lunga del dito stesso, retta e molto maggiore delle altre : il tubercolo del palato è poco
sviluppato : la prima remigante è lunga quanto la seconda ; la terza è più breve. Gli uc-
celli ch’ esso comprende vivono lontano dai boschi, nelle pianure, in siti montuosi o
deserti: camminando corrono rapidamente. Negli Zigoli, cioè nell' Emberiza genuina,
il cui tipo è Tis. citrinella, 1’unghia del pollice è più corta del dito, notabilmente cur-
vata: il becco è compresso, col tubercolo del palato assai risentito: la terza remigante
ha la lunghezza della seconda; la prima è più breye. Le specie che ne fanno parte
yiyono nei boschetti, nei giardini, sul magine delle foreste, o almeno ricoyerano a
notte in siti yestiti d’alberi, aggirandosi di giorno nei prati: piuttosto ehe camminare
saltellano. Nei sottögenere Cynchramus, da dirsi italianamente Ortolano, tipo del quale
è Y Emberiza schoeniclusj il becco è conico, poco compresso; il tubercolo del palato poco
prominente : le unghie e le ali sono conformate corne nella genuina Emberiza. Gli uc-
celli da comprendersi in questo gruppo yiyono costantemente in luoghi palustri fra le
canne, oppure nelle selye e nei boschetti: saltellano corne gli Zigoli. Del resto tutte le
specie di questi tre sottogeneri si cibano di semi di graminacee e d’insetti, ehe prima
d ingojare uccidono, corne fanno tutt’i Fringillini. Il lor canto suol esser poco yariato.
Mutano le penne una sola yolta all’anno. Pongono il nido fra i cespugli, sull’ erbe, ov-
vero in terra. In inyerno s’uniscono a branchi. Tutte emigrano, o mutano stazione. Le
femmine differiscono dai maschi pei colori: i gioyani sono piuttosto simili alle feminin
e; le loro tinte perô sono un poco più intense.
Al terzo dei sottogeneri testé accennati spetta YEmberiza palustris. Viye quest’uccel-
letto in tutta 1’Italia media e méridionale non esclusa la Sicilia, nei Yeneziano, nella
Dalmazia, nei Genoyesato e in Prôvenza. Forse non manca in altri punti dell’Europa
temperata, ma ha potuto benissimo ingannar I’attenzione degli Ornitologi per la somi-
glianza marayigliosa che ha con la comune Emberiza schoeniclus di Linneo. Infatti il
Professor Savi scuopritore della specie presente ayyerte ayerla trovata nei Musei di Torino
e di Parigi tenuta per yarietà della schoeniclus già detta. Fin dal passato secolo
n era stata data la figura nell’ opera Italiana intitolata Storia degli uccelli: poscia fù
—trascurata.
Differisce dalla schoeniclus per una statura alquanto maggiore, pel capo anche pro-
porzionatamente più grande, il tarso più corto e più grosso, le tinte delle parti superiori
più intense: ma ha ragione il Professor Savi quando afferma ehe la diversité principale
consiste nei becco grosso ed ottuso nella palustrisj sottile ed acuto nell’altra. È vero
ehe il becco di quest ultima non è sempre sottile allô stesso grado, anzi è soggetto a va-
riare non poco nelle proporzioni; talchè anche noi avevamo nutrito il sospetto ehe vi
fosse una transizione dall’ uno ail’ altro animale. Ora perö siamo certi ehe queste va-
riazioni hanno un limite fisso, e siccome Y Emberiza palustris abbonda in certe parti
dei contörni di Roma, segnatamente sul lago di Castiglione e nelle paludi d’Ostia, ab-
biamo avuto largo campo d’esaminarla, e siamo in grado di confermare quello ehe
scriye lo scuopritore tanto rispetto ai caratteri fisici, quanto ai costumi dell’uccello
in questione, nè potremmo allontanarci dalle sue tracce o usarte espressioni diverse
dalle sue yolendo adombrarne succintamente la storia.
Il maschio adulto è lungo sei pollici, ed ha noyé pollici e mezzo di stesa d'ali * Il
becco è lungo cinque linee, alto tre e mezzo, largo poco meno di tre alla base, notabilmente
turgido in tutt i sensi, piuttosto ottuso ail’ apice, ed ha lo spigolo superiore
EMBERIZA PALUSTRIS.
convesso, molto incurvato all’ingiü. Di primavera il suo colore è nero, nella parte inferiore
tendente al corneo. L’ occhio ha 1’ iride fosca. II pileo, le guance, la gola e il gozzo
sono d’ un color nero morato, che si stende un poco su lk parte media del petto. Dal di
sotto della mandibola parte di qua e di la una lista bianca ehe scorre lungo i lati del
collo, e yolgendosi sulla cervice si dilata in-una fascia trasversa estesa, e segna cosi un
collare compiuto. Le penne del dorso sono nerastre nei centro, ferrigne sugli orli;
quelle del groppone e le cuopritrici superiori della coda sono cineree con qualche mi-
stura di ferrigno. Tutte le parti inferiori sono d’un bianco volgente leggermente al ci-
nereo, con lineole fosco-ferrigne lungo lo stelo d’alcune piume del petto e di tutte
quelle dei fianchi. La base di tutte le piume è piombina-scura. Le ali hanno quasi tre
pollici di lunghezza: le picciole cuopritrici superiori sono di tinta baja accesa, le medie
nere con un largo contomo bajo acceso, le grandi sono parimente nere col contorno
bajo biancastro: le cuopritrici inferiori sono bianco-cineree. Le remiganti primarie sono
fasche con un sottilissimo orlo cannellino-biancastro; le secondarie nerastre, coll’orlo
esteriore bianco tendente al ferrigno. La coda è lunga due pollici e mezzo, leggermente
smarginata, colie due timoniere esterne e le due intermedie piü brevi delle altre. Il colore
delle due intermedie è nerastro nei mezzo, bianco tendente al ferrigno verso gli
orli. Le tre seguenti da ciascun lato sono tutte nerastre con un sottilissim’ orlo bianco
ferrigno verso 1’apice: la penultima e nerastra con una macchia bianca cuneiforme a
rovescio ehe comincia dopo la meta del pogonio interno e si stende fino all apice
senza toccar lo stelo ck’è tutto nerastro; il pogonio esterno ha un sottiTorlo bianco
dal terzo anteriore all’ apice: la remigante piü esterna e bianca con la base del pogonio
esterno, e la metä dell’interno nerastra, e con una macchia fosca cuneiforme a rovescio,
ehe incomincia verso 1’ultimo terzo e si stende lungo lo stelo fino all apice. Le ti-
bie sono bianco-ferrigne: i tarsi hanno nove linee di lunghezza ed una tinta camicino-
fosca; le dita sono nerastre, e le unghie nere.
Il maschio d’autunno ha il becco d’un color corneo scuro: Ie penne nere del capo
hanno 1’apice bajo, quelle della gola e del mezzo del gozzo 1’hanno ferrigno-bianca-
stro: solo quelle delle guance, e le piü esterne del gozzo si mantengono del tutto
nere. Le penne bianche del mezzo della cervice hanno le punte di color castagno, e
percio il collare è interrotto: il bianco dei lati del collo e quello delle parti inferiori
tende al ferrigno. Le penne del dorso e delle ali hanno un contorno ferrigno piü largo.
Le due timoniere intermedie hanno gli orli d’un ferrigno piü acceso. I piedi sono di color
meno intenso.
La femmina ha il becco corneo scuro: il pileo bajo con la parte centrale delle penne
fosco: le guance d’un bajo fosco, col margme delle penne piü chiaro. Una larga fascia
bianco-ferrigna è segnata sopra gli occhi. Le penne bianche della cervice hanno 1 apice
cinereo-ferrigno, talchè non si mostra la striscia trasversa bianca tanto cospicua nei ma-
schio. Una linea nerastra parte dalla base del becco e scorre di qua e di la lungo la gola
ed il gozzo. Di color bianco ferrigno sono il gozzo e tutte le parti inferiori del eorpo,
ma lungo lo stelo delle penne si fa vedere una lineola fosco-ferrigna. Tutte le parti re-
stanti sono simili a quelle del maschio adulto: solo le tinte sono piü dilavate.
Il giovane superiormente è di color castagno, con le penne macchiate di nero lungo
lo stelo. Il gozzo e il petto hanno una tinta bianco-ferrigna interrotta da lineole fo-
sche: secondo ehe ctesce in eta acquista maggior estensione il nerastro della gola e
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