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 smarginala, il becco sottile  e  simile  a  quell o  della Sylvia palustris, non  gia  lungo, largo  
 e depresso, le remiganti  men  larghe  la  fanno  distinguere  bastantemente  da  quella.  Ab-  
 biamo  fatto  efhgiare  l’una  e T.altra  in  una  stessa  tayola,  affinchA. meglio  appariscano  
 siffatte  differenze. 
 Fra  le  suddivisioni  del  genere  Sylvia  ci  sembra  che  la  nostra  specie,  quantunque  
 s’accosti  moltissimo  alle Sylviae  piu  normali,  non  possa  collocarsi  debitamente in altro  
 posto fuori  che nel gruppo  stabilito  dal Professor  Sayi  sotto  il  nome  di Macroramphae.  
 Facendosi  questo  pero bisogriera inodificare  i  caratteri,  che  secondo  questo  autore  cir-  
 coscriyono  il  detto  gruppo;  anzi  noi  saremmo  inclinati  a  dilatarne  i  confini  di  fanto  
 da  riunire  sotto  di  esso  anche  le  Sylviae  dette  Laticaudae  dal  Sayi  per  formarne  un  
 sottogenere,  cui  si  potra  imporre  il  nome  di  Calamodyta  usato  dal Meyer  per  tutte  le  
 Sylviae  palustri. 
 La  descrizione  della  nostra  S. icterina e  la seguente: 
 Lunghezza  totale  cinque pollici  e  un  quarto.  Il becco lungo cinque  linee b fosco  di  
 sopra,  giallo  lungo  l’angolo  del  mento.  Il  color  generale  dell’uccello  nelle parti  supe-  
 riori  e yerde  d’oliya scuro, ma le piume  sono  di color di piombo  alia  base,  il  groppone  
 tende  un  poco  al giallastro:  le  linee  superc.iliari  sono  gialle,  le  guancie  biancastre  ten-  
 denti al giallo, e cosi  pure  la  gola e  il  petto:  il  resto  della parte inferiore  e  quasi  bianco, 
   ma  con  le  piume  piombine alia  base.  Le ali,  che  son  lunghe  due  pollici e mezzo,  
 e  piegate  giungono  appena  a un  pollice  di  distanza  dall’apice  della coda, presentano lo  
 stesso  colore  del  dorso;  ma  tanto  le  penne  maggiori,  quanto  le  minori  sono  oscurette  
 coi soli margini oliyacei; le  cuopritrici inferiori delle ali sono gialle: la prima remigante  
 (per altri penna spuria)  e lunga otto linee;  la seconda  (prima pel Vieillot)  b  quasi uguale  
 alia  quinta  e molto  piu  lunga  della  sesta;  la  terza  e  la  quarta  sono  le  piu  lunghe  di  
 tutte, ma pure  superano  di  poco la seconda  e  la  quinta.  La coda  b  lunga  due  pollici,  
 le  sue  penne  (direttrici o timoniere  che  dir si yogliano)  sono  simili  alle penne maestre  
 delle  ali.  I  piedi  sono  bruni,  e  le unghie  fosche:  il  tarso  ha  poco  piu  d’ otto  linee  di  
 lunghezza. 
 B E C C A F I C O   C A N A P I N O 
 S. cinereo-olivacea subtus pallide flava; superciliis flavis: rostro depresso; naribus rotundatis:  
 cauda subtruncataj rectricibus extimis omnium brevissimis. 
 MOTACILLA  hippolais,  Linn.  Faun.  Suec. p. 90. sp. 348.  (excl. descr.)  Gmel. Syst. 1. p. 9Ç4. sp. 7.  
 motacilla salicaria, Reiz, Faun.  Suec. p. 355. sp. 337. nee L in n . 
 Sylvia  hippolais,  JYilss-  Orn.  Suec.  1. p. 219. sp.  io5.  L a th i  Ind. Orn.  I I .  p. 607.  sp.  4.  nee Anglorum  
 recentiorum.  W o lf  et M eyer,  Tasch.  1.  p. 246.  sp. 30.  Temm.  Man. Orn. 1. p. 332.  Brehm,  
 Lehrb, 1. p. 369.  Savi, Orn. Tose. 1. p. 387. 
 SYLVIA POLYGLOTTA,  V ie ill. Nouv. D iet. X I .  p. 20ol  Id .  E n c. Meth. Orn.  I I .  p. 4x3.  sp.  6.  p i. 96.  fig. 1. 
 Roux, Orn. Provenc. 1. p .p lß . tav. 224.  (male.) 
 CANNEVAROLA, A ld r .  Orn.  I I .  p. 754. 
 .... CURROCA  ARÖNDINACEA, Briss. Orn.  I I I .  p. 378. 
 BECCAFICO  CANAPINO,  O lin a,  Ücc. p. 11. 
 CANAParola,  S t. d. Ucc.  t..5ÿ*.fig. l. (male)  
 grand podillot,  Cuv. Regn. A n im . l. p. 3o5.  
 fauvette des roseaux, B u jf.p l.  enl. 581. fig. 3. nee Hist. Ois. 
 petite  fauvette  a poitrine jaune,  Sonn. Buff.  Ois. X X . p. 86.  Gerardin,  T a ll. E lem .  i. p. 3o5. sp.  ig.  
 pettychaps,  Penji. Br.  Zool. 1. p. 376. sp. i 4g.  nee  Lath. Syn; 
 LESSER pettychaps, Lath.  Syn. I F . p . ^ 1^ . sp. 3.*  Id .  Gen. Hist. V I I .  p. 12.  sp. 6. (evidenter  cum  aliqua-  
 Phyllopseusta  confusa.) 
 BASTARD NACHTIGALL, Bechst. N a t. Deutschl. A u fl.  I I I .   B. p.553, 
 GELBAUCHIGER SAUGER,  Bechst. Tasch. Deutschl.  I I I .  p. 173. sp. 10. 
 3N[on ayremmo  dato luogo alia Sylvia hippolais in questa  nostra Iconografia, se  non  
 fosse  stata  l’opportunità  d’istituime  il  confronto  coll’altra  specie  di  Sylvia  presso  alia  
 quale  1’abbiamo fatta  effigiare.  Ed  in  yero,  benchè  sia  stata  confusa  dagli  autori  del  
 secolo scorso  con  altri  uccelli  anche  del  tutto  dissimili,  Vhippolais b conosciuta in  oggi  
 dai  Zoologi  con  tal  certezza  da  non  abbisognare  d’iliustrazione  speciale.  La  sola  cosa  
 che  meriti  d’esser  richiamata  a  nuoyo  esame  si  è  il  posto da assegnarsi  ad  essa  fra le  
 suddiyisioni  naturali  del  genere  Sylvia.  Alcuni Zoologi  per  quel  suo  color  yerde  s’in-  
 dussero  a  collocarla nel gruppo  il  cui tipo  è  la  Sylvia  troehilus. di Linneo,  e forse  questo  
 ha  contribuito  a  far  cadere  altri  autori  nell’errore  di  chiamare  hippolais  una  delle  
 vere Phillopseustae.  Ma in  questo  gruppo. certamente  essa  non  puo  rimanere.  Il  becco  
 lungo  e  dilatato,  le narici attondate  ed aperte,  la  fronte  strettamente  acuminata,  i  piedi  
 piuttosto  grossi,  la  coda  quasi troncata,  formano un tal complesso  di  caratteri,  che  questa  
 specie  si  mérita  di  restar  isolata  per  costituire un sottogenere  da  denominarsi Hippolais. 
   Che  se  si  yolesse  associare  ad  ogni  costo  con  altre  specie,  e non  curare le sue  
 abitudini,  che  non  sono  aquatiche,  men  male  sarebbe  imitare  il  Professor Paolo  Sayi,  
 che 1’ha riunita  a  quel gruppo di Sylviae ch  egli denomina Macroramphae. 
 Quali  sieno  i  caratteri  che  présenta  la  Sylvia  hippolais  si  yedrà  dalla  descrizione  
 ehe  segue: