prende precisamente i due gruppi del Cuvier Motacilla e Budytes. Riunita al genere An-
thus compoue la sottofamiglia Motacillinaej appartenente alia gran famiglia Sylvidaej la
qual sottofamiglia accenna un passaggio dalle Sylvidae verso le Alaudinae pei legami che
hanno fra loro Anlhus e Alauda; perché infatti laddove le Motacillae restano abbellite
dai soliti colori delle altre Sylvidaej gli Anihi\ che per le forme sono inseparabili da
esse, hanno 1’unghia del pollice e un sistema di coloramento analogo a quello delle Lo-
dole. Del rimanente il becco delle Motacillae è anche più sottile di quello che suole
generalmente nelle Sylvidae; la coda assai lunga soggetta a rapidi moti le rende singo-
lari fra i gruppi affini ; le zampe lunghette, e sopratutto le ultime remiganti secondarie
acute, e non già smarginate come quelle delle Lodole, estese in guisa che una d’esse
uguaglia la lunghezza dell’ala ripiegata, danno loro un’ aspetto qualche poco simile a
quello degli Uccelli dell’ ordine Grallae.
S’ incontrano in tutte le specie del genere le condizioni seguenti. Becco lungo
quanto il capo, sottile, retto, lesiniforme, trigono superiormente verso la base, quasi
terete verso l’apice ; mandibola superiore alquanto intaccata di qua e di là dall’ apice,
ch’ è appena leggermente incurvato ; mandibola inferiore retta con gli orli compressi.
Narici prossime alla cavezza, ovali, coperte per metà da una membrana, nude. Lingua
cartilaginea, sagittiforme, assottigliata verso l ’apice, ch’ è troncato e lacero. Tronco
svelto. Ali mediocri, fortemente incavate: remiganti in numéro di diecinove; la prima
appena visibile, la seconda la terza e la quarta quasi uguali fra loro, e più lunghe delle
primarie seguenti; le secondarie esteriori brevi, troncate, coll’ orlo terminale qualche
poco rientrante nel mezzo, le tre interiors assottigliate verso l ’apice, ch’è intiero, l’an-
tipenultima presso a poco uguale in lunghezza alla seconda remigante primaria. Coda
assai lunga, uguale, troncata, anzi rotondata in alcune specie esotiche, larga, composta
di dodici direttrici. Piedi graciletti: tarsi scudettati, due volte più lunghi del dito medio,
che eccede la lunghezza degli altri, ed alla base è unito con l’esterno : dito interno li-
bero, lungo quasi quanto l ’esterno e poco più del pollice, ch’è il più grosso di tutti. IJn-
ghie brevi, compresse, curvate, sottili ed aguzze; quella del pollice maggiore delle altre.
Gli uccelli di questo genere sono tinti di giallo e di cinereo-verdastro, oppure di
bianco di cinereo e di nero. Mutano le penne due volte all’ anno con assumere colori
diversi nel capo e sotto la gola. Poco differiscono i sessi nella vecchiézza, più nell’ età
media, specialmente d’estate. I giovani non rassomigliano gran fatto agli adulti.
Le varie specie sono sparse nell’Europa, nell’Asia, nell’Africa, nell’Oceanica, non
pero nell’America. Volano a riprese abbassandosi e risalendo alternativamente, e sogliono
accompagnare i lanci del lor volo con un breve fischio. Fermati a terra agitano di
tratto in tratto la coda : corrono celeremente saltellando : non si posano di frequente sui
rami degli alberi o su gli sterpi, massime duranle il giorno. Si nutrono d’ insetti o di
vermicciuoli : e vanno a cercare questi lor cibi nei campi solcati di fresco, presso i ri-
cettacoli delle acque, e sopratutto nei pascoli intomo agli armenti ; soggiornano sempre
in luoghi aperti, o scarsamente vestiti di cespugli. Non fanno mai il nido sugli alberi.
Abbiamo già accennato che nella nostra Motacilla restano compresi i due gruppi del
Cuvier Motacilla e Budytes. Ora aggiungeremo ch’essi ci sembrano degni d’esser conser-
vati come divisioni subordinate al genere: anzi scorgiamo varie differenze fra i caratteri
fisici e morali dell’ uno e dell’ altro gruppo, oltre quell’ unica cui s’ appoggia il Cuvier
medesimo per separarli. E qui cade in acconcio il rilevare che quest’ autore ha seguito
poco esattamente i suoi stessi principj nel collocamento della Motacilla ch’ egli chiama
boarula insieme con molti altri (e la quale non essendo la boarula di Linneo dovra dirsi
piuttosto col Pallas Motacilla melanope), perche egli l’inserisce fra le Budytes,, forse ingra-
zia del color giallo, laddove avrebbe dovuto lasciarla stare fra le Motacillae; ed in vero
e tanto normale, che meriterebbe esser proposta come esempio di quest’ultimo gruppo.
Distinguonsi le Cutrettole, vale a dire le Motacillae genuine, per l’unghia del pollice
breve e curvata, pel corpo sveltissimo, per la coda molto lunga, e per la mandibola superiore
sporgente piu dell’ inferiore. Vivono per lo piu in prati freschi, acquitrinosi,
lungo i fiumi e le fonti: non tutte emigrano al di la dei mari, o almeno molti individui
di quelle specie che cib fanno restano a svernare nelle regioni temperate dell’ Europa.
Sono poco accorte, assai famigliari coll’ uomo, cittadine, tettajuole: nidificano due volte
all’anno nelle buche delle mura, e nelle fessure delle ru p i: spesso si veggono solitarie:
non isdegnano posarsi talvolta sui rami degli alberi.
I Cutti invece, cioe le specie appartenenti al sottogenere Budytes, hanno l’unghia
del pollice lunga, poco curvata, quasi fatta a sprone come quella delle Pispole e delle
Lodole: hanno la coda men lunga, il tarso anche piu lungo che le Cutrettole, le man-
dibole uguali fra loro. Subiscono minori cambiamenti di tinte nelle lor mute periodi-
che. Vivono in prati bassi, ma sui terreno asciutto, e fra i bestiami piuttosto che intomo
alle acque. Nidificano una volta all’anno: pongono il nido in terra, fra l’erbe o fra i
cespugli bassi. Inclinano a congregarsi in brigate, sono assai piu guardinghe, ne s’acco-
stano mai ai casali, e molto meno penetrano nelle citta. Emigrano al di la dei mari, e
invadono periodicamente immensi tratti di paese, che a vicenda abbandonano del tutto,
non rimanendone alcuna a svernare in Europa.
Dei tre Cutti rappresentati nella nostra tavola solo il primo fu noto al Linneo,
che lo chiamo Motacilla flava. Brisson 1’aveva detto Motacilla verna, ed aveva dato il
nomejlava ad un’ altra specie, la quale dal Pallas fu delta in appresso M. melanope.
Accadde poi alio stesso Linneo di descrivere separalamente il giovane della sua M.
flava come specie diversa assegnandogli il nome di M. b o a r u la che quasi tutti gli
autori hanno applicato in seguito alia gia delta melanopeuccello singolare fra i con-
generi appunto perche quasi mai non circola intorno alle mandre dei buoi.
La Motacilla jlava e lunga sei pollici e mezzo ed ha nove pollici e tre quarti di
stesa d’ali. Il becco b lungo sette linee, terete, acuto, nerastro colla base della mandibola
inferiore grigio-carnicina: l’iride b fosca. Il pileo, la nuca e i lati del capo sono
d’un color piombino; le penne cigliari bianche. Dali’una e dall’altra narice ha prin-
cipio una cospicua striscia bianca, che passa sugli occhi e si stende fin verso 1 occi-
pite; un’altra striscia di tinta nerastra parte dall’angolo della bocca corre nella dire-
zione dell’ occhio, lo cinge di sopra e di sotto e si stende al di la di questo fino al-
l’orecchio. Il dorso e tinto d’olivastro che tende al giallo, col groppone e il sopracoda
sempre piu giallastri. Le penne della gola prossime al becco sono bianche, del resto
tutte le parti inferiori dell’ Uccello, comprese le piume delle tibie, sono di un bel giallo
di giunchiglia con alcune macchiette olivastre sui gozzo piu o men numerose, spesso
mancanti. La base di tutte le piume b piombina scura con lo stelo biancastro. Le ali
sono lunghe tre pollici e un quarto, e quando stanno chiuse quasi arrivano a cuoprire
un terzo della coda: le remiganti sono fosche con la base del margine interno bian-
castra, le tre piu interne lunghe, biancastre lungo il margine esterno: le picciole cuo