LUTRA VULGARIS.
meno che non sia spinta dal f l assoluto bisogno, lascia il restante per molgérsr B
mediatamente a nuove rapine. Cosi cib ch'essa distrngge è di gran lunga maggiore di
cià ch’è bastevole a satollarla. Mangia Ranocchi, Granchi, Sorci ed anche materie ve-
getabili: ma essendo i Pesci il sno ciho più grato, guai al proprietary del vivajo, del
lago dello stagno che investe, perché forse in una notte sola compie l’estermmio dogm
maggiore di Ini ricchezza. Invano la pieghevole Anguilla cerca asilo nel fango, invano
il Muggine guizza con una rapidité quasi emula del pensiero, invano il Luccio lan-
ciandosi fuori del sue elemento cerca schivare il pertinace nemico. All’opposto veduta
fuori dell' acqua la Lontra si terrebbe per lenta e disadatta, e tutt’i sUoi moti si di-
rebbero quelli d’ un’animale impastojato. “ E trassel su che mi parye una Lontra” dice
il poeta con modo espressivo ed originale volendo dipingere 1’impaccio del misero
Ciampolo tratto per le th ym e da un Demonio fuori del lago della pece bollente. A
dispetto della sua apparente goffagine quest' animale sa mettere in opera sottili arti-
fici per soddisfare le sanguinarie sue brame. Nei fiumi e nei rivi suol dar la' caccia
muovendosi contro la corrente per potersi ricondurre con minore stento al sno posto,
quando è già stanea e carica, di preda. Sceglie per ricovero qualche cavité n a tu ra l
prossima aile acque, le fessure delle rupif'd buchi esistenti al piede degli alben, e d ord
ina ry suol infettâre con le'teliqnie de’ suoi past! gli accessi di tal domiciho. Ivi con
paglie e con fuscellini accomoda un letto su cui depone la prole. La femmina entra in
calore d’ inverno', e partorisce alla fine di Marzo tre quattro e rare volte cinque figli.
Una legge preisb che generale vuole che i piccini degli animali anche pm goffi e deform!
sieno dotati di qualche grado di leggiadria: ,1a Lontra perb fa eccezione alia re-
gola perché nell' età tenera ha un’ aspetto più ingrate e più stupido che nelT età adulta.
Dope cinque o sei settimane da che sono nati, la madré awezza i figli a provvedere da
se stessi alia propria sussistenza, e li disperde obbligandoli ad uscire dal suo covacciolo.
Con mol ta difficoltà s’addomesticano le Lontre tuttochè prese giovam; vi sono pero
esempj marayigliosi, dell’ educazione di cui anch’esse sono süscettibili, giungendo tal-
volta a mettere grande affetto al padrone, ad affaticarsi in pro di lui, e perfino a re-
cargli vivi vivi nella cucina i pesci predati. ^
I Cani perseguitano yolontieri quest’ animale e con facilità lo raggiungono purchè lo
sorprendano lontano dal suo prediletto elemento : esso perb si difende gagliardamente
e morde con fùria ed .ostinazione. L’odore della sua carne partecipa di quello delle
acque stagnanti, e il sapore ha qualche somiglianza con quello del Pesce. Alcuni man-
giano questa carne nei giorni di penitenza, e pretendono che non vada compresa fra î
cibi di grasso; lo che dériva dall’ erronea credenza che sieno dotati di sangue freddo
tutti gli animali che vivon nell’ acqua. La pelle della Lontra è ricercata specialmente
se sia presa d’invemo, perché allora è di colore più oscuro. Il pelo viene adoperato per
la fabbrica dei cappelli.
Tutt’ i Zoologi venuti prima e dopo Linneo riconobbero la Lontra corne costituente
un genere da se: Linneo solo l’aggregè aile Mustele. Spetta siffatto genere alla divi-
sione Mustelina della famiglia Felidae, compresa nell’ Ordine delle Ferae, ed è segna-
lato fra tutt’ i gruppi afïini per una struttura appropriata aile sue abitudini aquatiche,
specialmente pei piedi palmati. Cosi essendo la Luira s accosta aile Phocidae, che con-
ducono verso i Cetacei. È dunque il primo anello che congiunge i Mammiferi terrestri
con quelli che sono amfibj, ed anche esclusivamente aquatici e pisciformi: tanto è poi
vero, che sta di mezzo fra la Mustek, e le Foche, ehe mentre da un lato Linneo as-
sociava Lutra con Mustela, dall’altro il genere Latax di Gloger, che finora era stato ri-
guardato corne parte della Lutra, dopo miglior esame ne è stato distaccato per venir
collocato a dirittura sotto le Phocidae.
Parlando della Mustela Martes abbiamo indicato in che differiscano le Mustelinae da-
gli altri Felidi; ed abbiamo messo a contrasto i caratteri che servono a distinguere fra
loro i generi Mustela, Mephitis e Lutra, dai quali è costituita l’intiera sottofamiglia. Ora
csporremo più alla distesa le condizioni particolari che présenta la Lutra.
Il capo è largo, depresso, rotondato : muso più o meno sporgente, ma sempre assai
più breve del resto del capo: naso ottuso: labbro superiore molto erto, ehe ricuopre l ’in-
feriore come nelle Foche. Occhi forniti di membrana nictitante, piccioli, situati in
modo da poter vedere gli oggetti posti superiormente, con le pupille rotonde, assai re-
trattili. Palpebre esterne, sottili, senza ciglia. Orecchiette brevissime, rotondate, coll’ori-
fizio strettissimo. Bafii lunghi. Denti trentasei : sei incisivi in ambedue le mascelle ; il
secondö da ciascun lato di quella di sotto è situato più indietro degli altri. I canini lunghi
assai più degl’incisivi sono validi, conici, acuti, ricurvi. I molari sono in numéro di
cinque per parte sopra e sotto : i tre primi spurj e conico-compressi : il primo della ma-
scella di sopra è picciolissimo, smussato, spesse volte deciduo : il quarto, cioè il ferino,
ha due punte dal lato esterno, e internamente si prolunga in un tubercolo basso largo
tagliente, con uno spazio largo concavo che lo sépara dalle due punte esleriori : il
quinto è tubercoloso con quattro picciole punte ed un solco longitudinale nel mezzo.
Nella mascella inferiore il ferino ha tre punte alte nella porzione anteriore, ed uno spazio
concavo inclinato all’innanzi nella posteriore, all’orlo esterno del quale spazio scor-
gesi l’indizio d’una picciola punta: 1’ultimo molare inferiore è picciolo, ovale, trasver-
sale, oscuramente tubercoloso. Lingua papillosa, piuttosto molle. Collo grosso. Corpo lun-
go, grosso, schiacciato, poco inarcato, rivestito di peli di due sorte ; altri setolosi, radi,
lustri, lunghetti ; altri lanosi, corti, folti, fini. Poppe sul ventre in numéro di quattro,
pochissimo apparenti fuori del tempo della gestazione e dell allattamento. Osso del pene
piuttosto sviluppato nel maschio : altr’ osso corrispondente a questo nella clitoride della
femmina. Due glandole secernenti umor fetido di qua e di là dall’ ano. Coda depressa,
generalmente assai più breve del corpo, rivestita intieramente di peli. Arti brevi oltre-
modo. Piedi subretratti, ambulatorj, palmati fino aile unghie: i posteriori laterali col
podio rivolto all’ innanzi come suole nel massimo numéro dei Quadrupedi, e colla
membrana che congiunge le dita più estesa di quella degli anteriori. Piante dei piedi
nude, col calcagno dei posteriori peloso. Unghie falcolari ma larghette.
È cosa notabile che laddove nei generi affini il numéro dei denti varia da $2 a 34 ed
a 38, quello di 36 sia costante nella Lutra. Merita pure considerazione la forma dei fe-
rini, anzi la struttura di tulto il sistema dentario, adatta nientemeno a triturare i cibi
che a lacerarli: infatti in paragone dei Quadrupedi affini le Lontre possono dirsi animali
men fieri, e meno esclusivamente carnivori.
Il cranio tuttochè corrisponda pei caratteri principali a quello delle Mustele, essendo
allargato e fortemente depresso al vertice si va accostando alla forma del cranio
delle Foche. Gli organi della locomozione, consistenti in estremità grosse e corte in
guisa da riuscire sproporzionate affatto al tronco vermiforme, possono considerarsi corne
un’ esempio esagerato delle forme proprie dei Mustelini; ma le cinque dita riunite per