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 capanne,  nei buchi  delle muraglie, e più  di rado sugli alheri.  II lor  nido  è  composto  di  
 fieno  paglia  a  penne.  Depongono  dne  o tre  volte  all’anno  da  cinque  ad  otto  nova  di  
 gnscio  sottilissimo,  lunghette,  biancastre  Con  larghe  macchie  turchinicce.  Nei  corso  
 della  giornata le  Passere formano branchi più  a  men numerosi,  che s’aggirano su per gli  
 alberi,  per le  siepi, intorno  ai granaj,  per le aje, per gli orti,  pei cortili,  ed anche per le  
 piazze più frequentate  delle  eittà in cerca  di eibo.  I  tempi  delle  cove e  i mesi più rigidi  
 dell'inverno  sono  le  solo  epoche in  cni  non si  raceolgano  a  sera  in  grandi  brigate.  In  
 tnlto  il  resto  dell’anno  verso Pimbrunire  accorrono  molti  branchi a prender posto sui  
 rami  d’uno  stesso  albero,  c prima  d’abbandonarsi al riposo  assordano  l ’aria  con lunghi  
 clamori,  che non mancano mai  di ripetere la mattina  seguente prima  di separarsi. 
 La  scaltrezza  delle Passere  è andata in  proverbio,  Invano  il  sollecito  agricoltore  si  
 sforza  di scacciarle  con suoni di campane, schiamazzi, Genci svolazzanti,  apparizioni di  
 strane figure ;  s allontanano un tratto spaventate,  e ben  tosto  famigliarizzandosi  con  cio  
 che  pruna  avevano  fuggito  tornano ad invadere  1 orto,  1 aja,  il seminato,  e vi commet-  
 tono.le solite rapine, La distruzione di questi petulanti  uccelletti è  stata  messa  a prezzo  
 in più luoghi,  e già  senza  di questo  se  ne  fanno  da  per  tutto  stragi grandissime.  Poco  
 stimata  perù è  la  lor  came.  Per  tendere  insidie allé Passere con qualche  frutto  occor-  
 rono  moite  cautele ;  il  Càcciatore  deve  occultarsi  bene,  e  cambiar di posto  ogni  giorno. 
   La  caecia  con  le  reti  aperte  si  fa  intorno  a Roma  durante l’Agosto  nei prati erbosi  
 e  freschi  a poca  distanza  dalle  siepi e  dagli  alberi  degli  orti  e   delle vigne.  S’usano  per  
 richiamo  alcuni  Passerotti  tolti  dal  nido,  che  chiusi  in  gabbiuzze  si  colloeano  nello  
 spazio posto fra l’una e  l’altra rete^e si  cuoprono  con frasche.Pel  continuo e  stridulo pi-  
 golare  questi richiami son  denmninali Strillmi.  Si fa pure la caccia  delle Passere  al be-  
 veratore,  e  moite  se  ne  prendono  dentro  i nidi  sui  tetti:  ma le prese  più  memorabili  
 sono  quelle  che si fanno con l’ordigno dettoa Roma ADilwio  e  in Toscana Diamla.cc.io,  
 che  consiste in molle  fonicdle  impaniate  raccomandate  ad alcune  verghetle  disposte a  
 raggi intorno ad una fiaccola  all’estremita  d’una lnnga pertiea. Nelle notti più buje taci-  
 tamente  s’accosta  quest’ ordigno  agli alberi in  cni sono  appollajate  raolte Passere, che  a  
 furia  di colpi di pertiche  s' ohbligano.  a. fnggire  tumultuosamente  dal  lato  del  lnme,  e  
 restano  colte nei yischio.