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 brevissimo del  tanto più piccolo Podiceps  a u r itu s , Lath.  Finora non è stato  trovato ehe nella  
 Sardegna ;  ma  è  probabilissimo  percorra  molta  Europa,  confuso  con  le  specie  affini. 
 Con  queste  due  aggiunte,  per  quanto  la  memoria  ci  assiste,  conosciamo  in  Italia  
 380  specie di  Uccelli,  ripartiti  nei  sei  seguenti  Ordini,  mancando  in tutta Europa  il primo  
 dei  P appagalli  o  Àggrappatori,  e  il  sesto  degli  Struzzi  o  Ratiti : 
 Accipitri  o  Rapaci......................................................................40 
 Passeri  o  Volucri.  . ................................................................ 180 
 Colombe  o  Tombolieri..................................................    4 
 Galline  o  Razzolanti..................................................................14 
 Gràlle  o  Trampolieri...................  76 
 Oche  o  Palmipedi......................................................................76 
 390 
 Questo  numero  di  specie  sembrerà  assai  più  ragguardevole  paragonato  a  quello  del  
 Belgio, 295, dell’Isole Britanniche poco oltre i 300,  e soprattutto se si considéra esser quasi  i  
 tre quarti delle europee, che vanno a 540.  Il  numero di tutti  gli Uccelli conosciuti oltrepassa  
 i 6,000.  L’Ornitologia  italiana splenderà in maggior  vanto  veduto che ha 220  generi,  il ehe  
 è dire poco meno di tutti gli europei,  ehe sono 250 ;  e tutte  non  solo  le 42 Famiglie,  ma 78  
 delle  80  Sottofamiglie d’ Europa.  Il nostro Sistema ornitologico racchiude oggi 66 Famiglie,  
 176  Sottofamiglie,  e  più  di  mille  generi,  avendo  fisso  dopo  mature  considerazioni  dare  
 il  nome  di  genere  al  gruppo  più  circoscritto  ehe  nella  gerarchia  sistematica  comprende  
 immediatamente  la  specie.  Chi  non  vuole  i  generi  cotanto  moltiplicati,  ritenga  in  loi*  
 vece  le  nostre Sottofamiglie, ne usando  il nome,  derivato sempre appositamente dal  genere  
 più antico,  insieme  al nome specifico non mai perciô ripetuto nella medesima Sottofamiglia:  
 per  esempio,  non  volendosi  ammettere  il  genere  H a lioetu s  della  Sottofamiglia  Aq u ilinoe ,  
 ritraggasi  da  questa  il nome generico, dicendo A q u ila  a lbicilla  invece di H a lioetu s  albicilla.  
 Non comportiamo  perô  sia violata la binominazione coll’ intrudervi un  terzo nome, anche in  
 parentesi  come  molti  fanno,  mettendo A q u ila  (Halioetus) albicilla. Assai meno poi  tolleriamo  
 la  frequente  incoerenza  di  ammettere  in  taluna  Famiglia  generi di  pochissimo valore per  
 soperchio  di  studio,  mentre  da  altra  se  ne  rigettano dei  veramente importanti per difetto  
 di  bene  addentro  saperla. 
 Gli  Uccelli  in  quanto  all’ Emigrazioni  cosi  notevoli  e  maravigliose  possono  ripartirsi  
 nelle  seguenti  categorie. 
 Permanenti  stazionarl  in  ogni  stagione,  corne  il  Passero  comune....................... 75 
 Perraanenti  ehe  mutano  stazione  secondo  stagioni,  come  il  Passero  montanaro  .  50  
 Emigratori  dal  Sud regolarmente  ehe rimangono Testate,  come la Rondinella.  .  .  75  
 Emigratori  dal  Nord  regolarmente  che  rimangon  T inverno,  come  la  Pizzarda  .  50  
 Passeggieri  di  semplice  transito  più  o  men  regolare,  corne  la  Gru.  . . . . .   25 
 Passeggieri  irregolari,  come  lo  Storno-marino  ro s e o ................... .......................15 
 Avventizî,  corne  TEritrospiza  trombettiere..............................................................100 
 390 
 È  perô  da  avvertire  ehe  ogni  volta  una  specie  possa  stare  in  più  d’ una  delle fissate  
 categorie  noi  T abbiamo  sempre collocata  in quella  ehe  la fa meglio italiana :  cdsl abbiamo  
 messo  il Merlo  fra  i  Permamenti  stazionarl,  quantunque  gT  individui emigratori ehe ven-  
 gono a  svernare nelle nostre campagne  sieno di gran lunga  i più copiosi :  cosi,  il Fringuello, 
 il Tordo,  la Lodola, sono messi  fra  i Permanenti non stazionarl, perché alcuni  individui delle  
 rispettive specie  nidificano  sui nostri  monti,  sebbene  la  maggior parte emigri.  I Nidificanti  
 poi,  ai  quali ben  si  vorrebbe  da  molti  limitare  le specie indigene,  ascendono  in  complesso  
 a  180,  numéro che si  compone, dei Permanenti,  stazionarl  o  no,  di quasi  tutti  gli Emigratori  
 estivi,  di  alcuni  vernali  che  lasciano  raramente  qualche  côppia,  corne il Capo-verde  
 o  Germano,  non  che  di  taluni Accidentali,  corne YOxylophus  g la n d a r iu s ,  e  YAcridotheres  
 ro seu s ,  di  cui  pur  si  è  visto  nidi  appo  noi. 
 Passeremo  con  rapido  sguardo  a  rassegna  T intiera  Ornitologia  Italiana  sulla  guida  
 del  nostro Sistema  da  Ordine  a  Ordine.  In  quello  degli  Accipitri  è  singolare  non  vedersi  
 mai  nel  centro  d’ Italia  nessun  Avvoltoio,  la  cui  famiglia  Vulturidoe  vi  è  soltanto  rappre-  
 sentata  dal  Capovaccaio  (Neophron  peren o p te ru s,  Savign.),  mentre  le  quattro  altre  specie  
 europee (V u ltu r   a u ricu la ris,  Daud.,  Æ g yp iu s  cinereus,  Bp., Gyps  fulvus^ Gr. e Gyps  k o lb y i f  
 Bp.)  albergano  più  o  meno  U  Piemonte, la Sardegna  e  la  Dalmazia.  11  v,orator  di  agnelli  
 (Gypoelus  b a rb a tu s ,  Cuv.)  sta  confinato  sulle  Alpi  e  nella  Sardegna.  Per  danneyole  com-  
 penso  abbondano  le  moite  specie  di  F alconidi:  e  cominciando dagli A q u ilin i,  più comune,  
 checchè  altri  ne  dica,  è  TAquila  reale,  (A . fu l v a ,  Bp.),  piu notevole  Y A q u ila   bonellii,  Bp.  
 di Sardegna, più bella  la impériale,  {Aquila  heliaca, Savig.);  e  più rara, giacchè la orientale  
 A.  p e n n a ta ,  Cuv.,  non  viene  giammai,  Tanatraia,  { A .  noev ia ,  Briss.  )  di  cui  vediamo  i  
 giovani  soltanto.  Non  manca  lungo  le  coste l’infingarda Aquila di mare (Halioetus  a lb ic illa ,  
 Boie),  con  la  quale  pittori  e  scultori  simboleggiano  continuo  la  fortezza,  scambiandola  
 per  T intrepido  Uccello  di  Giove.  Raro è d’ inverno  il Pescatore (Pandion  h a lioe tu s ,  Cuv.;.  
 e comune in estate il Biancone ( Circoetus  gallicus, Vieill.)  distruttor di Rettili, che fa  transito  
 ai Buteonini. Abbondantissima  fra questi è la mutabilissima Poiana  (Buteo  v u lg a ris,  Bechst.);  
 accidentale  dal  nord  il  calzato  B.  la g o p u s,  Less.;  di passaggio primaverile  il Pecchiaiuolo  
 ( Pernis  a p iv o ru s ,  Cuv.).  Nei  Milvini  abbiamo  soltanto,  comunissimo  in  tutte  stagioni  il  
 Nibbio  reale  (Milvus  r e g a lis ,  Br.),  e  raro  quantunque  nidificante  sui monti  il Nibbio  nero  
 {Milvus  n ig e r ,  Br.);  poichè  Taffricano  E lanus  mela n o p te ru s,  Leach,  e  mol to meno l'ame-  
 ricano  Nauclerus  fu r c a tu s ,  Vig.  pur  côlti  in  altre  parti  di  Europa,  non  sonosi  mai  visti  
 nella  nostra  Penisola.  Dei  Fa lco n in i  sono  più  comuni  il  Lodolaio  {Falco subbuteo, L.)che  
 mostrasi  d’ inverno  spezialmente  ai  due  passi ;  e  più  di  esso  il  permanente  Gheppio  
 {Cerchneis  tin n u n c u lu s ,  Boie)  che  abita  gli  alti  édifie!  di  popolose  città,  e  le  cime  di  
 castelli  deserti  sonanti  alla  stridula  voce  de’ suoi  nati:  nè molto  è  raro  il  nobile  Falco  
 p e r e g r in u s ,  L.,  che  colla  rapidità  del  dardo  sopr’  animali  tanto  di  sè  maggiori  impavido  
 si  piomba ;  e  il  piccolo  ma  non  men  coraggioso  Smeriglio  (Falco  lithofalco  ed  oe sa lo n ,  
 Gm.) :  vedesi  nei  varî  suoi  abiti  per  solo  pochi  giorni  in  primavera  1  insettivoro  Falco  
 cuculo  {Falco  vespertinus,  L.), :e  il  più raro similmente passeggiero Grillaio {Cerchneis  cen-  
 c h r is ,  Brehm):  il  Falco  eleonoroe,  Gêné,  nidifica nella Sardegna,  maindarno  Toltramarino  
 affine suo,  Falco  concolor, Temm.,  è  cercato in  Italia.  Gli Accipitrini  ci  danno  il grande  e  
 raro  Astore  {A s tu r   p a lum b a r iu s ,  Bechst.)  e  il  comunissimo  Sparviere  o  Falco  palombino  
 {A cd p ite r   n i s u s ,  Pali.).  Finalmente  i Circini  tutti di padule sono,  il Cappuccino  {Circus oeru-  
 g in o su s ,  Bp.),  stazionario  e  comune;  l’Albanella  ossia  Falco molinaro {C.  c yaneus, Bechst.)  
 poco men  frequente  di  quello ;  nè  mancano  a  noi  del  tutto  i  rari  C.  sw a in s o n i,  Smith  
 (p a llid u s,  Sykes,  d a lm a tin u s ,  Rupp.),  e  C.  c in e ra c eu s,  Montagu. 
 Dei notturni  S tr ig id i,  più  comuni  abbiamo,  il  biondo  Barbagianni {S tr ix   ftammea,  L.)  
 che  ritirato  in fessi torrazzi,  e  in affumati soffitti spaura gT ignari col suo anelito  rantoloso ;  
 il  Chiù  (Scops  ephialtes,  Savigny)  solo  Strigide  venga  dall’Affrica,  che  ricovrato  di  primavera  
 negli  alberi  manda  un  monotono  lamento  cui  rispondono  a  eco  i  suoi  lontani  
 eompagni  ;  e  la  Civetta  {Athene  n o c tu a ,  Bp.)  cui  malgrado  le  nostre  rimostranze  ostinasi