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 in  tutta  la  Spagna;  la  sarda  (Pyrgita  salicaria, Vieillîjpdelle  isole  mediterranee ;  il  grazioso  
 Mattusino o Cieculino (Pyrgita montana, Cuv.)  popola  le campagne,  nè  mai  s’inurba.  
 Il  Passera  montanaro  o  della  fava  gialla  (Petronia  slulta,  Bp.)  .in  ottobre  discende  à  
 branchetti  dai nostri monti attenendosi ordinariamente alla  collina.  11  comunissimo  Verdone  
 (Chlorospiza  chloris,  Bp.)  viene  copiosamente  dal  settentrione  in  autunno,  e molti restan  
 quivi  la  state  abbrancandosi  per  le  panicaie  e  le  canapine  ove  loro  si  tendono  reti :  
 del  Yerdone  bastardo  (Chlorospisa  incerta,  Bp.)  poco  sannosi  le  abitudini,.  perché  in  
 Italia  e  in  qualunque  parte  è  rarissimo.  n  grazioso  Verzellino  o  Rapaiuolo  (Serinus  me-  
 ridionalis,  Brehm)  nei  suoi  mitissimi  e  graziosi  costumi  non  ha a grado se non temperati  
 climi.  11  raro  Yenturone  di  Provenza  (Cilrinella  serinus,  Bp.)  mai  mostrasi  nell’Italia  
 media  e  meridionale,  e  solo  d’ inverno  nella  settentrionale,  ritirandosi  a  nidificare  nei  
 folti  boschi  dei  monti.  E  qui. per  affinité  registriamo il  Canario  (Fringilla  canaria, L.)  il  
 quale  se  non  è  indigeno  si  ammira  per  tutto  dimestico  con  tanto  studio  ammaestrato  
 al  canto,  e  fatto  nidificare  non  men  tra  le  lucenti  aule,  che  nelle  modeste  case  e  nei  
 silenziosi  claustri.  La  socievolissima  Lecora  o  Lucarino (Chrysomilris  spinus,  Boie)  sola-  
 mente  di  tempo  in  tempo  viene  a  larghi  branchi.  11  Cardello  (Carduelis  elegans,  Steph.)  
 vivace  ornamento  delle  nostre  campagne,  si  piglia  nell’ottobre  coi  Fringueili  e  alla  
 Caccia  degli  Vcceltetti  particolarmente  nel  verno.  I  suoi  variopinti  colori  con  quelli  della  
 Pica  marina,  del  Piombino,  del  Gravolo,  del  Giallone,  dello  Storno-marino  roseo-,  del  
 Fior-rancio, del Ciufolotto e del Picchio verde,  richiamano ai moltissimi uccelli ehe spiegano  
 tanta dovizia di bellissime piume in regioni più vivificate dal sole. Una almeno delle  nordiche  
 Linarioe, o Linotoe a becco di Cardello non ancora sufficientemente studiate, ci viene a quando  
 a  quaqdo  a  branchetti  nell’inverno,  sotto  nome  di  Cardinaletto  nelle Marche  e  di  Orga-  
 netto  in  Toscana :  rara  e  poco men  che  accidental è la Linota flamrostris, Bp.  (Fr. mon-  
 tium,  Gm.):  il  Fanelio  poi  (Linota  canmbina,  Bp.)  costituisce  col  Cardello  la  principal  
 Caccia degli  Vcceltetti.  Sempre più convinti non doversi tener da poco  il color negli Uccelli,  
 ci  è  gradevole lo sfumato  rosseggiar  delle  piume  richiami  dalle Linotoe  aile Erythrospizoe  
 di  cui  vengono  accidentali,  da  mezzogiorno  la  E.  githaginea,  Bp.  e  da  settentrione  la  
 piu  tipica  E.  erythrina,  Bp.  Per  esse  c’ intromettiamo  mirabilmente  nella  ultima Sottofa-  
 miglia  dei  Loxini.  Primo  è  il  montagnuolo  Ciufolotto  o  Fringuello  marine  (Pyrrhula  
 vulgaris,  Br.)  tanto  bello  quanto  educabile  al  canto  e  alla  pronunzia  di  articolati  suoni.  
 Veramente  rarissimo  è  lo  Snocciolatore  (Corythus  enucleator,  Cuv;).-  Assai  men  raro  il  
 Crocione  o  Becco  in  croce  (Loxia  curvirostra,  L.)  irregolarmente  passeggiero;  v’ha  
 qualche  raro  esempio  del  congenere  L.  pytiopsitlacus,  L. ;  niuno  perô  della  terza  specie  
 europea  L.  bifasciata,  Brehm,  ( L.  toenioptera,  Gloger). 
 Terminate  cosi la Sezione degli  Ambulatori,  tacendo di due  forestieri Famiglie,  legame  
 aile  prime  delle  otto dei Scansori,  nominiam soltanto  le  due ( 2 .a e  3 .*)  contenenti  Uccëliï  
 italiani.  Ha  dato  nome  ai  Cuculidi,  il  proverbiato  Cuccù  ( Cuculus  canorus,  L. )  de’ cui  
 stram costumi è palesemente conosciuto; e della cui Sottofamiglia registriam pure il rarissimo  
 ciuffuto  Oxylophus  glandarius,  Sw.  appo noi côlto perfin  nidificante.  Sta primo  fra  i Picidi  
 il  lezioso  Torcicollo  (Y u n x   torquilla,  L.)  tipo  di  una  Sottofamiglia  ehe  tien  quasi  il  
 mezzo  tra  i  Picidi  e  i  Cuculidi,  corne  T altra  esotica  dei  Picumnini  tra  quelli  e  i  Buc-  
 comdi.  Abbiam  fra  i  Picini,  il  comunissimo  Picchio  verde  (Getims  viridis,  Boie);  il  
 Picchio  nero  (Dryocopus  martius,  Boie)/;che  scende  radissimamente  dalle  alpine  bosca-  
 glie;  il  non  men  raro  Picchio  dalmatico  ( Picus  leuconolus,  Bechst. ) ,  il  comune  Picchio  
 rosso  maggiore  ( Picus  major,  L. ) , il  più circoscritto Picchio cardinale (Picus médius, L.),  
 e  il  frequente  Picchietto  ( Picus  minor,  L. ).  Chiudiam  coi  Picidi  1’  Ordine dei  Passeri ehe 
 continuandosi  per le straniere Famiglie dei Bucconidi, dei  Capilonidi,  dei  Galbulidi, giunge  
 per  mezzo  dei  Trogonidi alla  sua  ultima dei Musophagidi,  ehe sono  all’Ordine  de’ Piccioni  
 non  debole  anello. 
 L’Ordine  dei  Piccioni  nelle  sue  poche  specie  ci  somministra  in  grandissima copia,  il  
 Palombaccio  (Columba  palumbus,  L.)  di  cui a schioppo e a rete suoi farsi abbondevolissima  
 preda  nelle  due  più  temperate  stagioni :  la  Palombella  (Columba  amas,  L.)  poco  minore  
 di  mole  e  di  numéro:  la  Palomba  di  Torre  (Columba  lima,  Briss.)  fissata  quasi  dome-  
 sticamente  anche  nelle  stesse  città;  tipo,  forse  con  qualche  incrociamento,  di  tutte  le  
 razze  tenute  in  familiarità;  e  la  lasciva  Tortorella  ( Turtur  auritus,  Ray)  grata  al  cac-  
 ciatore,  chè  ripiglia  da  essa  nei  cuor  della  state  il  diletto  dei  venatori  passatempi. 
 Air Ordine  utilissimo  delle  Gâlline  scendiamo  assai  gradatamente  trovando  subito  la  
 famiglia  dei  Pteroclidi  ehe  hanno  dei  Piccioni  il  portamento  le  ali  Iunghe  e  il  volo.  
 Possiam  noverare  in  essa  due  specie,  la  Grandule  ( Pterocles  alchata,  Licht.)  è la Ganga  
 ( Pterocles  arenarius,  Temm. )  perché  questi  uccelli  asiatici ed affricani abitan  pure, quan-  
 lunque  in  picciol  numéro,  la  Spagna  e  la  calda  Sicilia,  d’onde  qualche  raro  individuo  
 émigra  aile  spiagge  occidentali  dell’ Italia  settentrionale.  Seguirebbero,  se  fossero  ac-  
 certate  Gallinoe,  i  Chionididi  traspiantati  d’uno  in  altr’ Ordine,  ehe  i  Thinocorini  ben  
 collegano  coi  Pteroclidi;  quindi  i  Megapodidi  stravaganti  nei  costumi,  e  i  Penelopidi,  
 ma  niuna  di  esse  tre  Famiglie  alberga  la  nostra  parte  di  mondo.  La  stessa  dei  Pha-  
 sianidi  appena  puô  dirsi  nostrale,  perché  il  Fagiano  (Phasianus  colchicus,  L.)  solo  a  
 rappresentarla,  non  vive  salvatico  ehe in Corsica,  e  forse  portatovi.  Riproducesi è vero in  
 molti  serragli  copiosamente,  ma  se  questa  fosse  ragione  bastevole dovrebbonsi  con egual  
 dritto  ritenere  italiane  le  varie  specie  di  pollaio,  provida  risorsa  della  domestica  econo-  
 mia,  spettanti  alla  stessa Famiglia:  queste  sono corne altrove,  il Gallo (Gallus  gallinaceus,  
 Pall.) originario  dell’Indie  orientali ; il Pavone (Pavo cristatus, L.) delle medesime regioni ;  
 il  Gallinaccio  (Meleagris  gallopavo, L.)  assolutamente  dalla  sola  America  venuto,  benchè  
 il  nome  Gallo  d’ india  conforti  la  opinione  di  chi  lo  contende;  e  l’affricana  Gallina  di  
 Faraone  ( Numida  meleagris,  L.).  Il  salvaggiume  italiano  di  quest’Ordine  appartien  tutto  
 alla  Famiglia  dei  Tetraonidi.  Il  rarissimo Francolino  (Francolinus  vulgaris,  Br.)  è rilegato  
 solamente in  particolari  luoghi della Sicilia,  forse diverso di specie dal più comune d’Oriente  
 generalmente  figurato  in  sua  vece.  La  Perdix  petrosa,  Lath.,  tanto  copiosa  in  Sardegna  
 non  si  vede  per  la  vicina  Corsica  e  dentro  il  continente  italiano.  Riducesi  dunque  fra  i  
 Perdidni  alla  montana  Pernice  (Perdix  rubra,  Br.);  alla  Coturnice  {Perdix groeca,  Br-)  
 ehe  anch’essa  ha  nome  Pernice,  spezialmente  in  Roma,  e  quello  prende  di  Coturnice  
 nelle poche  città  ove  si  portano  ambedue,  quasi  mai  avvenéndo  vivano  nelle  stesse  con-  
 trade  l’una  escludendo  l’altra:  alla  Starna  (Starna  cinerea,  Bp.)  meno  abbondante  ehe  
 in  altri  paesi  d’Europa:  e  alla  Quaglia  {Coturnix  communis,  Bonn.  )  ehe  offre  pingue  e  
 dilettevolissima  cacciagione  nei settembre,  ed  in  cotanta  copia  nei  Maggio da compensare  
 la  pochezza  degli  altri  Uccelli;  ciô  in  onta  alla improvvida legge  che proibendo mezzi  di  
 minor  distruzione,  quello  autorizza  delle  ragne  in  riva  al  mare,  dentro  le  quali  al  
 primo  approdare  danno  a  migliaia  a  migliaia  stanche  del  volo  lunghissimo.  Noi  pure  ci  
 uniamo al voto universale  perché  sia  altrimenti  statuito,  nè  più  si  voglia  l’onesto  piacere  
 di  molti  all’ util  di  pochi  sacrificare.  L’Italia  è  poverissima  della  Sottofamiglia  Tetraonini  
 trovandosene  assai  radamente  al  solo  settentrione  sviati  individui  delle  poche  specie  che  
 stanno  dentro  il  cerchio  delle Alpi,  cioè  la  Pernice di montagna ( Lagopus mutus, Steph.),  
 l’Urogallo  ( Tetrao  urogallus,  L.),  il  Fagiano  di  monte  {Tetrao  tetrix,  L.)  pur  côlto  
 sull’Appennino,  e  il  Francolino  di  monte  (Bonasia  betulina,  Bp.),  ehe  han  fatto  dire  vi-  
 vessero  colassù  Fagiani  e  perfin  Francolini.  La  tridattile  Turnix  andalusica,  Bonn.,  ehe