e curva. Corpo grandemente compresso. Gambe di mediocre lunghezza, robuste anzi
che no, mancanti di piume nella parte inferiore, fornite di quattro dita, le anteriori
delle quali si allungano quanto lo spazio nudo, segnatamente il pollice ch’è robusto
nascente quasi a livello delle altre dita, e posa in terra per gran parte della sua esten-
sione: queste sottili, orlate d'una lieve membrana, libéré fin dalla base anche nel
caso ehe sieno lobate. Unghie non sempre mediocri, ma talora lunghissime, snelle
compresse, ed acute: scudetti nella porzione anteriore del tarso e delle dita: squam-
mette reticolate nella posteriore. Ali non grandi, larghe, semi-rotonde, concave, armate
d’uno sprone corneo più o meno sviluppato, talvolta non un solo, con la prima re-
migante poco più corta della seconda, terza e quarta più lunghe di tutte : coda corta
e rotondata.
I colori nelle varie specie della famiglia sono tra il bruno e il verde-azzurro; le piume
morbide e cedenti. Le femmine non differiscono dai maschi quasi in altro ehe nella
minor grandezza. Àccade alcune volte di vedere i piccioli Rallidi nella tinta delle piume
diversi dagli adulti: del rimanente anche quelli ehe le mutano due volte lanno ri-
tengono côstantemente i primitivi colori.
Non ostante l’analogia, e forse anebe l’affinità ehe simili uccelli hanno con le
Galline, si discostano tuttavia da loro, forse più di qualunque altra Gralla, per quel
carattere ehe è fra i principali qui sopra descritti, vogliam dire la notabile com-
pressiöne dèl lor corpo.
Più acquatici di tutte le Grallae nuotano al pari d’ogni palmipede, e talvolta fra due
acque, singolarità grandissima per uccelli ehe non hanno le dita palmate. Mediante
la lunghezza di queste, da cui prêsero il nome di Macrodattili, si sostengono egregia-
mente sopra il limo e l’erbe galleggianti degli stagni dove amano di fare il loro più
gradito soggiorno vivendo solitarj e non riuniti a torme. Le ali picciole rotondate, quali
si vedono nell'e Gallinae normali, con penne gracili e morbide non resistono ad un
volo rapido e di lunga durata. Ma compensa questo difetto una somma agilità nel
correre, cosicchè sfuggono dai cacciatori sviandosi fra l’erbe e le canne, il ehe possono
ben fare per la struttura del loro corpo lungo e schiacciato; e quando si vedono so-
praggiunti dai Cani, appiattandosi a terra lasciano quelli trascorrere, e si dileguano rapi-
damente dalla loro traccia. Levati ehe sieno a volo portano le gambe non ristrette al
ventre corne il maggior numéro dei volanti, nè allungate indietro, secondo il costume
delle G ra lla ema pendenti in cerla lor forma singolare e ridicola. A misura perö ehe
si sollevano in aria, la loro andata ehe prima era languida acquista di mano in mano
velocità e forza. Cibansi di piccoli animali, di semi e d’ erbe. Sono monogami e fi-
gliano più volte nelF anno. Costruito di bacchettine e di foglie un nido notabilmente
grande vi depongono dentro buon numéro d’uova di forma quasi rotonda e di color
bianco, più a somiglianza delle Grallae e degli Anseri ehe degli altri uccelli all’or-
dine dei quali appartengono. Nel covarle succédé alternamente il maschio alla fem-
mina. Tali nidi ora si trovano nascosi nelle risaje e nelle paludi folte di cannucce e
di braco, ed ora fluttuanti perfino sulla superficie delle acque. I figliuoli nati appena
son già vestiti d’una lanugine folta e nero-vellutata, seguono agilissimi la madré e
cercano a lor piacere il nutrimento. Quei della famiglia ehe migrano, scelgono il
tempo di notte. In genere han voce gagliarda ma rauca. La lor carne suol aver buon
sapore.
La suddescritta affinità con le Gallinae apparisce in modo principalissimo nel genere
Porphyrio, staute il becco non solamente breve ma di una robustezza singolare
nella sua famiglia, tantochè la maggior parte delle stesse Gallinae ancora ne sarebbe
vinta. Il nome generico è quello ehe diede Aristotile alla nostra specie. Come genere
fu stabilito dal Brisson ehe pero vi comprendeva delle Gullinulae e perfino dei Ralli
dai becco corto f CrexJ, Noi lo circoscriviamo nei precisi confini ehe gli assegno il
Temminck: escludiamo cioe dai medesimo quelle vere Gallinulae ehe per lo splendor
dei colori furono con lui congiunte anche dai più valorosi Ornitologi. La sola specie
di cui ebbe conoscenza Linneo fu da lui annoverata fra le F u lic a e e dal Latham fra
le Gallinulae. Ora il più certo segno che contradistingua i veri Porfirioni è il seguente,
Osservando le loro narici si vedranno rotondate e prive di membrana, con differenza
grandissima dai generi affini BalluSj Gallinula e Fulicaj nei quali son esse bislunghe e
socchiuse da una membrana. Eccone d’altronde la formola generica. Becco altissimo:
dita lunghissime, prive quasi del tutto di margine sensibile; lamina frontale grande-
mente estesa. Distribuendo in appresso le parti con più minuto dettaglio noteremo il
becco di poco più corto del capo, grosso, duro, retto, conico-compresso, alto alla base
quasi quanto la fronte : il margine poi delle due mascelle leggermente arcuato e ta-
gliente : il colmo della mascella nella base depresso, prolungantesi nella fronte, dilatato
quivi in una lamina ovale, callosa e nuda: il colmo stesso di là dalla base angusto
rotondato e molto sensibilmente inclinato inverso l’apice: niun solco apparente nei lati
di detta mascella : appena più breve la mandibola inferiore, piana di sotto della base,
in cui è assai men alta della superiore, nella gonide rotondata e molto ascendente :
le redini pennute: la lingua compressa, appuntata, intiera: le narici basilari, laterali,
situate nella parte alta del becco, un poco più distanti dalla base che dal colmo della
mascella superiore, rotondate, aperte nella sostanza cornea, comunicanti insieme, ma
prima ehe si dissecchino turate da una specie di tubercoletto: il capo non molto piccolo:
gli occhi mediocri meno distanti dalla sommità ehe dalla base del becco: al-
quanlo sottile il collo e piuttosto breve: il tronco bislungo, non cosi snello e compresso
come negli altri Rallidi : le gambe mediocremente lunghe : lunga e robusta la tibia,
con la sua terza parte inferiore nuda: il tarso uguale al dito medio, se non anche
più corto, vestito di scudetti: le dita anch’ esse scudettate, lunghissime, retrattili, sottili,
libéré, orlate nei lati di una ristrettissima membrana: le tre anteriori divise del
tutto fra loro: il dito medio più lungo delFesterno, e questo più dell’interno: il posteriore
articolato allô stesso livello degli altri, loccante il suolo quasi interamente,
lungo quanto la metà circa dell’interno: le unghie pur lunghe e piuttosto sottili, compresse,
debolmente arcuate, facili a ripiegarsi, di punta piuttosto aguzza, quella del
pollice più robusta delle altre: le ali mediocri, concave inferiormente, rotondate, con
la prima remigante più corta della seconda, terza e quarta le più lunghe, fornite di
una picciola appendice spinosa all’osso dell’ ala spuria. La coda corta con dodici ti-
moniere. Le piume splendide pe’ colori, fra i quali vince l’azzurro nel maggior numéro
delle specie.
Quanto ai costumi di tali Uccelli trovasi in essi una somiglianza con le ben co-
nosciute Gallinellej sebbene non sieno tanto acquatici, e più volentieri soggiornino fra
1 erbe palustri, nei prati inondati e nelle risaje. Abitano in climi più meridionali. Geo-
graficaraente il genere spetta al continente antico e aile Isole Oceaniche. Si nutrono delle