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 S.  olivacea;  superciliisj pectorej tectricibusque alarum inferioribus flavis; remigum secunda  
 quintam subaeqliantej sextam multo excedente ;  cauda emarginata. 
 SYLVIA  icterina, Vieill. Nouv. Diet. Hist. Nat. XI.  p.  194.  Id. Enc. Meth. Orn. II. p. 421. sp. 20. 
 J L   indiyiduo  qui  efïïgiato  fu  ucciso  nelle paludi  d’Ostia  dall’egregio  Signor Cantraine  
 Conseryatore  del  Museo  Zoologico  di Leida  in  una  delle  corse  scientifiche  che  
 facemmo  séco  al principiare  dell’Aprile  scorso.  Ci  fu  facile il  yedere  ch’esso non  appar-  
 teneya  ad  alcuna  delle  Sylviae  famigliari  agli  Omitologi,  e  l’ayremmo  dato  fuori  come  
 nuoya  specie,  applicandole  il  nome  di  Sylvia Cantrainii  in  onore  del  benemerito  
 scuopritore,  se  non  ayessimo  riconosciuto una  stretta  relazione fra  i. caratteri  ch’esso  ci  
 presentaya  e  quelli  che  attribuisce  il Vieillot  alla  sua Sylvia ic terin amessa  in  dimen-  
 ticanza  da  tutti  gli  altri. 
 Quest’autore  nelle  sue  yarie  opéré,  e segnatamente nell’Enciclopedia,  oye  ha incor-  
 porato  quasi  tutti  gli  altri  suoi  layori  omitologici,  ayyerte  essere  tre  le  specie francesi  
 di Sylviae gialle  (fauvettes  jaunes)  cioè  S. polyglottaj  S.jlaveoluj e S  .icterina.  La prima  
 corrisponde alla S. hippolais degli  autori,  la  seconda ci è  affatto  ignota, la terza  è  quella  
 a  cui  siamo  di  parère  che  spetti  la  Sylvia  del  Signor  Cantraine. E yero  che  il Vieillot  
 è  alquanto  confuso  nel  riferire  le  proporzioni  delle  remiganti,  ma  la  descrizione  che  
 ne  dà  è  del  resto  chiara  abbastanza.  Bisogna  dire  altresi,  che  egli  attribuisce  alla, sua  
 S.flaveola e non alla S. icterina quelle abitudini  d’uccello palustre che ha la nostra Sylvia  
 d’Ostia.  Si tratta  perô  d’animali  di  cui  l’autore  francese  conobbe soltanto  le  spoglie,  e  
 non  sarebbe  gran  fatto  ch’egli  avesse  scambiato  i  costumi  dell’uno  con  quelli dell’al-  
 tro.  Del  rimanente, se l’esemplare  di  cui dice  il Vieillot si  conserva tutt’ora  nel Museo  
 di Parigi, non sarà  difficile  il yerificare se esso  corrisponde realmente  alla Sylvia  d’Ostia  
 corne  noi  pretendiamo,  e  basterà  osservare  solamente  la  coda  che  il  Vieillot  non  de-  
 scrive.  L’individuo  che  abbiamo  avuto  nelle  mani  yerrà  deposto  dal  Signor  Cantraine  
 nella  collezione  ornitologica  del  Museo  di  Leida. 
 Convien  credere  ch^  la  nostra  S.  icterina  sia  rarissima,  e  che  visit!  di, passo  insie-  
 me  con  altri  uccelli  congeneri  i campi  acquitrinosi  del nostro  littorale,  oye  sono  estesi  
 tratti  coperti  di  cannucce  e  di  giunchi,  fra  cui  si  nasconde.  La  singolarità  che  la  distingue  
 da  tutte  le  altre  Silvie  palustri  si  è  la  forma  della  coda  ch’è  smarginata,  cioè  
 con  le  penne  di  mezzo più brevi, mentre  tutte  le  altre  l ’hanno  attondata,  anzi perfino  
 graduata.  In  questo e  nella  distribuzione  e nella viyezza  dei  colori  somiglia un poco  ai  
 Lui j cioè  aile  Sylviae del  sottogenere Phillopseusta ;  i costumi perô, la statura,  la  forma  
 del  becco  e  quella  delle  timoniere  sono  cose  affatto  diverse.  S’ayyicina anche  più  alla