che metta sotto il livello delle acque. Di tutti gli Arvicoli è il più carnivoro e il più
fiero: si ciba di ranocchi, d’ insetti d’acqua, d’uova di pesci: assale gli uccellini ed i
topi, e ne divora avidamente la carne. Dotato d’un udito assai fino, al romor più
leggero si getta nell’ acqua o fugge nella topaja. Allórchè è provocato e si vede chiuso
ogni scampo si rizza sui piedi di dietro e si difende acremente colle unghie e co’ denti.
AH’ epoca degli amori spande un’ ingrato odore di muschio. La femmina produce due
volte all’anno sei o sette figli, ehe va a deporre fra 1’erbe palustri in una specie di nido
quasi sferico assai grande costruito con tritumi di paglia. I Pescatori dei fossi lo trovano
sovente colto nelle lor nasse.
La sua statura, almeno fra noi, è alquanto minore di quella dell* A r v ic o la terrestris.
II pelame delle parti superiori è un poco più fosco e men tendente al ferrigno : le parti
inferiori sono d’un cinereo più scuro. Il capo è più breve, più grosso, il muso più aguz-
zo. La coda composta di 22 vertebre è più lunga, superando sensibilmente la misura
della metà del corpo, compreso il capo ; in alcuni esemplari giunge ad uguagliare due
terzi della detta misura. In tutte le altre parti esterne rassomiglia al precedente. Non
puo dirsi altrettanto della conformazione del teschio, nè cio deve sembrare strano quan-
do si rammenti ehe trattasi di due esseri dotati d’abitudini opposte, perche questo è carnivoro,
ed erbivoro l’altro. Nella specie presente è maggiormente esteso il diametro tra-
sversale del cranio, più distanti fra loro sono le fosse articolari delle ossa temporali, e
percio restano più aperti i due rami della mandibola. Il ponte zigomatico è più breve e
più inarcato. E più risentita la linea in rilievo ehe corre paraïlela al lémbo interno
dell’ orbita, e sul colmo della fronte giunge a toccare la sutura sagittale, laddove nel-
V A rv ic o la terrestris la linea sopracigliare d’un lato riman separata da quella del lato op-
posto per tutta la sua lunghezza, non giungendo punto a toccare la sutura sagittale,
anzi lungo questa si fa scorgere un leggero awallamento sul colmo della fronte. L’apo-
fisi orbitale delle ossa frontali è più cospicua neM'amphibius ehe nel terrestris. La linea
faciale è più declive in quello che in questo. La dentatura offre differenze poco ri-
levanti, pure agguzzando ben l’occhio si puo riconoscere qualche disparità nel modo
in cui è ripiegata la lamina osseo-smaltosa del dente molare anteriore della mascella
di sotto. NeU’^mcoZa amphibius il lato estemo di questo dente ha tre spigoli verticali
acuti, quattro ne ha l’interno: nel dinanzi ewi uno sporto molto prominente compresso-
rotondato con tre caréné verticali tutte pochissimo risentite ; quindi l’angolo rientrante
çhe forma la base dello sporto ora descritto con quella del primo spigolo esteriore è
assai ottusa. Nell’ A rv ico la terrestris sonovi parimente tre spigoli acuti sul lato esterno
del dente medesimo e quattro sull’interno, ma lo sporto anteriore è meno prominente
all’ innanzi, la caréna verticale interna e Tanteriore del medesimo sono poco risentite,
l’esterna è risentita notabilmente, ed è acuto l’angolo rientrante ehe forma la sua base
col primo spigolo del lato esterno.
Nella tavola qui unita sotto le lettere A, B, C sono espresse le figure delle parti
superiori del teschio, della mandibola, e del primo dente molare dsAK A rv ic o la amphi-
bius; sotto le lettere Z, Y, X sono rappresentatè le parti corrispondenti de \Y A rvico la
ter re s tr is: solo i denti sono stati ingranditi del doppio.
ARVICOLA AMPHIBIUS.
Ecco le dimensioni da noi osservate n e \Y A r v ic o la amphibius.
poil. lin.
Lunghezza del corpo ! . . . . . .......................... .. ............................... . . 5 3
» del capo ....................................................................................... 1 4
». delle orecchiette .................................................................. » 4
Distanza dalla punta del muso all’ angola posteriore delPocchio........... » 9
Lunghezza della coda ................................ 2 10
» dell’ antibraccio » 10
» del podio. anteriore................................ » &
» della gamba . .................... r 1
» del podio posteriore ...................................... .. . ..................... 1 1
Come nella specie precedente, cosi in questa i maschi superano la statura delle
femmine, e quando son vecchi portano alcuni peli bianchi all’ apice della coda e
sul mento. S’ incontrano pure esemplari tinti di colori più Cupi o assai più chiari dei
comuni; anzi ve ne sono perfino alcuni hiancastri, o pezzati. Se si dovesse attendere
a quello che scrivon gli autori converrebbe supporre ehe questa Quadrupède acquisti
Statura sempre più considerevole inoltrandosi verso il Settentrione.
Abbiamo detto in principio ehe molti autori hanno confuso la precedente Specie
con questa. Linneo allorchè scrisse il S y sterna N a tu r a e aveva osservato la prima sol*
tanto e la pubblico sotto il nome di M u s terr e s tr is . Impose all’ altra il nome di M u s
amphibius, ma ne stese la diagnosi sulle relazioni altrui, e le assegnù il carattere falso
dei piedi palmati, ehe si trovava accennato da autori più antichi. Poichè ignorava la ve-
ra conformazione della seconda, non gli fu dato introdurre nella diagnosi della prima
caratteri acconci a ben separarla. Quando poi gli venne aile mani l’animale, non ravvi-
sando in esso i piedi palmati attribuiti al M u s amphibius, lo tenne per nuovo, e lo di-
vulgo sotto il nome di M u s paludosus. Gmelin congiunse inconsideratamente terrestris,
amphibius e palu d o su s di Linneo sotto il solo nome specifico am p h ib iu s, presentando î
nomi te rre stris e p aludosus corne corrispondenti a due varietà di tal pretesa specie.
Gli autori seguenti generalmente rimasero nella persuasione ehe il Mus. te rre stris di
Linneo non costituisse specie da se, e quando l’Hermann segnalo di nuovo lo stesso
animale, riconobbero chiera diverso dall’ amphibius, ma opérande corne se mai non
fosse stato descritto, gli diedero nuove appellazioni specifîche, altri chiamandolo Scherm
a u s , altri argentoralensis. AU’ epoca in cui apparve la Mammalogia del Desmarest
e a quella della seconda edizione del R è g n e A n im a l del Cuvier Terrore erasi rislretto
ail’ applicazione poco regolare dei nomi, perché a buon canto era note che tali Arvicoli
di coda lunga circa quanto la metà del corpo costituivano. due distinte specie. Ma
essendosi trascurata anche dagli autori or mentovati la ricerca dei veri caratteri di di-
stinzione, tali specie rimasero stabilité sopra basi mal certe, nè devre recar meraviglia
se sono state adottate o rigettate a capriccio dai più recenti scrittori di Zoologia. Spe-
riamo pertanto ehe non sia per riuscir vano il diligente confronte ehe noi presentia-
mo, ad istituire il quale crediamo nostro debito riconoscere il valide ajuto prestatoci dal
Professor Paolo Savi, e dalle preparazioni osteologiche che dobbiamo originalmente alla
sua çortesia.