PLECOTDS AURITÜS,
i tropici. Tutti i Vespertilionini sono crepuscolari: tutti ingojano insetti, e spezialmente
le notturne Falene procréatrici d’innumerabili dannosi bruchi, le quali usano di gher-
mire a volo più nel cominciare che nel folto della notte, Perciö non comprendiamo
il perché i contadini in luogo di amarli abbianli per segnal di siuistri. Tanto è certo
che brutte forme fan troppo ingiustamente travolgere nelle menti idiote quella massi-
ma che soltanto si avvera nella sua semplicità;
Pulchrior est pulchro yeniens in corpore yirtus.
Tutti volano incertamente con singolare e timido corso. Li puoi quasi dir le Rondini
della notte; perché di giorno distruggon quelle gl’insetti, han quasi simile il volo, e
sono ugualmente difficili a ripigliarlo se una volta tocchino il suolo. Tutti sogliono ri-
posar penzoloni attaccando sull’alto gli uncinetti de’piedi posteriori, e ammantati di
loro ali passano cosi le intere invernate contenti del proprio tepore. E fin l’antichissimo
Oûiéro ebbe osservato che rifugiati nelle grotte e congiungentisi l’uno con l’altro, mercè
sempre dei piedi, formano una catena di loro stessi ; al cui romoroso discioglimento
rassomigliö nella dotta Qdissea le schiere delle anime cacciate da Mercurio agli Elisi.
Non tutti perö syernano entro le cayerne; perché alcuni si ficcano ne’tronchi degli al-
beri; altri si cacciano nelle fenditure delle antiche royinose pareti. Son pure alcuni
più solleciti, altri più tardivi ad uscir nell’ aperto ; e secondo le differenti specie sono
diyersamente prolifici. Si difendono coraggiosamente ; e se insiem li racchiudi si mor-
dono senza pietà, con perdita dei loro denti che tanto interessano ai naturalisti. A nozze
non yanno che con una sola. Le feminine poi amano con tenerezza grande i lor piccoli
lattanti alle poppe ; di che una yeridica pittura ci ha dato Plinio, quando a quel luogo
sola volucrum lade nutritj ubera admovens^ aggiunse geminos volitat amplexa infantes ;
mentre coloro si attaccano fortemente cogli uncini delle ali alle madri, ed esse li tras-
portano a yolo : pittura più tenera in yero di qualunque simulacre di materna carità.
V’ha pure alcune specie, le di cui femmine sogliono insiem congregarsi per educare
la proie.
Ginque sono i generi che ammettiamo in detta sottofamiglia dei Vespertilionini:
i. Plecotus * Geoffr. distinto dagli altri pel muso allungato, e per le örecchie grandissime,
assai più lunghe che larghe, sottili, col trago lungo ed angusto, riunite alla base.
Ha gli occhi assai yisibili. I suoi denti consistono in quattro incisiyi di sopra, sei di
sotto, in quattro canini, uno per lato in ciascuna mascella, in cinque molari per banda
nella superiore, in sei per banda nella inferiore, cioé trentasei in tutto; esistendo sei falsi
molari, due per parte nella mascella inferiore, uno nella superiore : i due incisiyi medii
son molto più grandi degli esterni, i canini allungati, acuti, angolati, contigui agli altri
denti; i molari profondamente scannellati a punte acute. Suo tipo è il Vespertilio auritus
di Linneo; e sei altre specie si comprendono in esso. — 2. Barbastellus^ .Gray, çon le
örecchie grandi, confluenti sulla fronte, ma più lunghe appena che larghe; col muso
breye, con gli occhi piccolissimi, coperti; con trentaquattro denti, non ayendo che soli
quattro falsi molari, uno cioé per parte in ambo le mascelle : i due incisiyi medii supe-
xiori poco più grandi degli esterni, i canini breyi, contigui agli altri denti; i molari a
punte non tanto acute. Tipo e sola specie finora n’è il Vespertilio barbastellus, Schreb.
che non si deye in aleun modo associare co’Plecoti, analoghi ai Vespertilioni genuini,
essendo egli più affine ai yeri Pipistrelli che ad essi. — 3 . NjcticejuSj Rafinesque; il
quäle, quando sia ristretto ne’suoi proprj confini, non sappiamo in che differisca dal
Lasiurus di F. Cuyier. Ha due soli incisiyi superiori, separatissimi tra loro, contigui ai
canini, sei inferiori, lobati; un falso molare per parte in ciascuna mascella : i canini ro-
busti: le örecchie breyi, disgiunte, terminate anteriormente in una linguetta orizzon-
tale, col trago semilunare o lesiniforme. Tipo n’è il Vespertitio lasiurus d America: pa-
recchie altre specie se ne trovano nel nuovo e nell’antico mon do. Vespertilio jGeoiîr.
che ha quattro denti incisiyi al di sopra, i laterali combacianti co’ canini inferiori, e sei
incisiyi al di sotto; appajati quelli, cilindxiei, ed acuti; questi addensati e muniti di
due lobi direlti all’innanzi: i molari a punte più 0 meno acute sono ar quattro, or cinque,
or sei al di sopra, e cinque o sei al di sotto, per banda; ha cosi trentadue, trentaquattro,
trentasei, o trent’ otto denti, secondo che yi sono due, uno, o mun falso molare
in ciascun lato della mascella superiore, uno o due per parte nella inferiore : le
örecchie ha laterali e assai disgiunte tra loro, col trago semplice: gli occhi o piccoli
o piccolissimi. Suo tipo è il Vespertilio murinusA L. : ben cinquanta sono le sue specie
tra’due emisferi. - 5. Furia* Fred. Cuvier, che proponiam di appellate Furipterus perché
il norne Ftiria fu adoperato da Linneo in senso affatto diverso. Ha il muso schiac-
ciato, e ruvido di rigidi peli, gli occhi grandi e protuberanti, le örecchie larghe, col
trago cruciforme; quattro incisiyi di sopra eguali tra loro, ed acuti, gli esterai dei quali
non hanno alcuna relazione con li canini inferiori ; gl’ incisiyi di sotto collocati regolar-
mente ad arco e trifidi; i canini superiori robust! e tricuspidi; gl’ inferiori cilindrici: un
falso molare per banda di sopra, e due di sotto: la fisonomia orrida in fine per la strana
disposizione delle ossa del capo. Suo tipo è la F aria harrens del fondatore, specie ame-
ricana ed unica fin qui. , . , .
Venendo al Plecotus: chi nol riconosceria genere, considerando la stravagante gran-
dezza di un organo cosi essenziale, qu,al’è quel delle örecchie? Suoi ravvolgerle in diverse
eleganti volute a suo piacere; e quando dorme le uasconde ripiegate solto le
ascelle lasciando i traghi isolati e pendenti all’ ingiù: per la quai facoltà gli si compose
il nome dal greco. Vive, come il dimostra l'acutissima dentatura, di soli insetti; è molto
dedito al ritiro ed alla solitudine. Oltre le due specie nostrali ehe andiamo a descrivere
meritano special menzione.il Plecotus cornutus di Faber. del settentrione di Europa,scu-
rissimo di colore, e singolare per la lunghezza de’traghi paragonati a due corna; e i_
megalotis* Rafinesque, di America, i cui traghi son tanto ancora più lunghi ehe quasi
giungono aile estremità delle ingenti örecchie. . . . . .
Il Plecotus auritus* unica Linneana specie del genere, scarseggia d’m dmdui, quan-
tunque sparso dall’ oriente all’ occidente di Europa, nei paesi freddi ugualmente ehe
nei caldi, Vive nell’interno dei luoghi abitati, e nelle stesse città.domiciliando nelle S o ffitte
de’tetti, ne’vecchi muri delle torri, e ne’campanile Tramanda una voce assai ho-
ca- ma se lo tormenti mette un grido chiaro ed acuto.
’Ha la fronte depressa, il muso largo, sporgente oltre le örecchie poco meno della
metà della lunghezza del capo, il naso schiacciato con superficial solco nel mezzo, e
coi seni delle narici tanto profond! e dilatati nella parte superiore, ehe l'animale par
ehe abbia due fori nasali per handa. E’ apertura della bocca non men larga ehe hinga,
giunge fin sotto l’occhio: gli occhi sono grandi, protuberanti, assai mamfesti, vicims-
simi alle örecchie, sulla stessa linea dell’ attaccatura superiore del trago, e tanto dis
ta n t tra loro quanto ciascun di essi dalla punta del naso ; folte, lunghe, e rigide hanno
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