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 tutt’i  luoghi  suburbani,  nelle  vigne,  nelle  ville,  nei  giardini  si  veggono  congregati  
 a  branchi  nnmerosi.  In  quell’epoca  si  sente  da  ogni  parte  il  maschio  che  invita  la  
 femmina  con  un  fischio  prolungato e patetico,  al  quale fa succedere  il suo  verso ricco  
 di variate  e soavi modulazioni.  Svolazzano fra  i rami  degli  alberi,,e sembra  che visitino  
 attentamente  ad  una  ad  una le  gemme,  forse  beccando  le  loro  squamette  o  cercando  
 i  bruchi  che  vi  si  nascondono.  Le  società  formate  da  principio  si  sciolgono  sticcessi-  
 vamente  perché  mold  individui  proseguono  i  loro  viaggi,  ed  altri  riuniti  a  coppie si  
 spargono  qua  e  là  per  attendere  alla  propagazione.  Fissano  il  nido  sugli  alberi  da  
 frutto,  sui  gelsi,  sui  rami  inferiori  dei  cipressi,  e  lo  compongono  di  pagliuzze  e  di  
 steli  sottilissimi  all’ esterno,  e  internamente  di lana,  di  crini e di piume,  dandogli una  
 forma  pochissimo  incavata.  Depongono  fino  a  sei  uovà  per  volta  nell’aprile  e  nel  
 maggio.  Il  guscio  di  queste  uova  è  sottile,  di colore  cenericcio chiaro  segnato per tutta  
 la  meta  inferiore  di  spruzzi  e  macchie  d’un  violaceo  dilavato,  miste  con  altre  mac-  
 chiette  nerastre,  alcune  delle  quali  sono  disposte  a  corona  verso  l’estremità più  ottüsa.  
 I  Verzellini  non  sono  punto  astuti  o  diffidenti.  D’autunno  mold  ne  restano  cold  al  
 Paretajo  ed  al  Roccolo  insieme  coi  Fringuelli.  Con  le  red  aperte  si  prendono  pure  
 di  primavera  unitamente  ai  Cardellini  e  ai  Lucarini  nei  praticelli  dei  luoghi  suburbani  
 in  cui  fiorisce  copiosamente  la  Beilis  perennis:  per  la  quale  particolarità  questa  
 si  chiama  la Caccia del Fioretto.  Per  attrarli  si  usa  attaccare in mezzo  alia  tesa  qual-  
 che  uccelletto  vivo  della  loro  specie,  e  spargere in terra  pochi  rami  d’olmo  con fiori  
 o  con  frutti. 
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