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 uccelli,  che  necessariamepte l’agognano per riposaryisi.  Si  avverta  perö che  il  nostro  ma-  
 schio,  sia  perché  non  è  perfettamente  adulto,  sia  perché  col to  in  tempo  di  muda, non  
 è  pnnto  adorno  delle  belle  penne  color  di  rosso  ranciato.  Fu  lo  stesso  signor  Boson-  
 nier  che  aveudo  nudrito  per  più  di  dodici  anni  una  di  tai  preziose Fringilline venuta  
 finalmente a morte  pel  disagio  di  partorire un heH’ovetto azzurro-verdognolo  senza macchie, 
   ci  fece  meravigliare  u q   raro  fenomeno di senilità,  e  conoscere  insieme le  uova  di  
 questa  specie  differenti  da  quelle  degli  affini,  ehe  son  biancastre,  variegate  di  mac-  
 chiuzze. 
 Composta  di  numerosi gruppi  è  ora  la sottofamiglia  de’ Fringillini,  cioè  di  que'Fr in-  
 gillidi  ehe hanno il becco  più  o men  robusto,  diritto,  perfettamente  conico,  di  culmine  
 attondato almen  posteriormente;  l’angolo  frontale  breve  ed  acuto;  le mandibole eguali,  
 declivi  soltanto  all’apice  ed  intiere;  le  narici  contiguë alla  fronte,  distanti  fra  loro  e  divise  
 per un intervallo  piano; e  sole  nove  remiganti primarie,  per lo mancar  della  prima.  
 Quello  fra  essi gruppi  detto  da  noi  Chlorospiza^  si  approssima assai  per la  robustezza  del  
 becco. ai  Loxinij  co’quali  lo  ebbe riunito Lînneo;  ed  ha per  tipo il  comunissimo  Verdo-  
 ne,  Fringilla  o  Loxia  Chloris  degli  autori ;  del  quai  genere vantano  due specie al  tutto  
 consimili  l’Àsia  centrale  e  la orientale ;  ed  è  anco  la men simile,  subbietto  del presente  
 articolo. 
 Il  detto genere  Chlorospiza  è  notato  de’seguenti  caratteri:  becco  assai  eorto  più  robusto  
 ehe  nella  maggior  parte  de’ Fringillinij  totalmente  conico,  tagliente  ai  margini  
 colla mandibola  inferiore  stivata  di globoletti  callosi;  angoli  della  bocca  con  basette  più  o  
 men  dense  e  ramose;  pehnuzze  della  cavezza  coprenti appena le  narici:  piedi  lunghetti,  
 robusti;  col  dito  esterno  saldato  alia  base  del  medio:  ali  di  mezzana  lunghezza,  con  
 18  remiganti,  le  tre  più  esterne  delle  quali  sono le più lunghe:  coda  di  mediocre  lunghezza, 
   alcun  poco  incavata  all’apice:  piume  piuttosto  rade:  colori  più  o  men  verdi.  
 I  maschi  son più  vaghi delle  femmine;  i  giovani si distinguono  sempre  dall’essere  inac-  
 chiettati. 
 Forman  essi l ’anello  ehe lega  i  Fringillini,  ai Loxinij  e  al  par  di  questi  ultimi  sanno  
 col  poderoso  lor  becco-frangere  e  spogliare  del  guscio i  nocciuoli  più  duri,  operazione  
 cui  non basta la  forza  de  più normali  Fringillini.  Posano  cosi sopra  gji  alberi corne  sopra  
 terra;  e  si  piacciono  della  socievole  famigliarità  de’lor  simili,  ed  anche di altre  specie  
 della  sottofamiglia.  D’indole  poco  salvatica,  e  molto  destri  non  meno  sulle  pianle  ehe  
 sul  suolo,  non  si  annunziano  con  alcuna  particolarità  di  canto.  Soglion  nidificare  tra  le  
 fronde  generalmente  due  volte  nell’anno  prediliggendo  le  siepi ;  il  lor  nido  è  composto  
 senz’arte  e  alla  grossa ;  depongono 4 0 6   uova  incirca,  cibano  più  ehe ogni altra  cosa  le  
 semenze  oleaginose,  delle quai  nutrono  i  figliuolini,  cui  le  cacciano fino  al  gozzo. 
 La  nostra Chlorospiza  Incerta,  specie  anomala  del  genere suddétto,  si  pel  colore  delle  
 uova,  si  pel  rossa  onde  talvolta  appare  dipinta  la  fronte,  e  si  ancora  per la  forma  del  
 becco,  più  dissimile  da  quella  del Coccothraustes  ehe  non  l’abbia  il  comun Ferdone  ac*  
 costasi  aile Erythrospizae.  La  lunghezza sua  totale  è  di  cinque  pollici  e  sei  linee •  ed  ha  
 nove  pollici di  stesa  d’ali.  Il  suo becco lungo  nove  linee lino  all’angolo  della bocca  cinque  
 se misurisi dalla base  frontale,  largo  quattro,  ed  alto  tre  incirca,  è  grosso,  forte,  acuto, 
   rigonfio sul  colmo,  di color  corneo;  e  distinguesi  tra  i  congenerici perché  la  sua  ma-  
 scella  coperchia  sensibilraente  la mandibola,  ed è  risolutamente  cenlinata  da  ciascun  lato  
 verso la base.  L’iride dell’occhio  è  castagnina.  Tutte le  piume  del  pileo,  delle  guance e 
 CHLOROSPIZA  INCERTA, 
 della  cervice  sono  fosco-nerastre nel  centro,  e  contomate  da largo  margine  olivaceo  ros-  
 signo:  quelle  del  darso,  della  groppa,  e  le cuopritrici  superiori  della  coda  si dipingono  di  
 verdastro  scuro  tendente  all’ocraceo,  ondate  di  piu.  inlenso  sopra  l’attaccatura  delle  ali.  
 Tutte  le  parti  inferiori  sono di  lionato, chiaro,  che  ingiallisce  sul  petto,  e  si  carica lungo  
 ifianchi, diluendosi  sul  ventre, e  sulle cuopritrici  inferiori  della  coda  fino  a  divenir  quasi  
 bianco: dall’uno  e  dall’altro  angolo  della mandibola  discendono  dritte  a’lati del  gozzo due  
 linee lunghe  pressochfc quanto  il becco,  poco visibili  per la tenuita loro,  quantunque siano  
 nerastre. Tutte  le piume poi sono  indistintamente  piombine  alia base,  e  le  segna  una  riga  
 bianca  lungo  lo stelo  prodotta  dalle  barbette  strette  e  dense  in  prossiraita  del medesimo.  
 Le  ali  hanno  tre  pollici di  lunghezza;  le  cuopritrici loro superiori son fosche,  orlate  ester-  
 namente di giallognalo, che essendo men  carico nella  estreinil&  delle piccoJe e delle medie,  
 segna  dolcemente  le ali  di  due fasce transverse:  le   inferiori  cuopritrici tendono  all’ocra-  
 ceo:  le remiganti  primarie veggonsi  nerastre con  un  sottilissimo  orlo  color  di  paglia,  che  
 nella  piu esterna e  quasi bianca;  le secondarie son  fosche,  orlate assai piu largamente  di  
 giallo  cannellino.  La  coda  tagliata  in  mezzo  ad  angolo  quasi  retto,  lunga  due  pollici  e  
 quattro linee  fino. alle  punte,  b dello stesso color  delle ali non  meno  sopra  che satto,  ed  
 ha  tutte le timoniere  orlate  di verdastro  lunghesso  la meta  inferiore  del margine  esterno.  
 Le  tibie han la pelugine  di  color  cinereo  ocraceo:  i  tarsi  lunghi nove  linee  sono  di rossi-  
 gno carnicino  come  i piedi;  le  unghiette  biancastre.  Tale  b  la  descrizione  del  maschio  
 che abbiam  sotto. gli  occhi, nulla  o poco diversa  da  quella  dalane  dal  Calvi  e  dal Savi,  se  
 prescindiam  dalla  fronte,  che secondo que’ professori  mostraya  ogni  penna  circoscrilta  da  
 sottil margine  di bel t o s so   ranciato,  di  sotto  al  quale  compariva appena lo scuro :  insegna  
 forse  di nozze,  di  cui  non possiam  farci mallevadori. 
 La femmina  ha il hecco  color di corno;  le  penne del pileo  sono,  nerastre nel centro,  
 olivastre  giallognole  nell’orlo;  quelle  delle  guance  son  cenerine  squallide,  piu  ocracee  
 nella  regione  auricolare.  La  parte  superiore  del  collo  conserva  gli  stessi  colori,  ed  e  
 ugualmente  macchiettata  che  il  pileo.  Tutte  le  altre  parti  superiori  del  corpo  son  simili  
 a  quelle  del maschio,  tendenti  pero  molto  piu  al  verde,  e  niente  al  rossigno.  Le  fasce  
 transverse  delle  ali,  come  gli orli  delle  cuopritrici,  sono  di  color  gialletto  piu  dilavato.  
 La  gala, il  gozzo,  ed  il  ventre  son  bianco-sudici  con  macchie  longitudinali  nerastre;  i  
 fianchi  oinereo-giallognoli;  il  petto  vergente  all’ocraceo. con macchie  nerastre piu fitte,  e  
 piu  larghe;  i  piedi  cornea-carnicini. 
 I  giovani  di  ambo i sessi  hanno  tutte le  penne  delle  parti  superiori  cineree  oscure,  
 nere  intense  nel  centro:  tutte  le parti inferiori  biancastre  con macchie  brune,  senza  ver-  
 gere  affatto  ne  all’ocraceo  di  sotto  nb al  rossigno  di  sopra:  le cuopritrici delle  ali,  e  le  
 remiganti secondarie bianco-giallasttye in punta :  i piedi  nerastri.