I N T R O D U Z I O N E
non trovandosi Mammiferi di tal sorta in alcùna parte deir antico Continente, ma soltanto
nell’Australia e nelle Americhe. Tutti i nostri Mammiferi sono dunque Placentali , 37 Edu-
cabili come lo prova la complicata organizzazione del cervello somigliante più o meno
quello deiruomo; e 53 Ineducabil-i con cervello più semplice e liscio, e per cosi dire
da Uccello.
Le Fiere sono in Italia il Lupo (Cants lupus, L.j, le due Volpi ( Vulpes alopex e
V. melanogastra, Nob».), il Gatto salvatico (Felis catus, L.), la Lince, forse di due specie
secondo le separatissime localité ov’ è ristretta, (Lynx cervarius, Temm., e l . pardim
s? Oken), la Lontra (Lutra vulgaris, Erxleb.), Lupa dei fiumi ; sei specie terrestri
de’truculenti Mustelidi, la Martora (Martes sylvestris, Gesn.), la Faina (Martes foina, Gm.),
la Puzzola (Pulorius vulgaris, Cuv.), la Donnola (Mustela vulgaris, L. ), la Boccamele
(Mustela boccamela, Bechst.), e il candido Armellino (Mustela erminea,L.) che pur trovasi
al settentrione della Penisola, il Tasso (Meles taxus, Schreb.), più affine ai Mustelidi ehe
agli Ursidi comunque siasene pensato finora, e l’Orso (Ursus arctos, L.) non ancora perô
ben determinato.
Le due Foche si predano a quando a quando sulle sponde Adriatiche e Mediterranee,
Phoca vitulina, L., e Pelagius monachus, Herrn., appartengono a due diversi generi.
Gli altri Mammiferi marini o Cetacei, ehe si rapportano alle tre famiglie dei Delphi-
nidi, dei Physeteridi e dei Baloenidi, essendo tuttora confusamente conosciuti malgrado le
recenti opere ehe pretendono trattarne ex professo, noi, sospesi in espettazione delle mi-
gliori annunziate, nomineremo solo presentemente le più note specie: Delphinus delphis, L.
Phoccena communis e Ph. rissoana Cuv., Hyperoodon desmaresti, Raf., il Capodoglio
(Physeter macrocephalüs, L.), e la Balena (Baloenoptera antiquorum, Fisch. Balæna mus-
culus? L.).
11 Cinghiale (Sus scrofa, L.), unica specie italiana dell’Ordine Belve, costituisce col
Caprio (Capreolus caprea, Bp.), e colla Lepre (Lepus timidus, Auct. necL.), la sola cac-
ciagione di cui possa dilettarsi e cibarsi la maggior parte degl’ Italiani. Se consideriamo
ad una ad una le altre sei specie dell’ Ordine Pecora oltre il Caprio, vediam ehe il
Cervo (Germs elaphus, L .) radamente incontrasi per qualche distretto settentrionale
appena italiano, e la specie o variété Corsicana (Cervus corsicanus, Gm.) sta rinchiusa nella
Corsica e nella Sardegna; nella quale ultima soltanto è confina to il Daino (Dama pla-
tyceros, Bp.) donde certamente, checchè altri se ne abbia detto, venne da antico la razza
semidomestica di tutta Europa. Il Muffione (Ovis musmon, Bp.) è proprio anch’ esso di
quelle due Isole. Il Camoscio (Bupicapra mlgaris, Blainv. ) e lo Stambecco ( Capra ibex, L.)
possono dirsi appena rilegati sui monti di estremo italico confine : là pure dell’ Ordine
dei Rosicanti trovasi la Lepre alpina (Lepus variabilis, Pall.); mentre il Coniglio (Lepus
cuniculus, L. ) seppur veramente salvatico, è ristretto in topiche localité. La Spinosa (Hystrix
cristata, L.) tanto singolare nella zoologia d’Italia, ma portatavi forse di Affrica dagli
antichi Romani, non abita ehe le provineie di mezzo e le più meridionali, ove la uccidono
a dispogliarla delle irte penne più che a mangiarne. Ghè se potesse dirsi pur cacciagione
quella destinata soltanto al desco del povero, dovrebbonsi noverare dello stesso Ordine
dei Rosicanti, gli Scuoiattoli (Sciurus vulgaris, L., e Sc. italicus, Bp.) e perfino il Ghiro
(Myoxus glis, Schreb.) e la Nitela (M. quercinus, Bp.) cosi comune in Sicilia ; una specie
del carnivoro ordine delle Bestie, il Riccio (Erinaceus europaeus, L.) ; e fra le stesse
Fiere già nominate, il Tasso, singolarmente la varietà porcina, le Volpi cosi dette leprine,
e la Lontra bonariamente riputata cibo di magro. Se cibansi questi animali tenuti più a
vile, perché si rifiuterà la carne dell’Orso, di ehe formansi squisitissimi prosciutti in lon-
tane regioni?
ALLA CLASSE i MAMMIFERI
Tutti i Chiropteri nostrali, salvo due o tre Vespertilionini, di cui qui appresso, ci
lusinghiamo sieno fruttuosamente illustrati in questa Iconografia : ne poco e vanto alia
Zoologia italiana arricchirsi di un Dysopes non mai sognato in Europa, pel quale
molti oggidi adottano il genere Dinops del Savi, cui per6, se meritevole di cotal distin-
zione, dovrassi restituire il nome che prima ebbe dal Rafinesque. Dei Vespertilionini non
dati per o ra , ma forse da aggiungersi alia Fauna italiana, nomineremo il V. mysta-
cimSi Leisler, che facciam tipo di nuovissimo genere ben caratterizzato dalla forma del
cranio, dalla dentatura, dal foltissimo pelo, dall’opacita e intaccatura delle orecchie, e
soprattutto dall’ inceppamento dei piedi: il nome di Selysius che gli apponiamo fa commen-
devole ricordo di stima al giovane naturalista di Liegi, autore della Fauna belgica e di altri
applauditissimi scritti. Ne taceremo del vero V. emarginalus, Geoffr. suo congenere; av-
vertendo qui essere quello da noi figurato sotto tal nome il V. nattereri, Kuhl, anello di
congiunzione tra i due generi Selysius e Vespertilio. E qui giova dire che per timore di
confusione usiamo il nome Vespertilio a denotare quel gruppo cui per abbaglio lo restrin-
gemmo, ma che tal nome giustamente dovrebbe trasferirsi a quella suddivisione con-
tenente il vero Vespertilio murinus di Linneo. Avendoci finalmente accertati il colore
del vello, la frequenza in Svezia, ed altre ragioni inoppugnabili, che, il V. murinus, L.
corrisponde al V. discolor, Leisl. deve a questo ripristinarsi almeno il nome specifico,
comunque siasene abusato, applicandosi nella Svezia stessa dal Nilsson, ora ricredutosi, al
V. daubentoni, Leisl., dagl’ Inglesi tenacemente al V. pipistrellus, Daub., e da noi stessi
travolti nella piena corrente al V. myotis, Bechst.; cui preghiamo non chiamisi altramente
d'ora innanzi, il nome Myotis potendo anzi divenir generico per chi non tollerasse ec-
cezione di regola.
Gl’Insettivori (Bestice), meno il conosciutissimo Riccio, son figurati tutti, cioe le due
Talpe e i nove Soricini, dei quali uno certamente deve sopprimersi, giacche il Crossopus
fodiens, e il C. ciliatus' son tutt’ una specie.
All’ultimo Ordine dei Rosicanti (Glires) oltre le tre Lepri, la Spinosa, i due Scuoiattoli
e i due Ghiri sunnominati, appartengono, una terza specie di quest'ultimo genere, il
grazioso Sorcio moscarolo (Myoxus avellanarius, Desm.) per tuttaEutopa tenuto a caro;
1’alpina Marmotta (Arctomys marmotta, Gm.) colla quale se ne vanno in busca musicando
fino a Parigi quei poveri montanari di Savoia; i Topi e gli Arvicoli, bisognevoli tuttavia
di essere studiati in Italia, alcuni dei quali diamo nell’ Opera, altri semplicemente ac-
cenniamo, come il Mus rattus, L., e il Mus minulus, Pall., che ringrandisce nelle risaie
di Lombardia. A questi aggiungiamo il Mus incertus, Savi, minore del musculus, di ele-
ganti agili forme, di coda sottile con lunghesso una castagnina lista; e un’ altra piccola
specie, boschiva, simile al M. musculus, ma con orecchie pelose e con piedi posteriori
lunghissimi. Chiameremmo volentieri Mus pecchiolii quest’ ultimo per intitolarlo alio scien-
ziato Pisano che ha si ben cominciato a cercare nei piccoli Mammiferi italiani, pubbli-
cando degli Arvicoli una encomiata Memoria, ove rettificati i caratteri dell’Arvicola savii,
Selys, n’ espone i costumi e le abitudini, notando 1’ artificiosissimo nido e il picciol nu-
mero dei figli corrispondenti alle sole quattro mammelle.
Delle 90 specie italiane quest’Opera descrive e figura 45, precisamente la meta,
che spettano a 22 de’generi modernamente ammessi, e rappresentano 14 Sottofamiglie
delle 28 che Italia possiede sopra le 100 siam giunti a fissare in tutta la Classe dei
Mammiferi. Le Famiglie sono 10 nell’Opera, 20 in Italia, e 54 nell’intiero nostro
Sistema di Mastozoologia.
Questa rivista non include gli animali vissuti un giorno sopra il nostro terreno,
che fatti Fossili dentro delle sue viscere vengono dissepolti alia face del Geologo; onde