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 ordinariamente  ad  ogni  parto,  e  qualche  volta  con  otto,  i  quali in mena  di  quindici  
 giorni  crescono  a  taie  da  procacciaxsi  essi  stessi  l’alimento;  onde  quantunque  il  più  
 piccolo  tra  i  congeneri  flagellî  domestici,  egli  è  queMa  cbe  maggiormente  ne  infasti-  
 disce  malgrado  la  strage  continua  cbe  ne  fanno  le  trappole,  gli  al tri  molti  ingegni,.  
 e  tanti  cibi  ne’quali  si  maschera  il  veleno,  e  malgrado.  altresi  le  insidie  di  varj  ani-  
 mali  che  lo  appetiscono,  Civette»  Gatti,  Donnole  ed al tri Topi maggiori,  che sospettosa  
 e  guardingo  suol  destramente  evitare.  Non  v’ha  casa  che  nevada  immune;  anzi  par  
 che il mancarne  sia segno  di sventura;  avvegnachë  riferiscono  per  costante  osservazio-  
 ne  che  qu an do  sono  vicine-a  crollare  di  vecchiaja  le  fabbriche,  n’emigrano  le  parasite  
 bestiole  cercando  più  stabili  edificj  per  abitare.  Netto  assai  di  corpo  quest’ animalelto  
 nondimeno  ci  sembra  sehifoso;  chè  veramente  da  nausea  l ’odor  cattivo  che tramanda:.  
 e  quantunque  sia  timidissimo  dell’uomo,  è  forse  maggiore  il  ribrezzo  che  noi  pro«-  
 viamo in vedercelo saltare  improvviso  d’innanzi.  Importunissimo  poi  ci  riesce la notte»  
 perché  o  percorra  vasti  lacunari  o.  corroda  minuta  eivaja,  sembra  che scroscino  denti  
 di  leone,  e  per  aria  galloppino  palafrenu 
 Allungato  è  il  capo*  di  questo  piccolo  Topo-;  il  muso  acuto,  piuttosta sottile  e  superior  
 mente  al quanto  convesso;  la  mascella  înferibre  poco  più  brevé  e  men©  spor-  
 gente  dell’altra.  Porta  le  orecchiette  nude  bislunghe,  grandi  relativamente  al  capo^  
 ed  è  fornito  di  lunghi  baffi.  Gli  occhi son piccoli ma  alquanto  protuberanti.  Ricopresï  
 di  breve  pelo  piuttosta  soffice»  grigio-fôsco.  in  cima  al  capo  e  al  disopra  del  tronco,.  
 cinerizio  nelle  parti  inferiori;  il  pelame  cioè  delle  parti  superiori  e  dei  fianchi  è  di  
 u n   cenerino  nerastro frammisto  di  giallo,  perché  ciascuna dei peli per buon tratto versa  
 la  base  è  cinerizio. scuro,.  quindi giallastro  e: nero  sulla  punta.  Le  parti  laterali  ed  inferiori  
 del  capo  e  del  corpo,  le  quattro  zarnpe,  il  petto,  ed  il  ventre  sono  di  un  color  
 cenerino  chiaro  slavato  di giallastro  speciahnente  intorno  ail’ àno  ed  aile  parti  ge-  
 nitali.  Le  orecchiette,  le  estremità  de’ piedi  e  la  coda,  lunga  quanto il  corpo,  sono  rico-  
 perte  di peli  assai brevi  e  fini.  Il  pollice  de’ piedi  anteriori  si  vede> senz’ unghia, 
 I  colori  che  abbiamo  dëscri'tto  non  sempre  convengono  gli  stessi in  tutti i topi  cat-  
 salini.  Ye  ne  ha  individui  più  o  meno  scuri  più  o  meno  rossastri  ec.  talchè  fra  gli  
 estremi  somma  riesce  la  diversité-  Oltre  quelli  di  corpo  tutto  bianco  con  gli  occhi  
 rossi  e  la  pelle  rosea,  che  è  quanto  dire  quelli  affetli d’albinismo,  ne veggiamo aicuni  
 pezzati  di  bianco  e  di  scuro:  variété  che  si  propagano  corne  aceade  déglf  altri  ani-  
 mali  semidomestici.  Sono  questi  più  vaghi  e  graziosi,  onde  i  ciarlatani  s’industrian©  
 ad  insegnar  loro  aicuni  giuochi  ed  operazioni  meeaniche,  nelle  quali  sogliôno  incan-  
 tarsi  i  fanciulli.  Il  colore  poi  del  ventre  va  soggetta  a  grandi  variazioni;  vedesi  dif-  
 fatti  in  aicuni  cinerizio  tendente  al  fosco,  in  altri  al  bianco  più  o meno  puro,  e per-  
 fino  al  giallognolo  o  ai  rossastro.  Quest’ultima  variété-,  forse  diversa  anche  specifica-  
 mente  da  quella  che  ha  il  ventre  fosca,  è  la  più  comune  in Italia,  e  principalmente  
 a  Firenze  dove  s’introduce  co’sacchi  del  grano- Noi  vorremmo  che le  specie  de’piccoli  
 Topi  si  casalini  come  campestri  venissero  attentamente  studiate  nelle  varie  parti  
 della  nostra  penisola,  sembrandoci  tempo  oramai  che  dai  Zoologi  vengano  esse  determinate. 
 Le  dimensioni  dell’ esemplare  del  Mus  muscülus  che  abbiamo  sott’occhio  sono  le  
 seguenti 
 poil.  lin. 
 Lunghezza  dei  corpo  ....................................., ........................; .......................   3  / 
 »  dei  capo.  .  .........................................................................................   i  „ 
 »  delle  orecchiette  .................................................................................  ,, 
 »  della  coda.      3  4 
 »  dell’ antibraccio  ..................................       ,,  g 
 »  dei  podio  anteriore  .  .  .  .  • ................           ,,  3 
 »  ■  della  gamba............ •  .. ............................. .......................................   „  _ 
 »  dei  podio  posteriore.  „  .  ...................   „  g 
 Noi  non  avremmo  compreso  in  questa  Içonografia  il  Topo  casalino  e  il  salvatico,  
 gié  tanto  conosciuti,  se non  ce ne avesse  porto  argqmento  una interessantissima variété  
 del  Mus  tectorum, qui volendo  dedicare  una  figura  non  pi  è  sembrata  disacçoncia  la  
 compagnia  loro  neJla  stessa  tavola, 
 Quantunque  i  Topi  de’tetti  preferiscano  abitare  in  luoghi  asciutti,  se  ne  vedono  
 tuttavia  aicuni  lungo  i  fossi  e  i  pantani  nella  buona  stagione.  Tra  varj  esemplari  che  
 ci  è  avvenuto  racçogliere  in  tai  luoghi,  ne vedemmo  parecehi,  come  quello  che  rap-  
 presentiamo,  si  fattamente  scuri di pelo  che  di  leggieri  sarebbonsi  crçduti  délia specie  
 Mus  rattus.  La  forma  certamente  del  corpo,  la  lunghezza  proporzionale  della  coda,  e  
 tutt’altro lo  diçono  il Mus teçlorum;  ma  il  suo  pelame  offre  un  color di acqiajo  fosco,  
 o  dir puoi fuliginoso,  con la punta pero  di  ogni  pelo  più  chiara ;  ond’ è  che  apparisce  
 quasi  asperso  di  leggerissima  ruggiada.  Il  ventre  poi  in  lupgo  di avéré il  color bianco-  
 zolfigno,  che  nello  stato  più  ovvio suol  distinguere la specie  dall’ affine Mus deçumawSj  
 e  dal Rattus,  è  invece  della  stessa  tinta  del dorso  di poço soltanto più  diluito,  Noi  nel-  
 J’esibire  questo  novello  Topo  tettajuolo abbiarn  volontieri  seguitp 1’avverlimento  datoci  
 dai  ch,  professor Gêné,  il  quale  con  la  molta  sua  dotlrina  e  fino  criterio  parlando  di  
 questa  Fauna  nella  Biblioteca  italiana  espose  il  desiderio  che  per  ben  distinguere  le  
 differenze  dall’uno  all’altro  genere  saria  stato  ben  fatto  il  figurarli  neU’atteggiamento  
 medesimo:  locchè  veniamo  operando  col  produrre  questo  Mus  tectorum  nella  stessa  
 positura  del  decumanus^  che  gié  jnsieme  qon  quello  pubbliçavamo  per  sola  ragion  di  
 confronto, 
 Aggiungiamo a questo  proposito  che  delle  tante  razze  che  noi  conosciamo  di  Topi  
 con  differenti  nomi,  quando  i  latini  col  solo  Mus  diminuito  in  Musculus  aU’occor-  
 renza,  e  col  S  or ex ,  pretto  e nudo  sinonimo  di promisçua  ragione,  significarono  quanti  
 mai  Sorqi  li  affligevano  in  casa  e  in  campagna,  aggiungiamo  diço  che il solo Mus tec-  
 torum  si  è  quello  che  vive in  Sardegna.  Non  era si fatta  denominazione conosqiuta  dai 
 Cetti,  polito  e  spiritoso  illustratore  delle cose  naturaü  di  quella isola;  il quale  quando 
 osservo  quell’unico  topo  sardo,  e  lo  credè  il  Mus  Rattus,  quantunque  ne  notasse  le  
 differenzp,  bene  ci  desçrivqva  il  tettajuolo  *‘XJna  grande  qandidezza  (egli  dice)  ci  ho  
 „   osservato per tutto il ventre,  che  forse non l’avré maggiore un armellino,  simile  can-  
 „  didezza  non si  ravvisa  ne’ Ratton  di  altrove  .  .  .  ,  Da  questa  spezie  di  topi in fiiori  
 »  non  ne  trovai  altra.  Ebbi  ancora  un topo  bianqo, ma  esaminatolo  il trovai,  dai  co- 
 „  lore  infuori,  al tutto  simile  a’comuni. Manca pertanto  in  Sardegna il topo  domeslico 
 „   minore, e  le  case ne vanne qsenti; mancano  in  campagna le varie generazioni  di  cam-  
 „  pagnuoli,  e  ne  sono  salve  le  semente;  manca  pe’fimni  il  topo  d’acqua  senza  ap-  
 „   parenza  di  doverlo  trovare,  attesa  la  siccità  de’ medesimi,  e  penuria  de’pesci.”