sotto, i piedi gracili con unghie robuste e adunche, la coda graduata colle due timoniere
medie protratte più. delle altre.
I Larini racchiudono cinque generi: i. Rissaj Leach, 2. Larusj L., 3 . Xema^ Leach,
4. Rossidj Nob., 5 . Gavia, Boie: imperocchè noi non adottiarao il genere Laroides del
Brehm che sembraci troppo poco distinto dal vero Larus, ne il Chroicocephalus dell Eyton
racchiuso nello Xema come abbiam detto di sopra. Volendo distinguere i generi sud-
detti, incominciamo da quelli più affini agli Sternmi. II Gawcr, Briss. quindi ha i piedi
corti, assai robusti, con poca tibia denudata, con dita grosse congiunte da membrana
papillosa profondamente intagliata, con unghie mol to ricurve; il becco piuttosto robusto
colla commissura arcuata soltanto in punta ; le ali lunghe; la coda rettangolare ; candido
il colore, macchiato soltanto nei giovani di nero. È confinato all’ultimo settentrione ove
abilissimo alia pesca cibasi di Pesci e di animali parasiti della Balena. — II Rossia, Nob.
abitatore anch’esso delle più remote sponde boreali, ha piedi piuttosto corti e robusti,
con membrane intiere e pollice sviluppalo; becco assai gentile, corto, e con angolo appe-
na sensibile, ali lunghe di larghi e forli steli, coda cuneata dalla quale eccedono le due
timoniere medie. ^-Lo Xema ha piedi gracili, piuttosto alti, con tibie quasi tutte ignu-
de, con membrane interdigitali scarsette ma intiere e pollice poco sviluppato; il becco
pïccolelto e compresso; le ali lunghissime, la coda poco rotondata, talvolta troncata e
perfin leggermente forcuta. Il colore del capo passa dal bianco al nero secondo le sta-
gioni; i giovani cingono una fascia nera verso l’apice della coda: e tutlo 1 animale è piu
bianco in inverno che in estate: i piedi sono più o men rassi: le sue specie divengono
adulte fioo dal terzo anno e sono gregarie: preferiscono l’acqua dolce alia salsa, meno
abili a tuffarsi cibano pochi pescT^ e vanno paghe d’lnselti ed allri animaluzzi, per bu-
scare i quali vengono in terra, e camminando pei campi e pei prati sembrano bianchi
Corvi. j|i[.Lara?, L. ha piedi robusti di mezzana altezza con tibie piumose fin quasi all’
articolazione,membrane interdigitali abbondanti, intiere, pollice bene sviluppato; il becco
robusto poco compresso; le ali piuttosto brevi; la coda rotondata. II capo è bianco in
tutte le stagioni ma più di estate che d’inverno, in cui macchiasi di foschiccio: i giovani
che son tutti molto macchiati han pure macchiettata la coda: i piedi assumono varii co-
lori, ma il rosso non mai. Tra i sessi è differenza, perche i maschi sono maggiori delle
feminine. Le sue specie non divengono adulte prima del quarto o quinto anno, son so-
litarie, o al più vanno in piccole brigate : preferiscono l’acqua salsa alia dolce : cibano
pesci e cadaveri di Cetacei: predano altresi le uova di altri volatili, e le più potenti
ghermiscono gli uccelli stessi: son buone nuotatrici, e si tuffano con maggiore o minore
agilità secondo che hanno le ali più o men lunghe ; sulla quai varietà di carattere il
Brehm fonda i due generi suoi Larus e Laroides, concedendo il secondo nome a quelle
specie che son più destre urinatrici, han minore la statura, ma più lunghe le ali. —Risscij
Leach, genere compreso dal Brehm fra i suoi Laroides, è ben riconoscibile per la man-
canza del pollice, invece del quale sorge una escrescenza tubercolare: i suoi piedi son
corti, con membrane interdigitali grandi e dita gracili; le ali corte; la coda lunga: in
quanto ai colori non diversificano dai veri Lari. L’unica sua specie, che diviene preco-
cemente adulta a confronta degli altri Larini, abita le estremilà del Nord, ove nidifica
tra scogli inaccessibili : nutresi di soli pesci, e tuffasi con meravigliosa destrezza: asso-
iniglia perciô ai Lestrini, coi quali la poniamo a contatto come l’ultimo dei Larini.
Tutti i Larini considerati in complesso hanno il capo grande : le narici fessuriformi
XEMA LAMBRUSCHINII.
m mezzo al becco, allargate alquanto nella estremilà amélioré.- il margine delle palne-
■ H H 6 mU"itQ * Pic°Qle B l canto»: il cello di Ü M
! s : ^ r “ pe,to ampio; 16 ***ia^ — - r U “;
SPiaǤia I B e peecorrono i mari, i laghi, i fiumi con vole
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m 1 , Ytncere il pm gaghardo e contrario soffio di ■ ■ ■ I I ■ B B S m ÊBmventmo. Noan mapnenra nla
l ii ii lE IM M H la raarina S H i i l appressano 1 B l cui sogfio-
■ f P , t M g dl> e c°n flea particolar maniera di volare: hanno la voce alta I B U I B Crante il vole. H B M 1, U S B
ü— M StandQ accorciano il eollo, 1 ritirando un piede si fan
B— B i D -a'e tWPassalldQ in g^an numéro aile isole I B
loroo ccoovvee lleè qouu ai!, fan&n o Buna Hsola Bvolt1a all’annoW. TaMlora ^puarc cfeashsibhriilcia, npoe ri ndiadri oappepriaè adleléw
m m m c°ste’nei prati paiud°si’e an°he sune H i i üBü fMg M faUC hd:a B due a l 000 gmr0aS SPa;Iai I,oao Bmuneml e n1te sono trceh.e Iv in deeopLnungaosncoia vnao- presto. ,1 nido: , lor gen,tor, peri, li proteggono e nutrono per diverse settimane- e ouan-
tunqne quest, volatili sieno timidi e vili, tuttavia si fanno arditi e 0 0 ^ ,1 difesa
della prole. La loro carne è dura, insipid,, e non da mangiarsi, tranne quell, delle pin
mi^di nretk^ mSetl,T°re’ h ^ riesce B M B al palate. Voracissimi e avidiL
m, d preda, sp.ano e attaccano capricciosamente qualunque animale, vi piomban sopra
lo ddamano, | d.vorano; e non risparmiano nepjure la propria specie W È B
SThvcannn CMT mL dopneWo-i fniC-‘bar,;,Qa Hd-i nBidi,d9i al|tt ip euscccie, mde i quaglria Din*s>eg euoBnoI leB frotte, eB U gher-
gg neannddoossi, d,1 smoileo0 ?ca pfoi°. rXTd,oa Cst,oÏUmaa co lomroQ lvtaa liddeisstsrimezoz ad, ilgaenrcisiaçen dsoensiz ag ipùe ncao mscea gfüteec, cpee nen be ae-
ostanze putr.de , quand» sono irri,ali vomitano il cibo non anco/digerito SoppoZo
lentiT ,",°“.al.lrimetnte qualnnque uccello rapace, e per desio di preda si fanno vio-
fauo S „ , J' -T1 d;‘îuaIun,îue SQrta di animale mortn o vivo, frescn o putrendan
fHin rI vXi iI V”8!- C^Te EY Carci c1o6n cJ>iQaS S9d1 l rîrVaec coCn°nta rreu fufinci Qc u^rios os ual1n^e dBdqtQ aIyye “nVuto ea an o a 1 America all'Europa. Navigavamo a piena vela in alto mare quando di
fiancu credemmo scuopr.re un vascello rovesciato e sbattuto dalla (empesta. Sembravaci
scorgere sopra d, esso una iufelice turba di naufraghi, i quali con affrète agitare di
b.anch, l.n, domandassero ajuto alla disperata. Si levé per lutta la nostra nave un grido
d compassione, onde d cap.tano comandà. subito che si accorresse a gran rend per soc-
correre a, perdnt,. Fait,ci dappresso a quelle da noi creduto miserando spettacolo ci
avvedemmo ,1 rovescato legno non essore che una S a la en a p te r« morta, la quale stante
sottosopra s.mulava con lo pieghe longitudinal! de! ventre la caréna di un naviglio-
que lin, po, sventolal, erano una quantità di quest! üccelli, varii di specie e di statura’
, quai, v, banchettavano sopra. 0,-a non è a dire se fosse pii, grande in noi la meravi-
pg rofonI dcaoms,e nvt,ve ac o, mums,oOsnsie,, o il diletto di vedere svanito un timoré che ci aveva a ^pietà