parasita  
 di Brunnich ed  altre volte di Temminck,  ch’è il L. richardsoni di Swainson, come il L. buffoni  
 di  Boie  ( L.  parasitica  di Swainson  ed oggi  dello  stesso Temminck)  è il cephus  di quell’au-  
 tore, ma il Larus  parasiticus, L.  II  Temminck  che avea  confuso  queste  due  specie  sotto  il  
 suo  Lestris  parasitica,  ora  accortosi  dell’ errore  le  distingue  debitamente;  ma per  osten-  
 tata  condiscendenza,  mentre  trova  che  il  nome  parasita  andrebbe  lasciato  al  Lestris  richardsoni  
 degl’ Inglesi,  lo  trasferisce  al  buffoni  di  Boie,  ossia  cephus  di  Brunnich.  Poco  
 scrupoloso  qual  si  mostra  circa  la  sacra  priorité  dei  nomi  ci  fa  maraviglia  non  abbia  
 abolito  quello  di  parasitica  iasciando  allé  rispettive  specie  quelli  dei  due  naturalisti. 
 Mirabile  è  il  passaggio  che  per  mezzo  dei  Lestrini  fanno  i  Laridi  ai  Procellaridi. Di  
 questi  non  vantiamo  alcuna Procellaria, ma bensi il crepusculare Uccelletto delle Tempeste  
 ( Thalassidroma  pelagica,  Vigors)  perGn  nidiûcante  in  alcuni  scogli  presso  Malta;  e  
 vengono  accidentali  tre  dei  quattro  o  cinque  Puffini  europei,  cioè  la  Berta  maggiore  
 ( Puflnus  cinereus,  Steph.  ed  ora  anche  Temm.  di versa  dal P. Major, Faber) non  rara nel  
 Mediterraneo,  e  numerosissima  fra  la  Corsica  e  la  Sardegna ;  la  Berta  minore  ( Puffinus  
 anglorum,  Ray,  P.  arcticus,  Faber.  Pr.  puffinus,  Brunn.  e  L.  nec  Temm.)  comune  ma  
 meno  dell’ altra;  e  il  Fringuello  di  mare  (Puffinus  obscurus,  Steph.)  rarissimo. 
 II  costume  di  correre  sott’acqua  ed  altri  caratteri  di  affinité  ci  portano  dai  Puffini  
 alia  Famiglia  dei  Colymbidi  divisa  in  Podicipini  e  Colymbini.  Nei  primi  abbiamo  tutti  i  
 Podiceps europei  ( non accertando  Xarcticus, Boie )  rado  per6  e sol di Primavera  vedonsi gli  
 adulti  di  alcuni,  giammai  quelli  di altri ;  comunissimo il Tuffetto  o Scrinzolo  ingannarello  
 (Podiceps  minor,  Lath.)  che  non  è  SylbeociClus  come  il  carolinensis  di America,  essendo  
 cosl  nominato  per  error  tipograûco  nella  nostra  lista  comparativa  degli  Uccelli  d Europa  
 e  d’America,  errore  che  ha  fatto  troppo  leggermente  rigettare  da  alcuno  quel  genere.  
 Degli  altri- Scrinzoli  o  Suassi  abbiamo  il  Podiceps  auritus,  Lath,  frequente  forse  anche  
 più  del  precedente;  il  P.  cornutus,  Lath,  rarissimo  quanto  il  P.  rubricollis,  Lath.  (Co-  
 lytnbus  subcri s tatus,  Jacq.  C.  cucullatus,  Pali.);  e  la  Capriola  (P.  cristatus,  Lath.),  ai