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 mö Citrinélla,  ed  aggiunse  ehe  non  conosceva  il  Serinus.  È cosa  indubitata pero  ch’egli  
 avrebbe  doyuto  impiegare  i  yocaboli  a  royescio  di  quello  che  fece.  Sulle  tracce  di  
 lui  l’Olina  asseri  ehe  il  nome  latino  del Verzellino  nostrale  era  Citrinélla. Quindi av-  
 venne,  ehe  allorquando  Linneo  registro  il  primo  di  questi Uccelli  sotto  il nome  siste-  
 matico  di Fringilla  serinus,  e  l ’altro  sotto  il  nome  di  FringiUa  citrinélla,  a  questo  e  
 non  a  quello  riferi  i  sinonimi  testé  mentoyati  d’Aldrovandi e  d’Olina.  Parecchi Orni-  
 tologi  posteriori  conyinti,  corne  era  ragionevole,  ehe il  Verzellino  degl’ Italiani, quello  
 deir Olina  e  la  Citrinélla  delP Aldrovandi  fossero  una  cosa  sola,  e  attendendo  aile  due  
 citazioni  erronee  inserite  nel Sjstema Naturae,  piuttosto  che  alle  diagnosi  Linneane e  
 ai  sinonimi  rimanenti,  pretesero  ehe  il Verzellino  fosse  la Fringilla  Citrinélla,  e  asse-  
 rirono  il  falso. Alla  sola  permuta  dei  nomi  s’è  ristretta  la  confusione  ehe abbiamo se-  
 gnalata,  perché  i  due  oggetti  non  era  possibile  ehe  venissero  mai  confusi  da  chimique  
 gli  avesse  yeduti  unitamente.  Infatti  oltre  una  manifesta  diyersità  nel  becco,  
 ehe li  colloca  ad  una  distanza  reciproca  non  picciola  nella distribuzione  naturale  del  
 genere,  y’è  quella  del  colore  dei  fianchi,  magistralmente  rilevata  dal  sommo  Linneo, 
   e  capace  di  farli  riconoscere  a  prima  yista  da  qualunque  osseryatore  anche  superficiale. 
 Ammettiamo  il Verzellino  fra  i  pochi Uccelli  destinât!  a  figurare  in  questa Icono-  
 grafia,  perché  ci  sembra  ehe  lodeyolmente  non  sia  stato  effigiato  mai  fino  ad  ora.  In  
 fatti, alTeccezione  dell’Olina,  le  cui  ta vole non possono  stare  a paragone  con  quelle di  
 tante  opéré  magnifiche  posteriori,  pare ehe quasi  tutti  abbiano fatto  ritrarre  quest’ elegante  
 Uccelletto  sopra  esemplari  conservati  nei  Musei,  e  mancanti  percio  di  natura-  
 lezza nelle tinte,  e nelle mosse. V’ è  stata  poi  un’ altra  considerazione  ehe  ci  ha  spinto  
 a  sottoporre  di  nuoyo  ai  Zoologi  le  particolarità  ehe  offre  questa  specie  comunissima  
 fra  noi.  Alcuni  autori  in  grazia  délia  forma del becco  l ’hanno  riferita  al  gruppo  Coc-  
 cothraustes:  lo Scopoli la tenue per una Loxia:  altri  ingannati da  qualche  analogia  ehe  
 ha  con  la  Fringilla  Citrinélla  del  Linneo  la  collocarono  insieme  con  quella  nel  sot-  
 togenere Carduelis:  altri  considerando  piuttosto  l’abito  in  complesso,  ehe  i  particolari  
 caratteri  l’associarono aile  specie  del  sottogenere Linaria:  altri finalmente  per  non  saper  
 ehe  famé  la  lasciarono  fra  le  genuine Fringillae. Ma appunto  questa  disparité  di  
 giudizj  mostra  ehe  il Verzellino  differisce  di troppo  dagli  esseri compresi nelle divisioni  
 fin qui mentovate per poter rimanere  in  alcuna  di  quelle,  e  noi stimiamo ehe  debba ri-  
 guardarsi  corne  tipo  d’un  distinto  sottogenere  subordinato  al  genere Fringilla da  deno-  
 minarsi Serinus.  I  caratteri di tal  gruppo  saranno:  il becco corto,  grosso,  rigonfio  late-  
 ralmente,  col margine  delle mascelle arcuato: penne  délia  cavezza  ehe cuoprono intiera-  
 mente le narici; basette numerose,ramose: ali brevi: coda lunghetta  colle cuopritrici ehe  
 non giungono fino  ad un  punto  prossimo  all’apice:  dita  allungate:  gozzo  notabile  per  
 la grandezza: statura picciola:  colori verdi.  Non bisognerà poi confondere questo nostro  
 gruppo Serinus  con  quello  cosi  denominato  dal Boie,  di  cui  non conosciamo  né  i  caratteri  
 né  il  valore,  ma  ehe  è  molto  più  esteso  del nostro  e  ehe  include  la Fringilla  
 Chloris.  Fuori  del Verzellino  non  ci è  noto  altro  uccello  degno  di  militare  in  questo  
 sottogenere,  ineno  ehe la specie da noi pubblicata pochi  anni  or  sono  in America  sotto  
 il nome di Fringilla xanthorrhoa, la quale  proveniya  dal Brasile ;  ma  ora  abbiamo  ra-  
 gioni  per  crederla  originaria  dell’Affrica. 
 Il Verzellino è lungo  quattro pollici e quattro linee; la sua  stesa d’ali è d’otto pollici:  
 il  becco è  lungo quattro  linee,  largo tre e alto quasi  altrettanto,  rigonfio  verso  la  base,  
 conico,  poco  acuto,  privo  di  spigolo  sul  dorso,  coi  margini  tagliati  leggermente  ad  
 arcô,  e  pochissimo  inflessi  all’indentro;  d’un  colore  carneo  scuro  nella  mascella  di  
 sopra,  chiaro  in  quella  di  sotto.  Iride  castagno-fosca.  Capo  olivastro  chiaro  tendente  
 al giallo,  con  tutto il pileo  segnato  di macchie longitudinal! olivaceo-fosche : fronte  d’un  
 giallo  dorato:  linea  sopracigliare  sottile,  ehe  si  estende  lungo  il  collo,  macchia  semilu-  
 nare  delle  guance,  co'llare  della nuca, e  groppone  d’un  giallo  di  giunchiglia  verdastro.  
 Gola,  gozzo,  petto  e  parte  anteriore  del  ventre  di  color  giallo  di  giunchiglia,  coi  lati  
 del  collo  e  del  petto  segnati  di  poche  linee  lunghette  longitudinali  fosco-olivacee.  
 Ventre bianco  un poco  sfumato  di  giallo,  sottocoda  parimente  bianco,  con alcune pen-  
 nuzze  fosche  lungo  lo stelo.  Dorso  olivastro  chiaro  tendente al giallo  con  tutta la parte  
 centrale  delle pennuzze tinta  d’olivaceo-fosco.  Base  di  tutte  le  piume  piombina.  Le ali  
 sono lunghe  due pollici e mezzo, e piegate giungono a  cuoprire  circa  là metà  della coda.  
 Picciole  cuopritrici  d’un  verde-olivaceo  piuttosto  chiaro,  tutte  le  altre  olivaceo-fosche  
 coi margini e  l’apice bianco-verdastri ;  lo ehe  dà origine aile  due  fascie  trasverse  chiare  
 delle  ali.  Cuopritrici  inferiori  più  piccole  giallastre;  le  altre  cinereo-biancastre.  Tutte  
 le remiganti fosche, scolorate all’apice  e lungo il margine interno,  e  con un  orlo esterno  
 sottilissimo  giallo-verdastro.  Prima  remigante  di  poco  più  lunga  della  quarta, e  quasi  
 uguale  alla  seconda  e  alla  terza,  ehe  sono  le  più  lunghe  di  futte.  Coda  lunga  un  
 pollice e nove linee, leggermente forcuta:  cuopritrici  inferiori  bianche  col  centro  delle  
 pennuzze  alquanto  lurido  oppure  fosco;  direttrici  obliquamente  troncate  coll’apice  
 piuttosto  acuto,  fosche  col margine  interno  scolorato  e  l ’orlo  estemo  alla  base  giallo-  
 verdastro.  Tibie  biancastre.  Piedi  fosco-carnicini,  col  tarso  lungo  sette  linee :  unghie  
 nerastre;  dita  allungate;  il  medio  compresa  l’unghia  lungo  quanto  il  tarso. 
 La femmina  di  primavera  si  distingue  dal  maschio  perché  ha  i  colori  più smorti,  
 specialmente  i  gialli.  La  fronte  è  mista  di giallo  e  d’olivaceo-fosco ;  le  macchie  fosche  
 dei  fianchi  sono  più cospicue,  e  si  estendono a  tutto il petto e ail’epigastrio. D’inverno  
 tutte  le  macchie  gialle  tendono  maggiormente  al  cinereo. 
 I  giovani  differiscono  perché  l’orlo  di  tutte  le  piume  superiori  è  bianco  piuttosto  
 ehe  gialletto;  gola,  petto,  fianchi e sottocoda  bianchi;  ogni  piuma  porta  una  macchia  
 fosca  lungo  lo  stelo,  più  apparente  sulle  cuopritrici  inferiori  della  coda. 
 II  giovane nella prima  età ha  colori  anche  più  smorti  della femmina, più tendenti  
 al  cinereo-ferrigno,  ed  è  sparso  di  lineole  fosche  più  apparenti. 
 Vive  neir Italia,  nella  Grecia,  nella  Turchia,  nell’ Austria,  nella  Svizzera,  nella  
 Francia méridionale, nella Spagna, nel Portogallo e  sulla costa settentrionale dell’Affrica.  
 In  quasi tutta  la  nostra  penisola  si  chiama  Verzellino,  a  S.iena  Crespolino,  nelle  terre  
 Venete Frigorin, a  Genova Raperino,  Ziain.  E d’un’indole sommamente  dolce,  e molto  
 grato  è  il  suo  canto.  Puo  conservarsi  a  lungo  nelle  gabbie.  Fa  razza  colla  Passera  
 di  Canaria,  e  produce  ibridi  fecondi  almeno  fino  alla  terza  generazione.  Il  suo principale  
 alimento  consiste  in  picciole  semenze.  Non puo  dirsi  uccello  migratore,  perché  
 non  si  trasporta  regolarmente  in  regioni  lontane;  ma  neppure  è  affatto  stazionario.  
 Quei Verzellini  che  hanno  passato  fra  noi  Testate  sogliono  partirne  d’autunno  a  pic-  
 cioli  branchi  per  recarsi  in  altri  punti  più  meridionali;  alcuni  pero  ne  restano,  ed  
 altri  ne  sopraggiungono,  provenienti  per  quel  ehe  pare  da  luoghi  men  temperati.  Ai 
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